ATP DIARY

Da Berlino > Patrick Tuttofuoco / John Kleckner

Installation View, 2011, Courtesy Peres Projects, Berlino David Copperfield, 2011, Patrick Tuttofuoco, Courtesy Peres Projects, Berlino Untitled, 2010, John Kleckner, Courtesy Peres Projects, Berlino …and me, 2011, Patrick Tuttofuoco, Courtesy Peres Projects, Berlino David Bowies, 2011 Secondo report by Luciana...

Installation View, 2011, Courtesy Peres Projects, Berlino
David Copperfield, 2011, Patrick Tuttofuoco, Courtesy Peres Projects, Berlino
Untitled, 2010, John Kleckner, Courtesy Peres Projects, Berlino
…and me, 2011, Patrick Tuttofuoco, Courtesy Peres Projects, Berlino
David Bowies, 2011

Secondo report by Luciana Rappo da Berlino per la mostra di Patrick Tuttofuoco e John Kleckner da Peres Projects.
***

Patrick Tuttofuoco ha inaugurato da Peres Projects insieme all’artista americano John Kleckner il 14 gennaio scorso. All’opening tanti artisti, tanti italiani, tutti con la bottiglia di birra in mano. Insomma, atmosfera ‘alternativa’ come piace tanto a Berlino e, d’altra parte, si era proprio nella zona calda delle gallerie: quell’incrocio di strade tra Oranienburger e Friedrichstrasse dove si svolgono anche tanti degli eventi della Biennale.
Patrick ha portato quattro sculture di media grandezza, direi grandezza d’uomo. Tre delle quali davano l’idea di strani totem, presenze ieratiche, leggeri fantasmi di maschere, azzurra, verdina, a pallini, con un unico occhio-bocca-canale di comunicazione e pronte per recitare nel prossimo
film della pixar (questo per parte mia è un complimento, adoro Pixar). I fantasmini sembrano lievitare su piedistalli – in parte di plexiglas colorato e in parte in mdf – che giocano con forme piene e vuote, rotondità e spigoli, curve e linee rette. Le due parti dialogano bene tra loro, un incontro pieno di promesse.
Patrick carica meno le sue sculture di oggetti, di rimandi, di materiali eclettici, si concentra più sull’essenziale diradando l’immagine della maschera, facendola invece fluttuare, pronta a prendere il volo verso chissà dove, eppure tenuta legata alla struttura da una forza invisibile e misteriosa. Ma c’è anche gioco, leggerezza, sguardo autoironico verso ciò che è stato prima e che comunque progredisce trasformandosi in modo intelligente.
L’artista mi ha raccontato che queste opere sono la ricerca di una sintesi tra un certo rigore formale delle opere di qualche anno fa e quelle delle ultime mostre. Ne è testimonianza anche la quarta scultura, quella senza fantasmino: un gioco di forme semiregolari con una parte superiore di perspex trasparente semicurvo. E’ una specie di periscopio pronto a captare onde medie, lunghe e cortissime, venti, impulsi, segnali da altri mondi e chissà che altro…

Patrick Tuttofuoco e Paolo Chiasera
Ubaldo Ubaldi e Patrick Tuttofuoco
CAMONI_ATP-DIARY_250x500