Le prime impressioni sono sempre quelle che contano? Per questa edizione di miart, diretta da Nicola Ricciardi, direi proprio di sì. Come preludio, la fiera ha avuto un programma entusiasmante di mostre in giro per la città, dalla bellissima Sunshine State di Steve McQueen al Pirelli Hangar Bicocca alla mostra di Elmgreen & Dragset alla Fondazione Prada, dalla mostra Quando La Paura Mangia L’anima di Artur Zmijewski al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea alle tante proposte private nelle gallerie milanesi. Siamo arrivati all’opening della fiera, dunque, con un entusiasmo che ricorda gli (spensierati) tempi per-pandemia. Se l’edizione di settembre ci è apparsa un po’ sottotono per più di un motivo, questa di aprile, è di umore decisamente più alto e promettente.
Prima fra tutte la grande partecipazione fin dalle prime ore di apertura: nei corridoio, già dalle 12, l’affluenza era molto elevanta, gli stand già ingombri di ‘addetti ai lavori’ e dei tanti ricercati vips dell’arte.
Come ‘primo movimento’ – il tema dell’edizione 2022 della fiera – direi che è senza dubbio positivo l’aver suddiviso l’accesso in fiera tra la sezione Established ed Emergent. Ignara, ho imboccato la corsia di quest’ultima sezione che, devo sottolineare, quest’anno spicca per l’ottima scelta delle gallerie emergenti. Gli anni scorsi per vista o poco sensibilità, Emergent è stata fortemente penalizzata dai percorsi della fiera, quasi sempre relegata in zone poco battute o non chiaramente identificabili. Per questa edizione, invece, la selezione di gallerie può sicuramente apprezzare questa scelta logistica. La sezione a cura di Attilia Fattori Franchini dedicata alle giovani gallerie ha proposte molto buone per quanto riguarda la pittura, molto presente rispetto gli anni scorsi: penso alla proposta di ADA (Roma) con Diego Gualandris, UNA con Thomas Berra, Sperling (Monaco) con Andrew Gilbert e lo stravagante stand di Everyday Gallery (Anversa) con il solo di Tom Volkaert, Colli (Roma) con le opere di carta di Pesce Khete; il particolare progetto di FANTA (Milano) con FELIX GAUDLITZ, con le opere di Jason Hirata e Tanja Widmann. Seguono l’originale ricerca di Mihai Platica alla Gaep Gallery (Bucarest) e la polifonia di artisti italiani e straniera – che rievocano gli anni ’70 e ’80 nello stand di Martina Simeti.
La tanto sbandierata fusione tra moderno e contemporaneo che ci aspettavamo nella sezione
Established, invece, non è stata così marcata, anzi. Come gli anni scorsi, anche se non segnalate con un diverso colore delle pareti degli stand (bianco per il contemporaneo, grigio per il moderno), la fiera era comunque divisa in due parti.
Ci aspettavamo un amalgama tra proposte del XX secolo con opere strettamente contemporanee, un dialogo che forse avrebbe creato più di una sorpresa, invece, così non è stato.
Sempre ben curata, sia per la selezione di gallerie che per le proposte espositive, Decades, diretta da Alberto Salvadori che, negli anni, si è rivelato un ottimo osservatore e prosatore del XX secolo: dai superbi scatti di Mapplethorpe da Franco Noero, alla cristallina atmosfera di Mario Airò nello stand dirimpetto; dalla bellissima selezione di ceramiche Decò dello stand ED Gallery (Piacenza), ai coinvolgenti dipinti di Arnulf Rainer proposti dalla Galleria Poggiali (Firenze/Milano). Dagli inizi del ‘900 con le tele di Giacomo Balla, al “laser” di Airò, direi che Decades si conferma una buona sezione di miart.
E ora veniamo all’area del contemporaneo. Come gli anni scorsi – ma forse questo è il problema delle fiera in generale – si privilegiano sempre le ‘big’ rispetto alle gallerie meno potenti (anche se la parcella da sborsare, rimane la stessa…). Di fatto, la densità di gallerie sia straniere (poche) che italiane (quelle che contano?) erano posizionate quasi tutte nella zona d’entrata e centrale.
Un domanda sorge quasi naturale: ma se mettessimo le big, ad esempio Lia Rumma, Giò Marconi o Galleria Continua ai poli estremi della fiera, i loro aficionados, non sarebbero comunque i primi a riempirne la metratura? L’affluenza massiccia e quasi doverosa in queste gallerie non sarebbe la stessa se fossero piazzate in un corridoio nelle retrovie?
La risposta è ovvia: certamente. Ma immagino che non sia né facile – e forse nemmeno utile – per la fiera sconvolgere l’assetto consolidato.
C’è da dire che il malcontento che serpeggiava già dalle prime ore di apertura nelle gallerie nei corridoi meno centrali, si è ridimensionato con lo scorrere delle ore che ha visto un pubblico entusiasta sfilare in tutti i corridoi della fiera, retrovie comprese.
Le proposte delle gallerie sono decisamente buone e, inevitabile, massiccie: anziché puntare su stand ‘less is more’ – a parte l’unica eccentrica ZERO… (Milano) che presenta uno stand decisamente rarefatto – la maggior parte degli stand hanno optato per il ‘di tutto di più’. Scelta che condivido visti i tempi.
Ottime le proposte di Magazzino (notevole il tappeto di Elisabetta Benassi), P420 (con il loro asso, la pittrice Helene Appel), Kaufmann Repetto (con il considerevole lavoro di Gianni Caravaggio), lo stand condiviso di Sales – Norberto Ruggeri (con il delicato lavoro di Eva Marisaldi) e Ex Elettrofonica, Thomas Brambilla (con delle belle tele di Marco Cingolani), SpazioA (con i bassorilievi di Helena Hladilová), Z2O Sara Zanin (con la magistrale scultura di Nagasawa), l’equilibrio tra le sculture di Giovanni Kronenberg e i lavori di Sophie Ko da Renata Fabbri; l’insolita scultura di Castellani da Loom, la struggente piccola scultura di Federico Tosi da De Cardenas, l’accoppiata di piccole opere di Zoe Williams da Ciaccia Levi (gallerie di Parigi da poco giunta, con una nuova sede, a Milano), il Grande Legno di Andrea Branzi da Nilufar, le coinvolgenti opere di Miriam Chan alla galleria Meyer Riegger, le bellissime fotografia di Joanna Piotrowska (artista presente alla prossima Biennale) alla galleria Madragoa e ancora segnaliamo gli stand di Raffaella Cortese, Apalazzo, Francesco Pantaleone, Francesca Minini, Fuoricampo, Clima e Pinksummer.
In ogni caso siamo solo a venerdì, come dire, i “giochi non sono ancora fatti”. Non sappiamo come stanno andando le vendite ma, vista l’apertura decisamente entusiasmante e propositiva, ci auguriamo che si riesca a chiudere i battenti di questa edizione, con proficue compravendite.