ATP DIARY

Day in, Day out | Tile Project Space, Milano

Testo di Martina Matteucci — Nel brano Una vita verticale Clara Mazzoleni racconta del suo viaggio solitario a New York alla ricerca di se stessa, lontana da costanti e imperativi. Una volta arrivata nella Grande Mela, nonostante siano a distanza, sente assiduamente il peso del giudizio di amici e parenti e la pervade un sentimento di […]

Day in, Day out, installation view, courtesy Tile project space
Day in, Day out, installation view, courtesy Tile project space

Testo di Martina Matteucci

Nel brano Una vita verticale Clara Mazzoleni racconta del suo viaggio solitario a New York alla ricerca di se stessa, lontana da costanti e imperativi. Una volta arrivata nella Grande Mela, nonostante siano a distanza, sente assiduamente il peso del giudizio di amici e parenti e la pervade un sentimento di inadeguatezza verso una vita che sembra non appartenerle. L’autrice riflette sul ritmo incalzante dell’esistenza quotidiana, come avviene nella storia raccontata dallo scrittore statunitense David Foster Wallace durante il discorso che tenne nel Maggio 2005 per la cerimonia dei neolaureati al Kenyon College:

Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”

Egli parla della frustrazione emotiva odierna e di come sia facile dimenticare le cose ovvie. Ragionare con coscienza e consapevolezza rispetto alle azioni abituali che compiamo e alla realtà che ci circonda è fondamentale ed è un esercizio che andrebbe fatto day in day out, giorno dopo giorno. Il concept della mostra è proprio quello di promuovere un’espressività libera e svincolata dai parametri di efficienza ai quali siamo costantemente sottoposti, dove il rapporto nei confronti del mondo avviene in modo sensibile e del tutto personale. Questo legame diretto e spontaneo con la realtà si percepisce sia nella disposizione delle opere che nella ricerca da parte degli artisti di quegli aspetti della vita che all’apparenza sembrano scontati ma che, con il passare del tempo, fanno da sfondo all’esistenza e diventano quasi invisibili ai nostri occhi. Le opere presenti sono state prodotte espressamente per la mostra e dialogano bene tra loro nella creazione di un ambiente che rimanda ad una spensieratezza quasi fanciullesca, in antitesi con il trantran quotidiano.

Agnese Smaldone Buccia (2018) oil on panel, MDF 110x140x35 cm. Courtesy Tile project space and the artist
Agnese Smaldone Buccia (2018) oil on panel, MDF 110x140x35 cm. Courtesy Tile project space and the artist
Alice Visentin, La donna e il vento, 2018, oil on canvas, 130 x 150. Courtesy TILE project space and the artist
Alice Visentin, La donna e il vento, 2018, oil on canvas, 130 x 150. Courtesy TILE project space and the artist

Nello spazio dalle pareti piastrellate della no profit milanese, Giulio Scalisi (Salemi, 1992) con Don’t do it Bianca! parla della fatica di diventare grandi e posiziona delle sagome a forma di fiore che si ripetono lungo il perimetro della stanza e che inscenano un dialogo tra una madre e la figlia adolescente. In Buccia Agnese Smaldone (Rho, 1996) trasforma un espositore di gelati e gli conferisce forme antropomorfe che sorreggono due tavole ad olio disposte una opposta all’altra. Alice Visentin (Ciriè, 1993) in La donna e il vento, La sentenza e Donna con giglio dipinge ad olio su tela figure impassibili, imponenti nelle loro dimensioni, i cui corpi si mescolano a tratti allo sfondo in un rapporto empatico con l’ambiente vegetale circostante. Il lavoro di Guendalina Cerruti (Milano, 1992) dal titolo The Rapper, the Cutest, the Wounded and a Tree riflette con ironia sulla diversità: l’artista colloca nella stanza una tavola in legno sulla quale fissa quattro berretti ad altrettanti paletti che rimandano a personaggi diversi, ognuno con la propria storia.

Day in, Day out
Guendalina Cerrutti, Giulio Scalisi, Agnese Smaldone, Alice Visentin
con un racconto di Clara Mazzoleni – UNA VITA VERTICALE

A cura di Tile Project Space
Fino al  25 Gennaio 2019

Day in, Day out, installation view, courtesy Tile project space
Day in, Day out, installation view, courtesy Tile project space
Agnese Smaldone Buccia (2018) oil on panel, MDF 110x140x35 cm. Courtesy Tile project space and the artist
Agnese Smaldone Buccia (2018) oil on panel, MDF 110x140x35 cm. Courtesy Tile project space and the artist
Giulio Scalisi, Don’t do it Bianca! (detail), 2018, marker on paper and modelin clay variable dimensions. Courtesy Tile project space and the artist
Giulio Scalisi, Don’t do it Bianca! (detail), 2018, marker on paper and modelin clay variable dimensions. Courtesy Tile project space and the artist
Alice Visentin, Donna con giglio (2018) oil on canvas 130x150 cm. Courtesy Tile project space and the artist
Alice Visentin, Donna con giglio (2018) oil on canvas 130×150 cm. Courtesy Tile project space and the artist
Guendalina Cerruti, The Rapper, the Cutest, the Wounded and a Tree (detail), 2018, wooden board, photographs, fir needles, plexiglass, screws, bolts, steel plate, chamomile, rosebuds, silk ribbons, embroidered hats, 140x125x42 cm.
Guendalina Cerruti, The Rapper, the Cutest, the Wounded and a Tree (detail), 2018, wooden board, photographs, fir needles, plexiglass, screws, bolts, steel plate, chamomile, rosebuds, silk ribbons, embroidered hats, 140x125x42 cm.
Guendalina Cerruti, The Rapper, the Cutest, the Wounded and a Tree (detail), 2018, wooden board, photographs, fir needles, plexiglass, screws, bolts, steel plate, chamomile, rosebuds, silk ribbons, embroidered hats, 140x125x42 cm. Courtesy
Guendalina Cerruti, The Rapper, the Cutest, the Wounded and a Tree (detail), 2018, wooden board, photographs, fir needles, plexiglass, screws, bolts, steel plate, chamomile, rosebuds, silk ribbons, embroidered hats, 140x125x42 cm. Courtesy