Dan Graham | Galleria Francesca Minini

Graham ha sempre portato avanti un rapporto alla pari con la cultura di massa e con un pubblico non necessariamente composto di addetti ai lavori, da cui ha attinto idee e forme con amore e comunione.
29 Aprile 2019
Dan Graham – Fashion and Architecture, 2019 – Installati view at Francesca Minini, Milan – Photo credits Andrea Rossetti

Testo di Antonio Grulli —

La mostra Fashion and Architecture di Dan Graham, presso la Galleria Francesca Minini di Milano, è un progetto prezioso e importante. Le opere esposte mettono in luce il rapporto tra la sua arte, il mondo della musica e, soprattutto, della moda permettendo di conoscere più a fondo il lavoro dell’artista americano classe 1942 nelle sue molte sfaccettature.

Graham è famoso a livello internazionale per i padiglioni e le sculture realizzate partendo da elementi e materiali architettonici come i metalli, i vetri two-way mirror, le griglie di rampicanti e vegetali, che compongono un vocabolario precisissimo di forme che a sua volta ha influenzato l’architettura e l’arte di oggi. Stupisce come la sua posizione nei confronti del mondo che ci circonda e delle persone che possono trovarsi, più o meno volontariamente, a interagire con le sue opere non sia quella distante, altera e gelida di molti artisti del movimento minimal ad esempio. Graham ha sempre portato avanti un rapporto alla pari con la cultura di massa e con un pubblico non necessariamente composto di addetti ai lavori, da cui ha attinto idee e forme con amore e comunione. I suoi interventi hanno quasi sempre una dimensione ludica, seppur talvolta disturbante e sono in grado di creare una connessione intima, sottile e intelligente con lo spettatore, senza scadere nei facili giochini a cui si sono dedicati poi molti della cosiddetta estetica relazionale.

Dan Graham – Fashion and Architecture, 2019 – Installati view at Francesca Minini, Milan – Photo credits Andrea Rossetti

Graham è un artista che per tutta la sua carriera ha agito come un’antenna attenta anche ai mondi vicini a quello dell’arte come la musica (e questo è un capitolo arcinoto della sua pratica), e la moda. Ed è proprio quest’ultimo aspetto ad essere approfondito da questa mostra: il fatto che sia a Milano la rende ancora più sensata. In questo contesto ci tengo a citare alcune opere. In primis il video di una delle ultime sfilate di Céline, disegnata da Phoebe Philo, per cui Graham ha ideato una lunghissima scultura attorno alla quale si sviluppava la passerella, e sulla quale si moltiplicavano delicatamente deformati gli abiti, i corpi delle modelle e le persone che assistevano. Sono poi presenti dei semplicissimi progetti per un negozio, mai realizzato, in cui il metallo traforato, che è diventato una delle cifre dell’artista, creava un sensuale e quasi voyeristico separatore per i camerini. Infine un bellissimo video di una vera e propria opera d’arte totale in cui Dan Graham unisce: un concerto della band Japanther (da sempre molto vicina al mondo dell’arte), uno spettacolo di marionette realizzato in collaborazione con il maestro Phillip Huber, il set design di Laurent Bergen, un pezzo musicale dell’artista Rodney Graham e le proiezioni di Tony Oursler. Il titolo Don’t Trust Anyone Over 30 riassume alla perfezione un’opera, al tempo stesso leggermente nostalgica ma potentemente viva e attuale, legata alla storia del movimento Hippie e che funziona come strumento di trasmissione di quello spirito e di quegli avvenimenti alle nuove generazioni.

Dan Graham – Don’t Trust Anyone Over 30, 2004 – video, 35,57′ – Photo credits Andrea Rossetti
Dan Graham – Céline Spring 2017 Fashion Show, 2017 – video, 11,02′ – Photo credits Andrea Rossetti
Dan Graham, Untitled, 2019 – two way mirror glass, aluminum, painted wood, 125×100 cm – Photo credits Andrea Rossetti
Dan Graham, Untitled, 2019 – two way mirror glass, aluminum, painted wood, 125×100 cm – Photo credits Andrea Rossetti
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