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Come and See: Save Your Selfie di Francesco Jodice | Fondazione AGO, Modena

E’ stata inaugura il 20 aprile la quinta tappa di Come and See, che vede Francesco Jodice alla guida del progetto "Save Your Selfie"
2022: Francesco – Ritratti di Classe – Fondazione AGO, Modena

Save Your Selfie è consistito in un workshop  che ha coinvolto dei giovani che si sono autoritratti con l’aiuto di Francesco Jodice. Successivamente, attraverso l’intelligenza artificiale, hanno calato i propri selfie in uno scenario di realtà virtuale – una città postatomica, un fumetto, un interno confortevole, una scenografia da videogame – aiutati dagli esperti di FEM Future Education Modena e dello Studio Jodice. Le immagini così composte raccontano sulle superfici esterne di AGO Modena Fabbriche Culturali alcuni degli immaginari di riferimento delle nuove generazioni.

Il più ampio progetto Come and See, si è strutturato nel temp e ha come esito  una mostra fotografica “on the road” che racconta l’evoluzione del complesso architettonico dell’Ex Ospedale Sant’Agostino e valorizza l’identità di uno spazio cittadino in un momento di grande trasformazione. Le fotografie di grande formato sono affiancate le une alle altre, creando un’installazione urbana di oltre 70 metri di lunghezza. Il progetto a cura di Lorenzo Respi, direttore mostre e collezioni di FMAV Fondazione Modena Arti Visive, insieme a Chiara Dall’Olio, è stato realizzato nel corso delle cinque tappe in collaborazione con Daniele Francesconi, già Responsabile dei programmi culturali di Ago Modena Fabbriche Culturali.  

La prima tappa (2021), ha immaginato suggestioni sul passato, il presente e il futuro del Complesso ex Ospedale Sant’Agostino, intervenendo dentro e fuori gli spazi. Nel 2022 la pelle di AGO è stata tappa del progetto di Francesco Jodice Ritratti di Classe, iniziato nel 2005 coinvolgendo negli anni scuole medie e superiori di Torino, Vicenza, Ischia, Sassuolo e Milano fino ad arrivare a Modena. 21 sono le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado della città di Modena coinvolte dall’artista per la realizzazione delle opere fotografiche stampate in grande formato e installate “on the road” lungo il perimetro del cantiere dell’ex Ospedale Sant’Agostino. A marzo 2023 Jodice è tornato all’analogico per il progetto Storia di un cantiere. Le maxi-fotografie lungo il perimetro hanno raccontato il cantiere di AGO nel suo svolgimento: le pareti riportate a nudo, lo scheletro di una struttura che presenta fasi di demolizione delle superfetazioni moderne e la restituzione delle forme originarie. A settembre 2023 è andato in scena Una giornata particolare che ha offerto al pubblico, attraverso frasi celebri del cinema italiano, un racconto del tessuto urbano e sociale della periferia di Modena.
Come ci racconta Jodice, Save Your Selfie –  ma anche in altre esperienze da lui compiute assieme a tantissimi studenti delle Accademia – emerge  “la necessità di trasformare una sofferenza generazionale in nuove potenzialità e risorse lontane dagli schemi esistenti.”

Come and See, #014, 2021 – Fondazione AGO, Modena
Francesco Jodice, Storia di un cantiere, #002, 2023 – Fondazione AGO, Modena

Elena Bordignon: Con Save Your Selfies – la quinta tappa del progetto più ampio,Come and See – hai vissuto e sperimentato i tanti e diversi immaginari dei ragazzi che hanno partecipato alla call promossa da AGO Modena Fabbriche Culturali. Condividendo con loro tempi e luoghi, che idea di sei fatto sul loro modo di guardare la realtà?

FJ: Confondo questa esperienza modenese con il lavoro fatto assieme agli studenti nelle Accademie. L’impressione è che ci sia da un lato un desiderio di cambiare il rapporto tra le politiche ed alcuni temi quali la cura della salute del pianeta, l’inclusività, la parità e la fluidità di genere, dall’altro un bisogno di sottrarsi, nascondersi, immaginarsi immersi in scenari distopici o fantastici. In altre parole rendersi incatturabili. 

EB: Nella tua carriera hai vissuto e attraversato non solo territori, ma anche culture e tradizioni diverse e lontane. Ci sono delle analogie tra questo progetto, che intreccia reale e virtuale, e alcune tue passate ricerche?

FJ: Sì. Fatte tutte le premesse e i distinguo del caso, direi il fenomeno degli Hikikomori in Giappone al quale ho dedicato un film nel 2004. Naturalmente è un paragone così forzato da sembrare parossistico, però l’idea di immaginare una società autogestita con un nuovo sistema relazionale è interessante. Inoltre un’altra caratteristica comune risiede, secondo me, nella necessità di trasformare una sofferenza generazionale in nuove potenzialità e risorse lontane dagli schemi esistenti. 

EB: Mi racconti in cosa è consistito Save Your Selfies? Come si sono relazionati i ragazzi in questo processo fotografico tra autoritratto e intelligenza artificiale? 

JF: Abbiamo coinvolto una ventina gi ragazzi di Modena in un doppio meccanismo. Nel primo li abbiamo portati su di un set, volutamente allestito in Piazza, lungo la via Emilia, e li abbiamo invitati ad “autoritrarsi” su di un green screen. In seguito ci siamo seduti con loro in delle postazioni A.I. e abbiamo giocato a creare “il paesaggio ideale” che avrebbe accolto il loro autoritratto, cercando di confondere premeditatamente la spiegazione del meccanismo e della logica della A.I. con una chiacchierata sugli scenari e i paesaggi da loro immaginati, temuti o desiderati. Abbiamo infine unito le due cose facendo “comparire” davanti a loro questi paesaggi.

EB: L’esperienza non si è limitata solo alle fotografie e alla IA, ma ha coinvolto anche altri linguaggi, come la pittura e la performance. Che esiti ha avuto questo intreccio di medium? Ci sono degli elaborati che ti hanno particolarmente colpito?

FJ: Non è sempre immediato comprendere la cultura del tempo, soprattutto quando è in atto un rito di passaggio. La mia impressione è che le nuove generazioni siano davvero preparatissime su alcune pratiche, medium, dispositivi e apparati tecnologici, ma in parte all’oscuro di tante altre forme di narrazione, forse obsolete. Non sempre è possibile fare breccia se alcuni dei codici che vorresti proporre non sono garantiti e proposti dai loro abituali luoghi di informazione.

EB: Al di là dell’esito del workshop, immagino che nel confronto con i ragazzi, siano emersi molti spunti interessanti sul futuro delle immagini “vere” o immaginate. Mi interessano le risposte dei ragazzi e le tue considerazioni in merito a questo importante – ma direi anche spinoso – argomento. 

FJ: Le immagini “vere” non sono mai esistite. È stato un nostro simulacro e una panacea. È stato meraviglioso crederci. Ma per un quindicenne è cosa ben chiara che delle immagini “vere” è meglio non fidarsi. Anche di più: credo che i ragazzi di questa epoca cresceranno con una felice nonchalance, e che saranno indifferenti alle sorgenti e alle verifiche. Sapranno comunque che le immagini, tutte, vere e false, sono create perché non esistono in natura.

2023 – Francesco Jodice – Una giornata particolare – Fondazione AGO, Modena
Save Your Selfie di Francesco Jodice | Fondazione AGO, Modena 2024