ATP DIARY

Bologna tra spazi indipendenti e gallerie

Testo di Giuseppe Amedeo Arnesano — A Bologna l’art week del 2020 sembra essere passata tra buoni e malumori, ma lasciando le dinamiche e le polemiche che hanno segnato soprattutto l’aspetto logistico dei nuovi padiglioni fieristici (15 e 18), segnaliamo...

Coppiette, Andrea Kvas, veduta d ella mostra presso Gelateria Sogni di Ghiaccio, cortesia dell’artista e Gelateria Sogni di Ghiaccio

Testo di Giuseppe Amedeo Arnesano —

A Bologna l’art week del 2020 sembra essere passata tra buoni e malumori, ma lasciando le dinamiche e le polemiche che hanno segnato soprattutto l’aspetto logistico dei nuovi padiglioni fieristici (15 e 18), segnaliamo alcuni degli interventi più rilevanti tra gallerie e spazi indipendenti presenti in città.
Iniziamo con l’immancabile appuntamento da Gelateria Sogni di Ghiaccio, creato nel 2016 da Filippo Marzocchi e Mattia Pajè, e divenuto in Italia uno degli artist run space più all’avanguardia dell’arte contemporanea. In mostra, fino al prossimo 24 febbraio, la personale di Andrea Kvas (Trieste, 1986) intitolata Coppiette.
L’artista triestino presenta una selezione inedita di opere pittoriche, realizzate tutte lo scorso anno. L’attitudine sperimentale ed espressiva di Andrea Kvas si presenta attraverso un’imprevedibilità informale, cromatica e materica mai statica e consuetudinaria. Kvas si esprime con gesto pittorico fibroso e mutevole che, grazie a un elaborato processo stratigrafico e tridimensionale, compone plasticamente le proprie opere che rimandano a un’attenta visione microscopica di organismi vegetali.

Dettaglio di Coppiette, tecnic a mista su tela di cotone grezza, 2019, cortesia dell’artista e Gelateria Sogni di Ghiaccio.
Coppiette, Andrea Kvas, veduta d ella mostra presso Gelateria Sogni di Ghiaccio, cortesia dell’artista e Gelateria Sogni di Ghiaccio

Sempre nella zona della Manifattura delle Arti, a pochi metri di distanza dal MAMbo ha inaugurato, nell’ambito di Art City, Marktstudio. L’interessante progetto, voluto dall’artista Giuseppe De Mattia (Bari,1980), apre con Supertrama mostra personale di Luca Coclite (Gagliano del Capo, 1981) in esposizione fino al 14 marzo 2020. L’artista pugliese, che indaga l’evoluzione dei processi e dei fattori che incidono sul sistema paesaggistico, affronta con piglio sociale e fortemente politico i mutamenti che attualmente interessano e violentano la zona sud della costiera mediterranea.
Dall’abile e sensibile linguaggio interdisciplinare, in questo caso la ricerca di Coclite prende corpo da un elaborato processo di riappropriazione formale di natura vegetale, come la trama del fico d’india dalla quale sperimenta, su vari supporti, una rinnovata riflessione sulle indiscriminate trasformazioni che alterano le specificità del territorio e l’intero ecosistema naturalistico. Markstudio, che nasce nel laboratorio e negozio di cornici de Il perimetro dell’Arte, è in collaborazione con Enrico Camprini, Federica Fiumelli, Eleonora Ondolati e Carlo Favero.

Luca Coclite, MarktStudio, Supertrama- Installation view, Courtesy Marktstudio, Ph. Carlo Favero
Luca Coclite, MarktStudio, Supertrama- Installation view, Courtesy Marktstudio Ph. Carlo Favero
Luca Coclite, MarktStudio, Supertrama- Installation view, Courtesy Marktstudio – Ph. Carlo Favero

Un’altra sorpresa è stata la visione di Contropelo, seconda mostra personale di Ivana Spinelli (Ascoli Piceno, 1972) inaugurata presso la Gallleriapiù e visibile fino al 28 marzo 2020. L’artista prende in esame gli studi dell’archeologa lituana Marija Gimbutas e, sul tema del linguaggio mitologico, presenta in tutto lo spazio espositivo un percorso di restituzione formale, nel quale crea un circuito multidisciplinare e polimaterico (con elementi naturali e artificiali) che abbraccia la performance, l’incisione, la scultura, l’opera tridimensionale e il libro d’artista. Movimenti lenti, brevi azioni e segni atavici sono eseguiti da performer muti che animano lo spazio, abitandolo insieme a grandi sculture semoventi. Questo lavoro messo in scena da Spinelli riporta l’attenzione su di una serie di tableau vivant, che ricostruiscono la storia del nostro pensiero filosofico e sociale, grazie a un processo di riconversione e riformulazione simbolica, grafica, alfabetica e ideogrammatica che prende in considerazione anche supporti come la stampa su tessuto fino alle App per smartphone.

Ivana Spinelli, Contropelo.Exh ibition view at Galleriapiù-Bologna-2020. Courtesy-Galleriapiù e artista. Photo-Stefano Maniero
Ivana Spinelli, Meditation-place-2020.-Courtesy -Galleriapiù e artista. Photo-Stefano Maniero
Ivana Spinelli, Testo rifugio per viventi 2020.-Courtesy-Galleriapiù e artista Photo-Stefano Maniero