Braid – Monique Mouton | VEDA, Firenze

La prima mostra personale in Italia di Monique Mouton: per riflettere sul concetto di visione dell’arte
22 Dicembre 2020
Monique Mouton, Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori
Monique Mouton, Morphogenic (some possibilities), 2020. Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori

Testo di Caterina Fondelli —

Il corpus di opere, pensato e realizzato durante un periodo di soggiorno in Toscana, segue la concezione artistica di Monique Mouton (Colorado, USA, 1984) e sintetizza individualità e totalità, legandosi altresì con la particolare architettura della galleria. Intensa appare anche la ricerca di uno sguardo nuovo sul  medium pittorico, sulle sue potenzialità  e il condizionamento esterno che il percorso di questo lavoro ha subito, dalla sua nascita fino ad oggi. Questo appuntamento si presenta come la prima mostra personale in Italia dell’artista americana, che ha per titolo Braid, ed è ospitata fino al 28 febbraio negli spazi di VEDA a Firenze.

I lavori accolti nello spazio fiorentino comprendono sei opere pittoriche, alle quali si aggiungono due azioni site-specific  realizzate direttamente su alcuni elementi architettonici della galleria, con l’uso  dell’acquarello sul pavimento e l’applicazione del colore su una parete dello spazioso vano visibile dalle strada. Gli ampi fogli di carta bianca, ritagliati volutamente in maniera imprecisa e netta, con storture e una forma quasi trapezoidale, conservano, dal processo produttivo, una sorta di squadratura  ancora visibile, a delimitarne lo spazio che accoglierà il colore. Resta a vista anche la traccia degli spilli usati dall’artista per tenere ferme le carte su cui sono applicati i diversi materiali:  acquarello, pastello, matita, sanguigna, vernice vinilica, addirittura glitter, insieme a una componente gestuale, di impronte e graffiature. In un gioco di legami, fondamentale nella ricerca dell’artista, le opere dialogano fra loro e con ciò che le circonda, arrivando a instaurare un dialogo esteso all’elemento a loro più vicino, la cornice, specificatamente pensata per ciascuna di esse, che completa e conferisce solidità all’evanescenza irregolare e atipica dei fogli.

Monique Mouton, Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori
Monique Mouton, V, 2020. Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori

L’attenzione al dettaglio è una componente centrale nelle opere di Monique Mouton, informate di quella semplicità che, per Constantin Brâncuși, è in realtà “una complessità risolta”. Questa serie di piccole epifanie accolte dalla tela  si svela ad uno sguardo che si spinge oltre la superficie fino a poter rintracciare  il mutare del ritmo della pennellata, i colori che si espandono e si concentrano, i segni del passaggio di un materiale su un altro. L’elaborazione dell’opera fatta di gradualità rispecchia il tipo di fruizione che lo spettatore dovrebbe essere disposto a mettere in campo  in questa esperienza visuale, continuamente aperta al mutamento, pur imbrigliata nella permanenza del medium pittorico, che sembra produrre dubbi, più che conclusioni. 

Braid è, globalmente, una mostra che richiede una visione spaziale e temporale, una presenza fisica in quello spazio per cui il lavoro è stato concepito; un avvicinamento letterale e mentale all’artista, alle sue reminescenze, al suo minimalismo rinnovato lungo le traiettorie segnate da Agnes Martin e dalla trascendenza cui quella ricerca andava ad alludere.
In Monique Mouton materiale, gesto e spirito aprono alla riflessione sull’atto stesso del vedere. Rispetto al nostro mondo digitalizzato, con il suo ritmo incessante, siamo richiamati ora alla lentezza della ricezione, al soffermarci sui particolari affinché queste opere diventino specchio dei nostri sensi. A rintracciare uno spazio di possibilità per la poesia infine, come mettono in luce i versi di Charity Coleman, che introducono e fanno da viatico al booklet realizzato in occasione della mostra, e al progetto tutto.

Monique Mouton, Being Both, 2020. Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori
Monique Mouton, Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori
Monique Mouton, Goose Eggs, 2020. Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori
Monique Mouton, Tress, 2020. Braid, installation view at VEDA, Florence, 2020. Courtesy the artist and VEDA, Florence. photo: Flavio Pescatori
Theme developed by TouchSize - Premium WordPress Themes and Websites