ATP DIARY

La ricerca appassionata dell’arte – DESIDERIO

[nemus_slider id=”45063″] L’immagine guida mostra un grande diamante stilizzato: una forma archetipa che rimanda anche al titolo “Desiderio”. Il significato di questa parola è denso e articolato, si espande alle forme di potere, al sentire e provare, alla perdita di...

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L’immagine guida mostra un grande diamante stilizzato: una forma archetipa che rimanda anche al titolo “Desiderio”. Il significato di questa parola è denso e articolato, si espande alle forme di potere, al sentire e provare, alla perdita di ragionevolezza, all’amore, al “piacere di stare al mondo”; dalle voglie soddisfatte alle aspirazioni insoddisfatte.

A mio parere, senza citare a man bassa il mare magnum di letteratura che questa parola si porta appresso da secoli, mi piace pensare che desiderio, nel contesto della mostra curata da Arianna Rosica e Damiano Gulli, possa diventare sinonimo di “mancanza” o ancora che sia un concetto che richiede un contesto, una serie di processi concatenati e ineludibili. Di fatto, il desiderare non si focalizza mai in modo puntuale. Quando si pensa, “Desidero un viaggio, un abito, un particolare cibo…” è evidente che non si desiderano in astratto. Si desideriamo in un contesto, nelle circostanze della nostra esistenza. Voglie che nascono dunque, sempre in relazione a qualcosa, come effetto o causa di un ‘agente’: sia esso un’altra persona (penso all’amore, per estremizzare), ad un paesaggio (il tramonto, mi sembra un esempio calzante), ma anche alla professione, alla fama, alla morte… Insomma non si desidera mai qualcosa di isolato, ma sempre in un contesto. In questa prospettiva, le tante opere selezionate dai curatori, non si ‘esauriscono’ dunque nella loro forma e nel pensiero che le ha intenzionate, bensì anche da fatti e aspetti del mondo che, come un gioco di incastri, potremmo (beninteso) spendere.

Il percorso – suddiviso obbligatoriamente da quattro grandi ambienti e un lungo corridoio -, è stato organizzato, in modo spontaneo e istintivo, da atmosfere e rimandi, sia contenutistici che formali. La prima stanza ospita le opere di Goldschmied & Chiari, Stefano Arienti, Liliana Moro, Gianni Caravaggio e Angelo Mosca. Dall’opera pittorica di Angelo Mosca dove il desiderio di libertà fisica diventa ambizione o indipendenza creativa – “La Prigione dell’Arte” (1997) – all’installazione a parete di Goldschmied & Chiari dove delle volute di fumo diventano lussureggianti ‘meduse’ o una propensione verso geometri siderali nell’opere scultorea di Gianni Caravaggio “Cosmicomica” (2006).

Più “impegnata”, come temi il secondo ambiente che ospita le opere di Giuseppe Stampone, Getulio Alviani, Gianfranco Baruchello, Paolo Canevari, Michele Tocca, Hidetoshi Nagasawa e Angelo Sarleti. Dalle ricerche pittoriche disparate e distanti – per generazioni in questo caso, basti pensare ai giovani Mosca e Sarleti -, alle opere impegnate di Canevari e Stampone. Qui il tema della mostra diventa un po’ sfuggente, ma si apprezzano l’alta qualità dei lavori scelti dai due curatori. Notevole il gioco speculare dell’allestimento che mette a confronto le opere del ’78 di Getulio Alviani e quella “ottico-statistico” di Sarleti che ha non a caso come titolo “Studio cromatico-economico” (2014).

La terza stanza si presenta più allegra e giocosa grazie alle opere scultore di Simone Berti, Vedovamazzei e Mauro Vignando. Anche l’opera recente di Paolo Icaro, “Percorso neuronale” (2014), sembra disegnare la danza di elementi cellulari, grazie ad un intricato nastro di ferro. Nel corridoio, Alessandro Gabini, con i delicati ed eterei “Notturni”: disegni lievi a matita su tavole di legno e su carta, che rappresentano, in forme ambigue e sfuggenti, dei cieli-ombre. Accanto, il secondo intervento di Mauro Vignando, “Frisbie’s Pies” (2015).

Discorso a se per Igor Muroni, che ha allestito, con tanto di radio on-air a diffusione continua, una vera propria saletta radiofonica, con opuscoli, DVD, LP, fanzine ecc. Da tempo l’artista e sound designer lavora alla webradio Pre-Delay (in collaborazione con gli gli studenti della NABA) e alla realizzazione di una fanzine omonima. In occasione di Desiderio, Muroni ha realizzato un numero dedicato alla mostra raccogliendo – in via del tutto anonima – i desideri degli artisti invitati alla mostra.

Affianca il progetto, “Cinema Desiderio”, a cura di Barbara Meneghel, che ospita una selezione di opere video ‘animate’ da una smania desiderante di Davide Allieri, Chiara Balsamo, Francesco Bertocco, Filippo Bisagni e Goldschmied & Chiari.

 La mostra è ospitata negli spazi L’ARCA | Laboratorio per le arti contemporanee di Teramo, fino al 6 settembre 2015

Gianni Caravaggio,   Cosmocomica,   2006,   courtesy kaufmann repetto,   - Desiderio,   L'ARCA,   Laboratorio per le arti contemporanee,   Teramo 2015
Gianni Caravaggio, Cosmocomica, 2006, courtesy kaufmann repetto, – Desiderio, L’ARCA, Laboratorio per le arti contemporanee, Teramo 2015
Paolo Icaro,   Percorso Neurale,   2014,   courtesy P420  - Desiderio,   L'ARCA,   Laboratorio per le arti contemporanee,   Teramo 2015
Paolo Icaro, Percorso Neurale, 2014, courtesy P420 – Desiderio, L’ARCA, Laboratorio per le arti contemporanee, Teramo 2015
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