Un semplice titolo apre un vasto spazio. All’aperto – possiamo essere in un prato, sopra una collina – ma anche al chiuso, tra una stanza a l’altra, tra corridoi. Mi piace l’espressione “far capolino”: mi ricorda il sole che cerca di farsi spazio tra le nuvole, ma anche l’atto dello spiare.
La frase far capolino, descrive il gesto dell’affacciarsi a un uscio, a una finestra; sporgere appena il capo; spuntare, apparire.
Capolino, scopro, in botanica definisce l’infiorescenza costituita da molti fiori, vicini tra loro così da dare l’impressione di un unico fiore. Con Capolini – plurale dunque, quasi a rispettare il significato allargato della parola -, Stefano Arienti presenta una serie di opere nello spazio indipendente di Milano, MARS. Definiti ciclo di lavori, una vasta serie di carta di grandi dimensioni, sono state allestite alle pareti – appese con semplici pinze removibili – e a pavimento: stese e sfogliabili.
Tutto, nella piccola stanza espositivo, sembra muoversi, quasi che i fiori (stilizzati, ripetuti, copiati, serializzati, accresciuti o rimpiccioliti, tratteggiati, abbozzati, colorati, accennati, definiti ….) mantengano la loro essenza di esseri viventi cagionevoli. Lo stesso supporto che li raccoglie, semplice carta da imballo, ha memorizzato gli spostamenti, ha assorbito gesti, piegature, lo stesso corpo che, velocemente, ha dipinto piccoli o grandi fiori. A volte si ha la sensazione che le texture siano state rappresentate a memoria, altre volte siano riproduzioni di riproduzioni. Che abbia immortalato una carta da parati dai motivi floreali.
L’artista racconta:
“Già nel 2012 nella mostra veneziana ‘Custodie vuote’ a Palazzo Tito curata da Francesca Pasini si potevano percorrere due stanze, dove grandi fogli di carta da pacco portavano pitture a tempera rosse o colorate, quasi a tappezzare quegli ambienti.
La stessa cosa succedeva nel 2015 a Lugano con ‘Susino rosso’ da Primopiano a cura di Norberto Ruggeri e Diego Cassina. E tuttora ‘Susino rosso’ tiene compagnia ad una serie di proiezioni in una piccola sala della mostra ‘Antipolvere’ in corso alla Galleria Civica di Modena a cura di Serena Goldoni e Daniele De Luigi.
Da alcuni anni l’appartamento di via Pacini a Milano contiene un estemporaneo atelier di pittura che ha fatto accumulare molti fogli, e solo una piccola selezione si è potuta vedere in pubblico in quelle tre occasioni che ho citato.
Questa volta fa capolino da Mars una raccolta più estesa e robusta di quelle carte, che continuo a far crescere e che spesso è materia anche per altri progetti in corso. Non uso i colori ad olio e neanche i pennelli su tela, ma materiali più poveri e strumenti apparentemente inadatti, spatole da stucco e pennellesse o altro… per fogli che ho usato per lo più per colorare la mia abitazione”.
Stefano Arienti
Capolini
a cura di Fabio Carnaghi e Yari Miele
fino al 26 giugno 2017 (visite su appuntamento)