La duplice valenza dell’opera di Carsten Höller | Massimo De Carlo, Palazzo Belgioioso

Funghi giganti e a grandezza naturale in dialogo con quadri lineari astratti: la mostra dell'artista belga ci suggerisce nuovi modi per misurarci con la realtà. 
6 Dicembre 2018
Carsten Höller - Mushroom Mathematics - Installation views Massimo De Carlo, Milan-Belgioioso, 2018 - Photo by Roberto Marossi - Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

Carsten Höller – Mushroom Mathematics – Installation views Massimo De Carlo, Milan-Belgioioso, 2018 – Photo by Roberto Marossi – Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

Testo di Valentina Bartalesi —

Dopo le monumentali mostre site-specific realizzate a Palazzo Strozzi (the Florence Experiment, 2018) e a Pirelli Hangar Bicocca (Doubt, 2016) Carsten Höller torna a Milano con una personale inaugurata alla Galleria Massimo De Carlo a Palazzo Belgioioso il 15 novembre 2018. La rassegna milanese, dall’eloquente titolo Mushroom Mathematics, restituisce una visione articolata e unitaria dell’universo allucinogeno del belga Carsten Höller (Bruxelles, 1961), ponendone in luce tanto la dimensione microscopica e macroscopica, quanto le sottili interconnessioni tra dimensione pittorica e scultorea.

La prima installazione che appare entrando nella Galleria è Double Mushrooms Vetrine, una teca di vetro a più ripiani contenente quarantotto riproduzioni in miniatura di funghi di varie specie e di differente conformazione. In questa operazione curiosamente ibrida, a metà strada tra una collezione di botanica medievale e una Mirabilia da Wunderkammer cinqucentesca, le minute riproduzioni in poliestere e resina sintetica sottolineano la natura duplice dell’operare di Höller, di matrice scientifica seppur di indole fortemente simbolica. Ciascuno dei soggetti risulta infatti costituito per metà dal fungo Amanita Muscaria, e per l’altra da specie via via differenti. L’Amanita Muscaria, detta anche “ovolo malefico”, e’ tradizionalmente nota per le sue caratteristiche infauste nei confronti dell’organismo umano e viene identificata da alcuni etnomicologi quale principale componente della Soma, una fantascientifica sostanza dalle proprietà afrodisiache e pseudo-divinatorie. Secondo la vulgata tale Soma non solo permetterebbe all’uomo l’accesso ad una sorta di illuminazione perenne, ma serberebbe per lo stesso il segreto della vera felicità.

Carsten Höller - Mushroom Mathematics - Installation views Massimo De Carlo, Milan-Belgioioso, 2018 - Photo by Roberto Marossi - Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

Carsten Höller – Mushroom Mathematics – Installation views Massimo De Carlo, Milan-Belgioioso, 2018 – Photo by Roberto Marossi – Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

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Carsten Höller – Mushroom Mathematics – Installation views Massimo De Carlo, Milan-Belgioioso, 2018 – Photo by Roberto Marossi – Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

La duplice valenza del soggetto – che ricorre trasversalmente in tutta la produzione di Höller, divenendo una sorta di elemento archetipico –  benevolo e malevolo, vitale e mortale, empirico ed esoterico – rende quasi immediato il confronto con il concetto greco di Pharmakos (φαρμακός, in seguito Pharmacon da cui Farmaco) che coagula in un solo vocabolo le contrastanti nature di veleno e antidoto, di pianta curativa e capro espiatorio. I cappelli dei funghi appaiono ricostruiti dall’artista con attenzione e con dovizia di particolari, così come accade per le sottili lamelle sottostanti e per le macchie di brune che qualificano i bulbi terminali. In questi dettagli, così come nel più generale impianto teoretico che regge l’intera serie, si scorge la propensione archivistica e scientifica di Höller. Già dalla prima metà degli anni Sessanta inoltre, le vetrine risultano contemplate in installazioni d’arte contemporanea, con l’introduzione di una di esse nel ’64 da parte di Joseph Beuys in Dimostrazione Auschwitz (Veduta laterale). L’opera di Höller s’inserisce dunque nel solco di una tradizione artistica già avviata e d’interesse per certi versi ancora fortemente attuale (si pensi al più recente contributo Archive Mania di Suely Rolnik edito nel 2012).

Nella seconda sala risulta installata la serie Giant Triple Mushroom (2018) in cui le precedenti essenze fungine ricompaiono nella forma di monumentali sculture generate ancora dalla triplice contaminazione tra l’Amanita Muscaria e due ulteriori essenze. La costruzione potenzialmente infinitesimale di questi anomali innesti si riflette pittoricamente nella serie di dipinti collocati tutto intorno lungo le pareti del salone. La serie di Division Square (2018) e Division Circle (2018) ripropone nelle vesti della pittura analitica una struttura ritmicamente modulare, che potrebbe rimandare a precedenti strategie compositive kraussianamente a griglia (si pensi all’opera di Piet Mondrian e poi, diversamente, di Agnes Martin) sino all’opacità modernista della pittura-supporto (di cui però Höller pare negare l’autoreferenzialità). Il neutro afflato di certi interventi minimalisti americani viene qui scardinato in favore di un utilizzo del colore vivace e luminoso, che privilegia i bianchi e i colori fluorescenti (così in Division Square – Flourescent Light Yellow Lines On Fluorescent Pink Background del 2018).

A premessa dell’intera rassegna un pezzo del 2014, Color Division Perplexity Ball, pare racchiudere nella forma ovoidale (o ancora meglio, a fagiolo) di una palla in latex, gli imprevedibili equilibri di un mondo costituito da infinite combinazioni, in cui lo stato di quiete finale appare più miraggio che realtà.

Mushroom Mathematics – Carsten Höller
Galleria Massimo De Carlo, Palazzo Belgioioso, Milano
Fino al 12 gennaio 2019

Carsten Höller - Mushroom Mathematics - Installation views Massimo De Carlo, Milan-Belgioioso, 2018 - Photo by Roberto Marossi - Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

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