Testo di Francesco Ricci —
Water Divining, significa rabdomanzia, l’antico metodo di localizzare le sorgenti sotterranee con un bastone biforcuto che vibra quando incontra l’acqua.
Proprio come una rabdomante, Celia Paul attraverso la sua pittura segue il flusso dell’acqua: quella reale del fiume Tevere così vicina agli spazi della galleria; quella amniotica della nascita e della maternità; quella simbolica che si fa materia stessa delle opere. “Il mio abito blu potrebbe essere fatto di acqua” dichiara l’artista stessa a proposito del dipinto The Sea and The Mirror.
La mostra, site specific, è ospitata negli spazi di Sant’Andrea de Scaphis nel rione Trastevere a Roma, dal 15 novembre al 21 febbraio 2026.
La chiesa fondata nel IX sec. è legata ai pescatori, di cui S. Andrea era il protettore, gli scaphi infatti sono le piccole imbarcazioni con le quali risalivano il fiume Tevere. Sconsacrata nel 1942, viene riconsacrata, questa volta all’arte contemporanea, nel 2015 quando il gallerista irlandese Galvin Brown la trasforma in un suggestivo spazio espositivo.
Celia Paul, pittrice britannica di origine indiana, è famosa per i suoi autoritratti e per i ritratti dei membri della sua famiglia, dove attraverso il potere del suo sguardo riesce a scavare in profondità ogni soggetto rappresentato fino a svelarne l’intima essenza.
Per Sant’Andrea de Scaphis realizza due dipinti in dialogo spirituale tra di loro, ma anche in grado di comunicare con le due diverse dimensioni dello spazio circostante: storica e spirituale. Ancora una volta è l’acqua che rende possibili queste conversazioni, elemento percepito fin da subito all’interno della chiesa quasi come una premonizione: “La prima volta che sono entrata, ho avuto la sensazione non solo dell’acqua sottostante, ma come se mi trovassi nel percorso magnetico di una misteriosa corrente liquida che scorreva tra le pareti di sinistra e di destra. Era quasi come se la chiesa stessa fosse viva.”
Per la parete destra realizza The Sea and The Mirror, un autoritratto di spalle, dove la pittrice si riflette nello specchio del suo studio londinese. Il titolo riprende quello della riscrittura del poeta inglese Auden della Tempesta di Shakespeare. La tela risente della fascinazione della Paul per la figura di Calibano, personaggio emarginato ma affascinante e di quella del filosofo Prospero, alter ego dello stesso Shakespeare nell’opera.




L’artista è in piedi di fronte allo specchio, il cui telaio è in realtà un’antica cornice di una porta che il pittore Lucian Freud, all’epoca il suo compagno, le aveva regalato quando si era trasferita nel suo studio a Bloomsbury. I tubetti di colore spremuti, giacciono esausti sul pavimento dello studio ma si rianimano sulla tela come conchiglie di un paesaggio marino, e lo stesso ritratto si impregna delle presenze dei pescatori che frequentavano la chiesa, con i loro vestiti sporchi dell’argilla del Tevere, così come gli artisti sempre macchiati dalle tracce del colore sulla tela, emarginati come il personaggio di Calibano nella Tempesta di Shakespeare.
Il gesto sulla tela appare fluido, la pennellata sembra quasi sciogliere i contorni della figura fino a renderla un’emanazione del paesaggio acquatico circostante, un’entità spirituale pronta ad attraversare lo specchio come un portale su di un mondo Altro.
“Lasciate che la vostra indulgenza mi liberi” conclude Prospero alla fine della Tempesta, che la leggenda vuole essere l’ultima opera di Shakespeare prima del ritiro.
“Nel mio dipinto mi sono ritratta nello specchio, nell’atto di voltarmi. Non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia arte, ma è la scelta che conta, la possibilità di essere liberata.”
Nell’altra tela The Source of the Tiber, l’acqua assume un significato amniotico, che rimanda alla nascita. Quando la Paul ha visto su internet il monumento in pietra che i fascisti hanno dedicato alla sorgente del Tevere ha subito pensato all’Origine del Mondo di Courbet:” le linee incise sulla pietra mi hanno suggerito le gambe di una donna, divaricate nel parto ”. Da qui l’ispirazione per un dipinto che diventa il ritratto della maternità universale, eppure strettamente connesso ad un evento privato della vita dell’artista.
Il dipinto infatti è stato realizzato su di una tela che le aveva regalato Lucian Freud, mai utilizzata fino alla composizione dell’opera in mostra, un dipinto sulla nascita, che richiama quella del figlio avuto proprio dal pittore britannico.
Cover: Installation view: Celia Paul – Water Divining, Sant’Andrea de Scaphis, Rome, October 15, 2025 – February 21, 2026 Photography by Daniele Molajoli. © Celia Paul – Courtesy the artist, Victoria Miro, Gladstone Gallery, and Sant’Andrea de Scaphis






