ATP DIARY

Emanuele Becheri e l’ambiguità del gesto

[nemus_slider id=”43900″] Il gioco metaforico del togliersi e mettersi la maschera affascina non solo l’artista romantico, ma anche la persona socievole che, a dispetto dell’apparenza, sa che, tra la gente, la recita non ha mai conclusione. Tra il nascondersi e il mostrarsi, rivelare o zittirsi, c’è di mezzo la “scenografia” delle apparenze, il gioco dei […]

[nemus_slider id=”43900″]

Il gioco metaforico del togliersi e mettersi la maschera affascina non solo l’artista romantico, ma anche la persona socievole che, a dispetto dell’apparenza, sa che, tra la gente, la recita non ha mai conclusione. Tra il nascondersi e il mostrarsi, rivelare o zittirsi, c’è di mezzo la “scenografia” delle apparenze, il gioco dei ruoli, la messa inscena: in pratica l’esistenza tutta è fatta di piccole parti da protagonista o, capita spesso, da comparsa. In questa tiritera che è la nostra vita, ingannevole come poche altre forme di intellettuale comprensione, l’essere o “il fare” l’artista consente di “giocare” (nel senso di play, recitare), più di altri.

Conscio di quanto il “sistema dell’arte” sia un’appassionante “rappresentazione”, Emanuele Becheri, nella sua ultima “prova” espositiva alla Rita Urso artopiagallery  (fino al 12 giugno 2015), sembra deviare dalla sua canonica ricerca per avventurarsi con un altro tipo di “commedia”. Resta l’artista ma, anziché continuare la sua ricerca sul segno, sulla traccia, sulla casualità, l’aleatorietà… cambia verso e mette al centro della sua opera se stesso: nudo o semi-nudo, camuffato, mutilato, agghindato e imbellettato, sbarbato e capelluto. In mostra una lunga serie di autoritratti tracciati con segno rapido su fogli di carta contornati da un ampio (forse anche troppo) passepartout. La serie è presentata come un corpo di opere in cui per la prima volta l’artista “condivide quanto nella sua ricerca artistica è sempre rimasto celato: la genesi dell’opera, il momento creativo.”

Se queste sono le premesse, vien da chiedersi: L’opera nasce tra le sfaccettate identità dell’artista? Nel suo mettersi a nudo?

“Giocando seriamente”, Emanuele Becheri sembra confondere il mezzo con il fine, oppure – forse più probabile – ci inganna anche grazie a questa confusione di “finalità”.  Per la prima volta l’artista si cimenta con un tipo di disegno che definirei descrittivo: i segni a penna descrivono l’artista in diverse pose e ‘ruoli’, mentre compie azioni – alcuni anche oscene, tipo urinare su un muro componendo la scritta “Va pensiero…”, diventato il titolo della mostra -, cammina per restare in equilibrio, compie il gesti di presentare il vuoto o una marionetta. La maggior parte delle rappresentazioni, invece, presentano l’artista statico, assorto. Il suo corpo non è mai integro: o è nascosto da abiti, fasciature, costumi di scena, oppure è tronco, tagliato, monco e reciso. La confusione dove sta? La genesi dell’atto creativo è annidata nell’atto del disegnare o nell’atto di presentarsi come clown, equilibrista, folle, burattino (e burattinaio), santo, mendicante, manichino ecc.?

L’artista, brevemente, mi spiega che questa serie di disegni è molto vicina ad un’altra ricerca che sta compiendo, quella in ambito sonoro. Altro tassello da incastrare in quella che sembra un ampio puzzle da comporre (o risolvere). Frutto di un atto “irriverente e provocatorio”, l’artista sostiene con questa mostra che per rendere intellegibile la sua opere non sono necessarie “complesse costruzioni concettuali” ma un ritorno all’immediatezza. Il segno che definisce i vari personaggi però, non sembra né istintivo né tanto meno immediato, bensì molto calcolato e controllato. Anche in questo caso, allora, l’artista ci imbroglia nuovamente.

Forse, ciò che Becheri vuole dimostrare è che l’artista è, né più né meno, che è un impostore, una canaglia al servizio del piccolo e ingordo sistema dell’arte…

Emanuele Becheri,    Va,   Pensiero...,   2013,   pen on paper,   29x21 cm (without frame),   Courtesy Rita Urso artopiagallery,   Milano
Emanuele Becheri, Va, Pensiero…, 2013, pen on paper, 29×21 cm (without frame), Courtesy Rita Urso artopiagallery, Milano
Emanuele Becheri,    Va,   Pensiero...,   2013,   pen on paper,   29x21 cm (without frame),   Courtesy Rita Urso artopiagallery,   Milano
Emanuele Becheri, Va, Pensiero…, 2013, pen on paper, 29×21 cm (without frame), Courtesy Rita Urso artopiagallery, Milano
Emanuele Becheri,    Va,   Pensiero...,   2013,   pen on paper,   29x21 cm (without frame),   Courtesy Rita Urso artopiagallery,   Milano
Emanuele Becheri, Va, Pensiero…, 2013, pen on paper, 29×21 cm (without frame), Courtesy Rita Urso artopiagallery, Milano