The Sunday Side
In quest’ultimo anno, ho realizzato quanto l’esperienza di tutti i giorni si stava sempre più ripercuotendo nel mio fare pittura, aprendomi spontaneamente al cambiamento in maniera naturale.
Passo 1/3 della mia vita su una tavola da skate e questo, per quanto potessi reprimerlo, inevitabilmente sarebbe venuto fuori con il tempo, influenzando la mia ricerca; non poteva mancare nel mio studio il pennello con le ruote.
Mi sono preso del tempo per fare esperimenti con i miei amici skaters, applicando tele alle diverse strutture di uno skatepark per poi passarci sopra, saltandoci o “revertandoci”, registrando segni di sporco fino al momento in cui ritenevo che ogni tela avesse raggiunto la sua giusta quantità di tracce; interrompevo infine l’azione come un coreografo.
Altro esperimento più immediato è stato quello di usare la tavola come una grande gomma, o grande pennello, simulando il movimento del wallride, dando vita ad altre soluzioni ancora. Il mio intento sin da subito non è stato quello di attribuire all’azione di skateare sopra delle tele un significato di tipo artistico-performativo (che se vogliamo può anche essere), ma di far trovare a questo gesto una posizione materialmente importante all’interno dei miei quadri, cambiandone il sapore.
Puo suonare scontato per un creativo che va in skate, ma trovo assolutamente interessante l’idea di annettere lo skateboarding assieme alla pittura ad olio o acrilica, come un ingrediente nuovo che arricchisce il piatto più classico.
Tutto questo mi ha fortemente divertito. cit: “The Sunday Side”
Un altro importante passo è stato quello di avvicinarmi al paesaggio, tema che posso dire di aver iniziato a sviluppare solo adesso.Iniziando a studiare un po’ la sua storia, mi sono subito soffermato al periodo macchiaiolo, poichè abitando a Firenze ho vissuto circondato da pittura macchiaiola; mio bisnonno ne ha collezionato qualche pezzo prima delle due Guerre.
Lo studio del paesaggio “a macchie” mi ha aiutato ad approcciarmi alla pittura in modo più intuitivo e disinvolto, rispetto ad uno stile figurativo che conosco già abbastanza bene.
Quello che sicuramente si è mantenuto insieme ai lavori precedenti è il display, dal tono surrealista, con elementi immobili, sospesi nello spazio e spesso dipinti sotto forma di trompe l’oeil.
I paesaggi appaiono all’occhio come finestre, tra realtà e immagine di google, o come stickers di skateboard brand dove l’elemento naturale sostituisce i logo.
L’obbiettivo di questa mostra è stato quello di portare un corpus di dipinti costruiti secondo un giusto bilanciamento e sovrapposizione di differenzi approcci, come un crossover di stati psicologici senza alcuno scopo narrativo, lasciando all’osservatore la possibilità di porsi delle domande.
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The Sunday Side
Cosimo Casoni
Fino al 19 novembre 2016
Clima, Milano