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Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima – Palazzo Reale, Milano

Ha come titolo uno degli eventi più affascinanti della religione cattolica. Il nome “Corpus Domini” – Corpo del Signore – risponde alla fede cattolica nel realismo eucaristico. Dunque, il corpo di Cristo è reale, non solo simbolico. Da questa solennità che celebra il corpo e il sangue di Cristo, trae ispirazione la grande mostra ospitata  […]

Urs Lüthi Low Action Game II, 2001 dalla serie “Placebos & Surrogates”, Resina sintetica, legno, vestiti e parete azzurra con la frase «ART FOR A BETTER LIFE», dimensioni umane / Collezione Paolo Brodbeck Foto: copyright Urs Lüthi & VG Bild-Kunst, Bonn

Ha come titolo uno degli eventi più affascinanti della religione cattolica. Il nome “Corpus Domini” – Corpo del Signore – risponde alla fede cattolica nel realismo eucaristico. Dunque, il corpo di Cristo è reale, non solo simbolico. Da questa solennità che celebra il corpo e il sangue di Cristo, trae ispirazione la grande mostra ospitata  dal 27 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 a Palazzo Reale di Milano. Il titolo della mostra – curata da Francesca Alfano Miglietti – nella sua interezza è Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima

Promossa e prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano-Cultura in collaborazione con Marsilio Arte e con Tenderstories, la mostra raccoglie 111 opere – installazioni, sculture, disegni, dipinti, videoinstallazioni e fotografie, alcune delle quali vere icone del contemporaneo, esposte per la prima volta in Italia – di 34 artisti riconosciuti a livello internazionale. Tra i tanti nomi citiamo Yael Bartana, Christian Boltanski, Gino de Dominicis, Urs Lüthi, Carol Rama e Michal Rovner.
Con sensibilità e stili differenti, gli artisti di confrontano con la molteplicità della rappresentazione dell’essere umano attraverso l’esibizione del corpo, e, soprattutto, la sua sparizione. Un viaggio attraverso il rapporto arte e corpo, una selezione di corpi gloriosi e di esseri mobili, che rappresentano una dichiarata diversità poetica.

Al di là del tema decisamente intrigante se motivo di riflessione per gli artisti contemporanei, la particolarità di questa mostra è anche da ricercare nella sezione dedicata alla grande grande e illustre critica e curatrice Lea Vergine, mancata un anno fa.
Questa sezione è stata pensata come una sorta di stanza “privata” in collaborazione con l’Archivio Lea Vergine in cui saranno esposte opere, alcune delle quali hanno caratterizzato il suo percorso critico, e poi libri, documenti e fotografie che testimoniano la sua preziosa e singolare ricerca nel campo della Body Art, che rimane un riferimento imprescindibile nella narrazione relativa al corpo.

Yael Bartana Bury Our Weapons, Not Our Bodies! (4), 2018-2020 Fotografia a colori /45 x 30 cm (57.5 x 42.5 x 4 cm con la cornice / framed) Edizione di 5 + 2 PA – Courtesy l’artista Galleria Raffaella Cortese, Milano