Intervista con Diana Baldon, la direttrice della Fondazione Modena Arti Visive

"Tra gli obiettivi principali c’è la promozione delle più innovative pratiche artistiche internazionali del 21mo secolo, privilegiando forme di attivazione e di contaminazione tra discipline e contesti diversi. "
9 Dicembre 2017
Esterno della Palazzina dei Giardini, photo Paolo Terzi

Esterno della Palazzina dei Giardini, photo Paolo Terzi

Lo scorso ottobre è nata la Fondazione Modena Arti Visive, un’istituzione d’arte e cultura visiva contemporanee che unisce le eredità della Galleria Civica di Modena, della Fondazione Fotografia Modena e del Museo della Figurina. Voluta dal Comune di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena a dirigerla sarà la storica dell’arte e curatrice Diana Baldon, già alla guida di Fondazione Fotografia Modena dal 1° giugno scorso.

Segue l’intervista con Diana Baldon —

ATP: Dopo la tua direzione della Malmö Konsthall di Malmö (Svezia), sei arrivata a Modena prima in veste di direttrice della Fondazione Fotografia Modena e da ottobre di direttrice generale della neonata Fondazione Modena Arti Visive. Che cosa porti in Italia del tuo background internazionale e cosa significa per te questo ritorno alle origini?

Diana Baldon: Avendo lavorato all’estero per quasi vent’anni, porto con me un vasto spettro di esperienze nel campo dell’arte contemporanea internazionale. Prima della Malmö Konsthall sono stata direttrice di Index – The Swedish Contemporary Art Foundation. Dal 2011 al 2016 in queste due istituzioni svedesi ho curato mostre personali di artisti quali Nina Beier, Cornelius Cardew, Joan Jonas, Goshka Macuga, Ad Reinhardt, Lili Reynaud-Dewar e Heimo Zobernig. Tra il 2007 al 2011 ho lavorato come curatrice e docente dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, una delle migliori scuole in Europa, dove ho avuto l’onore di lavorare accanto ad artisti e teorici importanti come Monica Bonvicini, Harun Farocki, Chantal Mouffe e Diedrich Diederichsen. In parallelo, ho anche curato molte mostre per biennali internazionali, come la seconda Biennale di Atene nel 2009, e per musei come il MIT List Visual Art Center di Boston e il Mudam – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean in Lussemburgo. Avendo studiato in Emilia-Romagna, a Bologna nello specifico, ma non avendo mai lavorato in Italia, sono felice di tornare e portare il mio contributo in una città come Modena che ha un’importante tradizione culturale. Soprattutto in un momento in cui nel settore dell’arte contemporanea vi sono iniziative molto significative che, finalmente, cominciano ad avere visibilità anche a livello internazionale.

Katharina Grosse, Another Man Who Has Dropped His Paintbrush, Palazzina dei Giardini, 2008

Katharina Grosse, Another Man Who Has Dropped His Paintbrush, Palazzina dei Giardini, 2008

ATP: La Fondazione Modena Arti Visive riunisce tre enti: la Fondazione Fotografia Modena, la Galleria Civica e il Museo della Figurina. In che forma? 

DB: La Fondazione Modena Arti Visive è un’istituzione d’arte e cultura visiva contemporanea nata dalla volontà da parte del Comune di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena di unire le eredità e le anime della Galleria Civica di Modena, della Fondazione Fotografia Modena e del Museo della Figurina. L’obiettivo dell’operazione è proprio la massima integrazione possibile delle tre istituzioni culturali modenesi senza rinunciare ai loro specifici percorsi storici, nonché tutelare e aumentare la visibilità dei loro patrimoni collezionistici. Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena e Museo della Figurina manterranno dunque le loro identità per le quali sono riconosciuti e apprezzati. Tra qualche anno, inoltre, le sedi delle tre istituzioni diventeranno parte integrante del nuovo Polo della cultura modenese, all’interno dell’ex ospedale estense Sant’Agostino, al termine di importanti lavori di restauro e di riqualificazione che inizieranno il prossimo anno.

ATP: Ci racconti quali sono le tue aspettative per questa nuova esperienza professionale? 

DB: La sfida principale sarà innanzitutto riuscire ad armonizzare il prima possibile tre istituzioni che, dal punto di vista amministrativo e gestionale, operano in modi diversi, provenendo sia dal settore pubblico che da quello privato. Dal punto di vista delle collaborazioni, ho una vasta rete di contatti internazionali ed è mia intenzione sensibilizzarli e coinvolgerli nelle attività della nuova fondazione. Per quanto riguarda le collaborazioni locali e regionali, ho da poco iniziato la mia fase di conoscenza e ricognizione e sto familiarizzando con questi contesti. Tuttavia, la mia impressione è che la città di Modena offra molte occasioni di collaborazione, avendo la fortuna di essere la sede d’iniziative di rilevanza nazionale, basti citare il Festival di Filosofia. Tali opportunità creano sinergie importanti per il pubblico locale.

ATP: Su cosa verterà il tuo programma?

DB: Come ho già ricordato, mi sono insediata da poco ed è presto per anticipare un programma espositivo in quanto questo deve integrare le anime di tre istituzioni culturali molto diverse tra loro. Posso dire che sicuramente alle mostre temporanee e ai corsi di alta formazione didattica verrà integrato un programma amplio e diversificato indirizzato a diversi tipi di pubblico che comprenderà laboratori pedagogici, performance, conferenze, concerti, progetti nello spazio pubblico e residenze d’artista.
Tra gli obiettivi principali c’è la promozione delle più innovative pratiche artistiche internazionali del 21mo secolo, privilegiando forme di attivazione e di contaminazione tra discipline e contesti diversi. Nell’ambito dell’educazione visiva, ci saranno approfondimenti critici e ricerche teoriche per riflettere sulla radicale trasformazione che l’arte e l’immagine hanno subito negli ultimi decenni in seguito all’impatto delle nuove tecnologie digitali e ai contesti da loro aperti per la condivisione di informazioni e servizi.

Cesare Leonardi, veduta della mostra L'Architettura della Vita, Palazzina dei Giardini, 2017, photo Paolo Terzi

Cesare Leonardi, veduta della mostra L’Architettura della Vita, Palazzina dei Giardini, 2017, photo Paolo Terzi

Pawel Althamer, Venetians, nell'ambito della mostra "La memoria finalmente", Palazzina dei Giardini, 2016, photo Paolo Terzi

Pawel Althamer, Venetians, nell’ambito della mostra “La memoria finalmente”, Palazzina dei Giardini, 2016, photo Paolo Terzi

Diana Baldon, Direttrice Fondazione M odena Arti Visive. © Johan Bävman

Diana Baldon, Direttrice Fondazione Modena Arti Visive. © Johan Bävman

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