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Il deserto del reale | “Don’t worry, this will all be over soon” – Galerie Gregor Staiger, Milano

Testo di Camilla De Siati — “Don’t worry, this will all be over soon” è un manifesto, una rassicurazione ripetuta nel momento in cui si attraversano tempi bui oppure è una frase capitale che si ripete in un loop eterno? Frammenti di architetture, rovine bruciate. Forse siamo vicini all’annientamento, sul ciglio di un abisso che […]

Gabriele Garavaglia, Overtime, 2023, mannaia, cravatta di seta, 3,5 x 32 x 11 cm. Courtesy Galerie Gregor Staiger

Testo di Camilla De Siati

“Don’t worry, this will all be over soon” è un manifesto, una rassicurazione ripetuta nel momento in cui si attraversano tempi bui oppure è una frase capitale che si ripete in un loop eterno? Frammenti di architetture, rovine bruciate. Forse siamo vicini all’annientamento, sul ciglio di un abisso che il titolo, come uno slogan, sembra voler proclamare. Allestita su i due piani della Galerie Gregor Staiger con sede a Milano, presenta opere in successione armonica ma non lineare. La mostra è un interrogativo e tante sono le risposte possibili.
Il percorso dell’esposizione si sviluppa partendo da quattro sculture di Jan Vorisek “SAY NO AFTER SAYING YES”, “Probability Machine”, “Spinal Semiotics” (tutte del 2020) e “Untitled” (2022). Assemblaggi e ricostruzioni appartenenti ad un linguaggio post-architettonico. Resti di droidi e astronavi distrutte composte da materiali di scarto provenienti da imballaggi. Quasi come se l’involucro esterno degli oggetti diventasse gli oggetti stessi.
Quattro pezzi che mi rimandano al Corpo Senz’organi di Artaud: un corpo frammentato e in pezzi che si scompone e ricompone per dare origine ad una nuova forma.
Accanto agli interventi orizzontali di Vorisek, spicca in verticale “Eager” (2023) di Gabriele Garavaglia. Un ascensore di acciaio realizzato in scala reale, che rivela una fessura rosso sangue. Appare come un dipinto astratto montato a parete. Una possibilità di fuggire o un buco nero che ci risucchia e attrae. Salita o discesa?
Garavaglia associa e combina diversi mezzi e significati per sfumare il confine tra finzione e realtà. Profondamente illusorio e fortemente iperrealista, così come in “Overtime”(2023), una mannaia custodita in una cravatta arrotolata posta su un tavolino bianco accanto a due numeri di Flash Art.
Due dipinti di Guillaume Dénervaud ci accompagnano verso il piano superiore della galleria: ritraggono ecosistemi fittizi, foreste con forme organiche contrapposte a geometrie e strutture architettoniche. Una prima visione di “He’s working at Vapors Corp” (2022) potrebbe rimandare ad uno scenario post-apocalittico dominato da micro organismi benevoli che fluttuano leggeri. Ma una let- tura più attenta, in particolare scorgendo il secondo dipinto posto sulle scale “Shadow
“Escapers” (2022) e associandolo al primo, rivela una visione distopica e cupa di una flora mutante che invece di abitare gli spazi li invade. Le forme di vita parassite di Dénervaud che proliferano tra le rovine di un futuro terrestre, accendono un’analisi attenta sull’attuale instabile condizione del pianeta. Tuttavia le note di una versione rallentata di “Better Off Alone” di Alice DeeJay, ci scuotono dall’inquietudine e ci invitano a salire le scale per la visione di “I Am So Full of Longing and Desire it Gu- shes Out of My Knees as They Scrape the Ground Upon Which I Crawl Toward You” (2020) di Tita Cicognani.

Tita Cicognani, I Am So Full of Longing and Desire it Gushes Out of My Knees as They Scrape the Ground Upon Which I Crawl Toward You, 2020. Still. Video a singolo canale, HD, colore, sonoro, 6’29’’. Courtesy Galerie Gregor Staiger
DON’T WORRY, THIS WILL ALL BE OVER SOON, 2023, Exhibition view, Galerie Gregor Staiger, Milan. Courtesy Galerie Gregor Staiger

Una ragazza realizzata in CGI, striscia e si dimena attraverso sfere celesti, spiagge e deserti per ritrovare la persona che un tempo le aveva regalato un mazzo di fiori.
A tratti emergono GIF generate al computer, provenienti dalla trash culture (come Legally Blonde, Kim Kardashian e Kanye West), cuori glitter e farfalle che volano sullo schermo. L’impianto umori- stico e ridicolo degli spezzoni che si intromettono all’interno dell’opera, distolgono per un attimo l’attenzione dalla trama del video. Ginocchia sbucciate ed euforia ci invitano a riflettere sui rapporti di potere e desiderio, un desiderio precario e deleterio.
Primi piani del volto piangente dell’avatar si intervallano a ferite, a balli forsennati. L’atto dello stri- sciare inteso anche come porsi in ginocchio per adorare. “Better off alone” ? Piacere e degradazione, deserti post-apocalisse in cui non vorremo mai ritrovarci soli.
Ad annullare quel malinconico senso di isolamento, una veduta lontana si apre davanti ai nostri occhi e un’immagine di una ragazza che danza: “Parque de la Leyenda” (2020) e “Guacherna” (2018) di Jim C. Nedd. La prima è un’immagine scattata a Valledupar durante il Val- lenato Legend Festival, uno dei più importanti eventi musicali della Colombia. La seconda è stata scattata durante la sfilata di carnevale della Guacherna. Memorie collettive ed esperienze condivi- se si fondono in uno scenario scuro, quasi fosse un avvertimento: l’unica speranza che ci rimane è riposta nel senso comunitario, nei rituali di aggregazione sociale e nelle reciproche alleanze.

“Don’t worry, this will all be over soon” è un monito, una proiezione di futuri infausti forse fin troppo simili ad una mimesi del reale. Forse non abbiamo bisogno di quella frase capitale del titolo che ci ricorda la nostra imminente caduta. Non abbiamo più bisogno di fruire visioni estetizzate di un’apocalisse color deserto.
Forse abbiamo solo bisogno di spinte reazionarie, ipotesi per un nuovo sguardo esistenziale che ci portino davvero a trasformare il reale. Il dubbio rimane aperto.

DON’T WORRY, THIS WILL ALL BE OVER SOON
Tita Cicognani, Guillaume Dénervaud, Gabriele Garavaglia, Jim C. Nedd, Jan Vorisek

13 Aprile – 1 Luglio, 2023
Galerie Gregor Staiger, Milano

DON’T WORRY, THIS WILL ALL BE OVER SOON, 2023, Exhibition view, Galerie Gregor Staiger, Milan. Courtesy Galerie Gregor Staiger