ATP DIARY

Ascoltare i luoghi | Eva Marisaldi al LabOratorio degli Angeli a Bologna

Ciò che apprezzo di più della ricerca di Eva Marisaldi è il suo sapere guardare i luoghi con inaspettata originalità. La sua ricerca sembra mossa da uno sguardo puro, che cerca oltre le ovvietà del reale. Anche le più piccole...

Eva Marisaldi, Guarda caso, LabOratorio degli Angeli, Bologna 2023 – Foto Ela Bialkowska – OKNO Studio

Ciò che apprezzo di più della ricerca di Eva Marisaldi è il suo sapere guardare i luoghi con inaspettata originalità. La sua ricerca sembra mossa da uno sguardo puro, che cerca oltre le ovvietà del reale. Anche le più piccole circostanze – luoghi, persone, oggetti, dialoghi – sono trascritte e restituite dall’artista con un’indescrivibile semplicità. Le sue opere rivelano degli aspetti del quotidiano che stridono con la percezione pacifica che normalmente ne abbiamo; tramite la sua azione, allontana il ‘noto’ con l’ignoto, il conosciuto con l’inaspettato. 
Nella recente mostra ospitata presso il LabOratorio degli Angeli a Bologna (in corso fino al 18 marzo) Marisaldi realizza un intervento site-specific che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni. 
Il titolo – “Guarda caso” – sembra svelare, se attraversato con astuzia, quello che l’artista mette in atto. “Guarda caso” sembra dire, “guarda che coincidenza”: il senso è quello di invitare la persona che guarda a notare una coincidenza, una cosa che è avvenuta e che sembra proprio essere legata ad un’altra. Da leggere non senza ironia, l’artista non crede affatto si tratti di una coincidenza, anzi, è convinta che ci sia causalità, e non casualità, nel raccontare il suo incontro con un luogo già fortemente connotato.
Di fatto il suo intervento si insinua negli spazi dello storico laboratorio di restauro dando vita a un imprevedibile dialogo tra ciò che è stato e ciò che sta avvenendo. 
“Interpreto questo mio intervento” racconta l’artista, “come una collaborazione con il laboratorio, non solo per il piacere di incontrare (e fare incontrare) materiali interessanti, la cui presenza è tanto casuale quanto temporanea, ma anche per organizzare una sorta di esposizione dei suddetti materiali selezionati assieme a lavori miei, pertinenti. Due anni fa ho fatto una cosa del genere, con differenti modalità, allo CSAC di Parma. Quasi tutti i lavori in mostra sono molto collegati con l’idea di guardare il formarsi dei lavori, limitando l’intervento dell’’artista’ ad una forma accompagnatoria del divenire. La differenza tra il 2007, quando realizzammo i primi disegni per feste con una macchina che dipinge con pennello ed inchiostro ed oggi, è che nel frattempo abbiamo maturato la convinzione (come ci dice la scienza) che la nostra presenza influenza la realtà.”

Eva Marisaldi, Guarda caso, LabOratorio degli Angeli, Bologna 2023 – Foto Ela Bialkowska – OKNO Studio

La scelta dei lavori in mostra, sembra rispecchiare questa sua spiegazione.  
Sui grandi tavoli da lavoro dell’ex Oratorio, Marisaldi colloca una selezione di opere tra quelle attualmente in restauro accompagnata da un intervento grafico ad esse ispirato e che si sviluppa nella sala per alcuni metri, “nuvole di scarabocchi ritmici e ricorrenti”, come li definisce l’artista, realizzati mediante un dispositivo robotico prodotto in collaborazione con Enrico Serotti. In dialogo con un’incisione raffigurante Santa Maddalena de’ Pazzi, l’artista espone materiale del suo archivio personale, relativo alla performance “Changing bags”, realizzata allo Studio Guenzani nel 1992 e ispirata proprio alla mistica carmelitana.
Ricordiamo in cosa consisteva “Changing bags”. Il titolo è mutuato dai sacchi  usati dai reporter per cambiare la pellicola delle vecchie macchine fotografiche: prendendo spunto dal libro Le parole dell’estasi di Maria Maddalena de’ Pazzi (del 1984, a cura di Giovanni Pozzi) l’artista aveva chiesto ad alcune persone di registrare ciò che li circondava, distribuiti in quattro punti della sala, scrivendo su un quaderno chiuso in una sacca nera e potendosi orientare solo tattilmente, tramite una linea traforata posta a metà pagina. Il risultato è una sorta di scrittura automatica, fuori dalla portata dell’occhio e dunque fuori controllo. Allo stesso modo potremmo leggere gli innumerevoli e malfermi segni che corrono tra oggetti e spazi bianchi. Suoni fatti segni, questi lievi e tremolanti grafismi sembrano emanare dallo stesso spazio, deboli rumori, scricchiolii che racconano del temp che passa, del deperimento e ripristino della materia, della cura e della perdita. Non scrittura e non ancora disegni, sono delle vibrazioni fuori controllo, appunto, sismografi dell’ineffabile.
La mostra continua con “Narciso” (2022), una scultura inedita che, giocando con l’estetica aleatoria, unisce suono e luce: una scatola sonora che proietta sul soffitto dei pattern laser di luce rossa e presenta alla sua sommità due mani in filo d’argento che mimano con loro la gestualità il gioco degli elastici tra le dita. 
Completano la mostra alcune grandi carte del ciclo “Parties” (2006-2007) e la coinvolgente “3000 pagine” opera sonora che Marisaldi ha prodotto nell’aprile del 2018 nel piccolo Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, a Bologna. L’artista ha chiesto ad un gruppo di performer volontari di partecipare a un’azione collettiva, sfogliando all’unisono le pagine di un elenco telefonico sotto la direzione dal musicista Enrico Serotti. Il risultato finale, un’onda sonora ricavata dal montaggio della registrazione di più azioni e trasmessa attraverso grandi altoparlanti fatti di lastre di cartone, è declinato dall’artista in un raffinato riferimento alla carta e alla sua matericità evocativa e che trova nuova celebrazione e enfasi riproposto all’interno dell’atelier di restauro dove la carta è abitualmente “curata”.

Eva Marisaldi – Guarda caso
A cura di Leonardo Regano
Fino al 18 marzo 2023
LabOratorio degli Angeli, Bologna

Eva Marisaldi, Guarda caso, LabOratorio degli Angeli, Bologna 2023 – Foto Ela Bialkowska – OKNO Studio