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Do Not Abandon Me: Louise Bourgeois in mostra a Firenze

You need a mother. I understandbut I refuse to be your mother becauseI need a mother myselfLouise Bourgeois, Diario, 16 marzo 1976. Artista tra le più emblematiche del XX e XXI secolo, Louise Bourgeois (Parigi 1911 – New York 2010) arriva per la prima volta a Firenze con una doppia mostra visibile fino al 20 […]

You need a mother. I understand
but I refuse to be your mother because
I need a mother myself
Louise Bourgeois, Diario, 16 marzo 1976.

Artista tra le più emblematiche del XX e XXI secolo, Louise Bourgeois (Parigi 1911 – New York 2010) arriva per la prima volta a Firenze con una doppia mostra visibile fino al 20 ottobre 2024 al Museo Novecento e al Museo degli Innocenti. Do Not Abandon Me, a cura di Philip Larratt-Smith, curatore dell’archivio letterario dell’artista e Sergio Risaliti e in collaborazione con The Easton Foundation ha portato un nucleo di quasi cento opere nelle sale del Museo Novecento, l’Istituto degli Innocenti accoglie invece Cell XVIII (Portrait) un’importate lavoro della serie Cells selezionato da Philip Larratt-Smith in collaborazione con la direttrice degli Innocenti Arabella Natalini e Stefania Rispoli curatrice invece del Museo Novecento. 
In mostra dunque una selezione molto importante di opere, tutte realizzate negli anni 2000,  che tra sculture in bronzo, stoffa e un’ampia selezione di lavori su carta dalle gouache ai disegni, indaga con delicatezza uno dei temi centrali del lavoro di Bourgeois: il rapporto tra madre e figlio.

Quella che ci viene raccontata dall’artista francese è una maternità avvolta da incertezze e inquietudini, sensazione che torna a sentire con forza con l’avvicinarsi della vecchiaia che la rende sempre più fragile e dipendente dagli altri. La mostra, che si snoda in due piani del museo fiorentino, propone un’ampia selezione di gouache rosse, realizzate negli ultimi cinque anni di carriera quasi come un testamento del proprio lavoro. Le gouache ci trasportano in una dimensione onirica, avvolta da incubi, in cui i confini fisici tra madre e figlio si perdono; è infatti proprio in questa diade che la Bourgeois riconosce il modello di tutte le relazioni future e che diventa spunto per affrontare il tema dell’abbandono.

L’opera più emblematica della retrospettiva è posta al centro del cortile rinascimentale del museo, Spider Couple (2003) è infatti uno dei suoi iconici ragni in bronzo, presenza minacciosa e al contempo incarnazione dell’idea protettiva di madre. Sebbene Bourgeois si sia dedicata ampiamente alla pittura e al disegno, nel corso degli anni sarà soprattutto la scultura a raggiungere le forme più interessanti del suo pensiero artistico. L’artista attraverso continui riferimenti autobiografici rielabora il proprio vissuto in chiave metaforica, esorcizzando i suoi dolori e indagando le complesse dinamiche della psiche umana. 

Particolarmente interessante anche la serie di stampe digitali su tessuto Do Not Abandon Me (2009-10) realizzata in collaborazione con l’artista britannica Tracey Emin e che unisce con grande continuità le due espressioni artistiche nonostante la differenza di età e di linguaggio. Cross, lavoro in bronzo del 2002, è accolto invece nell’ex chiesa del complesso museale mentre un altro ragno, di più piccole dimensioni e con un uovo in marmo, Spider, viene esposto per la prima volta nelle sale al primo piano del museo. 

La mostra ripropone la collaborazione tra il Museo Novecento e il Museo degli Innocenti che ospita l’opera Cell XVIII (Portrait) del 2000, lavoro dal forte impatto visivo e in stretto dialogo con il complesso quattrocentesco progettato da Filippo Brunelleschi. L’opera fa parte della serie delle Cells e rievoca e reinterpreta l’iconografia della Madonna della Misericordia in dialogo con le opere della collezione permanente e fortemente rappresentativa della vocazione che caratterizzava l’istituto fin dalla sua creazione. Il nome della serie gioca sul duplice significato della parola Cell traducibile come “cella” ma anche come “cellula” richiamando una condizione di isolamento, espresso dalle sbarre dietro cui vediamo la scultura, ma anche l’unità primaria di tutti gli elementi viventi. 

Bourgeois attraverso le sue opere indaga le complesse dinamiche del dolore e della paura, come scrive: “Ogni Cell ha a che fare con la paura. La paura è dolore. Spesso non viene percepita come tale, perché si maschera sempre. Ogni Cell ha a che fare con il piacere del voyeur, il brivido di guardare e di essere guardati. Le celle ci attraggono o ci respingono. C’è questa urgenza di integrare, fondere o disintegrare”.

Le mostre del progetto Luise Bourgeois in Florence sono state inaugurate in concomitanza con altre tre mostre dedicate all’artista francese, due a Roma rispettivamente Memorie Inconsce alla Galleria Borghese e No Exit a Villa Medici mentre a Napoli la Galleria Trisorio accoglie Rare Language

Louise Bourgeois LES FLEURS, 2009 Gouache on paper, suite of 12 59.7 x 45.7 cm, each sheet Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by S.I.A.E., Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY