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Claudia Comte – Home Sweet Home | Vistamare, Milano

Fino all’8 giugno è in corso Home Sweet Home, la mostra personale dell’artista svizzera Claudia Comte: un intreccio fra intimità e pensiero ecologico negli spazi di Vistamare.
Claudia Comte – Home Sweet Home – Installation view – Vistamare, Milano. Photo Andrea Rossetti

Testo di Alessandro Macciardi

Una distesa di terra scura ci accoglie nello spazio. Affondare con le scarpe nel terriccio all’interno di una galleria è una sensazione sorprendente e insolita, il contatto con l’elemento naturale risveglia in noi una dimensione istintiva, ci incuriosisce, e modifica il nostro atteggiamento relazionale con lo spazio. L’atmosfera, che oscilla tra il naturalistico e il sensazionalista, ci coinvolge sulla sua superficie organica; nell’opera Earth Work (2024) l’artista ricopre l’intero pavimento dei tre spazi della galleria con del terreno proveniente dal suo giardino di casa, a Basilea. 
Nell’ambiente, si erge dal terriccio, una serie di sculture in legno levigato e lucidato, ricavate da un antico albero di sequoia caduto nei pressi dell’abitazione dell’artista. Le forme delle sculture ricordano foglie e cactus: in quello che sembra uno strano esperimento botanico, l’artista ha tentato di creare un collegamento tra biomi locali europei e paesaggi naturalistici lontani appartenenti ad altri ecosistemi.

Nelle sinuose forme del legno, l’organico e l’artificiale si fondono, dando vita a dei soggetti ibridi, in cui uomo e natura si incontrano, richiamando, per certi versi, la visione e il pensiero tipico della condizione postmoderna. La texture sintetica e liscia, sintomo di un profondo legame con una dimensione artigianale e tecnica, entra in aperto contrasto con i nomi scelti per le opere, selezionati dall’artista tra i nomi di familiari e amici. Come dichiarato nel comunicato stampa l’installazione vuole suggerire una riflessione “tra i delicati equilibri del mondo naturale e il declino degli ecosistemi causati dall’uomo”. 
L’ambiente è completato da tre dipinti a parete in cui l’artista utilizza lo stesso terreno dell’opera del suolo come elemento pittorico, simulando tramite curve simmetriche e oscillazioni ripetute i processi e gli schemi naturali. 

Claudia Comte – Home Sweet Home – Installation view – Vistamare, Milano. Photo Andrea Rossetti

I lavori pittorici, formalizzati su sequenze di rettangoli di legno e tela, ci riconducono ad una dimensione essenziale più rappresentativa della ricerca dell’artista, mantenendo un filo di giunzione con le sue più celebri opere murarie caratterizzate da pattern minimalisti che immergono lo spettatore in uno stretto contatto con la meticolosa perfezione della natura, tradotta in linguaggio astratto e tecnico.

Home Sweet Home nasce dall’ambizione di attuare un contrasto tra le opere appartenenti al mondo biologico e naturale e il contesto iper-urbanizzato della metropoli Milanese. Le opere scultoree e pittoriche sono caratterizzate da forme molto estetizzate, inevitabilmente collocabili in una prospettiva prossima al mondo del design; senza una spiegazione dettagliata della ricerca dell’artista, rischia di oscurarne gli intenti di concettuali. 

La terra, soprattutto se utilizzata come in questa mostra,  ci rimanda immediatamente ai movimenti artistici dell’Arte Povera in Italia e della Land Art negli Stati Uniti. Walter De Maria, con il suo lavoro Earth Room realizzato per la prima volta nel 1968, è il primo a progettare questa “scultura orizzontale”: un ambiente al contempo immersivo e spoglio di ogni altra forma, che sostituiva totalmente la forma organica all’artificio umano, fuoriuscendo da un’ottica di mercato e contribuendo a rivoluzionare i metodi e i mezzi artistici degli anni ‘60. 

Heart Work di Claudia Comte sembra rimane nella soglia del ‘tentativo’, un abbozzato in quest’ottica di rottura, contaminato dalla dimensione estetizzante sempre più permeata nei linguaggi culturali contemporanei. Inserendosi in una dimensione intimista, l’artista sembra tralasciare l’impianto critico dell’opera di De Maria, ricreando un lavoro che germina da una contestualizzazione storica diametralmente differente, intaccata da inevitabili ottiche di produzione e di mercato.
A differenza dell’opera Earth Room, in cui la terra arrivava fin quasi alle ginocchia degli spettatori, e posizionando delle opere su di essa come ad arricchirne la presenza, l’opera ambientale della Comte sembra rimanere sospesa in un limbo, dove l’ambiente fa da cornice a delle insolite creature.

Claudia Comte, Home sweet Home

Vistamare Milano
Finao all’8 Giugno 2024

Claudia Comte – Home Sweet Home – Installation view – Vistamare, Milano. Photo Andrea Rossetti