E’ in corso fino al 18 ottobre 2024, un duplice progetto nato dalla collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura e la Galleria Posibilă di Bucarest: Eddlesea. Il tempo metabolico sviluppato su due sedi coinvolge artisti provenienti sia dall’Italia che dalla Romania.
Progetto ambizioso e imprevedibile, la sua doppia identità rispecchia sia la forma che il contenuto delle stesse mostre. Elogio del sogno in tutte le sue forme, la mostra è stata pensata dal curatore Andrea Lerda, come un viaggio all’interno di un universo appena nato e rende omaggio alla creatività in quanto esercizio di fondamentale importanza per delineare i contorni di un nuovo sense of beginning.
Le certezze dell’essere umano sembrano evaporare tra narrativa speculativa e fantascientifica che ambisce a suggerisce una realtà immaginaria dai contorni postumani.
Le opere di Alexandra Boaru, Bea Bonafini, Lena Kuzmich, Flaminia Veronesi esposte alla Galeria Posibilă, e quelle di Mali Weil all’ Istituto Italiano di Cultura, Bucharest propongono scenari alternativi a quelli conosciuti, paesaggi ideali al limite tra possibile e inverosimile.
I quattro artisti in mostra presso la Galeria Posibila danno della rappresentazione della realtà prospettive future e visionarie. “Gli scenari che i loro lavori propongono, possono essere intesi sia come nuove prospettive cosmiche verso le quali tendere, sia come realtà già presenti ma oscurate dall’incapacità umana di interpretare in maniera piena e risonante la propria condizione di interdipendenza con il circostante.” Scrive il curatore, “ Ai discorsi sull’iperoggetto “Antropocene”, le loro visioni preferiscono un’attività di riscrittura delle coordinate biologiche, culturali e relazionali che fino a oggi hanno definito e regolato la parabola umana.”
La ricerca di Flaminia Veronesi, è indirizzata verso la rilettura del pensiero di Maria Montessori – pedagogista, educatrice e tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia – che a inizio Novecento delineò una prospettiva innovativa nell’ambito delle riflessioni e delle rivendicazioni femministe. Gli acquerelli reinterpretano l’immagine della “donna pioniera”, dando forma a un nuovo immaginario simbolico del materno, nel quale le virtù del femminile come la cura, l’accoglienza e il legame con il naturale sono deflagrate in un nuovo sentimento universale.
Il video Chimera (2022), dell’artista di origini viennesi Lena Kuzmich, racconta di un mondo dove tutti i cicli naturali sono fluidi, nel quale non c’è inizio e non c’è fine, solo trasformazione. All’interno di Chimera, il concetto di “vita”, così come lo abbiamo sempre conosciuto e raccontato, non esiste più. Anche quello di “corpo”, un tempo percepito come entità stagna e dai contorni definiti, è ora deflagrato nell’immagine di un assemblage di organismi che si riconoscono come necessari.
L’opera May all sleep be equally peaceful (2024) di Alexandra Boaru sviluppa una ricerca pluriennale che vede l’artista rumena impegnata in un costante tentativo di decostruire i confini tra umano e altro dall’umano. Alexandra Boaru prende atto del fatto che tutti i corpi sono sistemi complessi in divenire, costantemente permeati e permeanti. Superata la convinzione della carne umana come entità pura e superiore rispetto al maelstrom biologico (Edward Wilson, 1984) degli altri mondi viventi, l’artista ritrae un’anatomia post-umana fondata sul principio della codipendenza. Le cinque sculture in argilla – disposte sui ripiani di una scaffalatura metallica e attivati da alcuni performer in occasione dell’inaugurazione della mostra – sono corpi ibridi dotati di speciali potenzialità articolari.
Il grande tappeto dal titolo Shape-shifting II (2018), di Bea Bonafini probabilmente da intendersi come piccolo frammento di una scena molto più grande, è il mezzo grazie al quale l’artista ci invita a guardare attraverso il mondo che la sua sensibilità ha intercettato. Un’immagine caleidoscopica mescola riferimenti di varia natura. In primo piano, la silhouette frammentata di un corpo femminile, ritratto a gambe aperte, allude all’esperienza della genesi e della fecondazione. In secondo piano, sagome fluttuanti di colore giallo pallido e ocra fanno riferimento a figure ibride ritratte in alcune pitture rupestri.
L’opera Rituals. The Mountain of Advanced Dreams, esposta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, è l’ultimo di una serie di lavori che il collettivo italiano Mali Weil ha realizzato nell’ambito di una ricerca pluriennale incentrata sulla riconfigurazione delle relazioni culturali, sociali e giuridiche tra esseri umani e other than human.
L’installazione video a due canali, vincitrice nel 2023 del bando Italian Council del Ministero della Cultura, rappresenta il primo di una serie di episodi che tracciano i contorni di un universo possibile, nel quale vengono immaginate, come attività già attive e diffuse a livello globale, una serie di pratiche identificate con il nome di “diplomazie interspecie”. In Rituals, Mali Weil adottano una narrazione di impianto fictional e un approccio dal carattere speculativo per descrive una realtà nella quale l’arte della diplomazia interspecie è una pratica che gli esseri post-umani apprendono e tramandano mediante pratiche rituali condivise.
Scrive il curatore: “Il tempo in cui l’anthropos si considerava divoratore che non poteva essere divorato, e dunque essere in cima alla catena alimentare, è ormai un ricordo lontano. Le nuove creature, prodotto della metamorfosi e del dialogo interspecifico, sono aperte alla violenza dell’ibridazione tra umano e animale, nella consapevolezza acquisita di essere un’unica materia vivente. Nel video a due canali vengono rappresentati, mediante 3 riti diversi, temi che si annodano attorno ai concetti di corpo, divorazione e morte.
Nei primi due, il protagonista Oksivet viene condotto attraverso due riti di passaggio della carriera diplomatica: quello necessario per accedervi e quello per uscirvi, entrambi mediante l’attivazione di un processo di “divorazione”. Il terzo rito è un’iniziazione, tramite l’antico cerimoniale dionisiaco dell’oscillare, che nel mondo delle Diplomazie Interspecie permette l’accesso alla Montagna dei Sogni Avanzati, dunque a una forma di conoscenza e di connessione con l’alterità che avviene attraverso la pratica di un sogno “condiviso”. Rituals, parte del più ampio progetto The Mountain of Advanced Dreams e dell’esperienza di ricerca dal titolo Scuola di Diplomazie Interspecie e Studi Licantropici, forza i limiti del reale e delinea i nuovi confini di un universo di coesistenza interspecie.” (Tratto dal testo in mostra scritto dal curatore Andrea Lerda)