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BIVOUAC / I Bivacchi di Centrale Fies

Di Layla Songino  A Centrale Fies Art Work Space, discipline e ambiti come la performance, l’arte, la filosofia politica, il redesign thinking, la formazione e le residenze artistiche, trovano un equilibrio tale da far scivolare lo studio e la ricerca teorica di un’attività in quella successiva o liminale in modo pratico e sperimentale, mettendo in […]

Di Layla Songino 

A Centrale Fies Art Work Space, discipline e ambiti come la performance, l’arte, la filosofia politica, il redesign thinking, la formazione e le residenze artistiche, trovano un equilibrio tale da far scivolare lo studio e la ricerca teorica di un’attività in quella successiva o liminale in modo pratico e sperimentale, mettendo in atto processi di scambio imperniati su diverse temporalità, in incessante dialogo. 

È poetico e politico l’attacco che si legge dalla comunicazione online dedicata all’inverno: 

Abbiamo scelto luoghi sicuri e predisposto ogni cosa: in questa lunga notte invernale ci troveremo per condividere esperienze e per difenderci dal freddo, per scacciare i pericoli e per cospirare in azioni rappresentative capaci di cambiare il reale! Immagineremo rituali di ospitalità per chiunque si avvicini al fuoco, per gli invitati così come per chi passerà in cerca di rifugio. Improvviseremo danze e re-enactment performativi come fossimo animali notturni, ma nello stesso tempo veglieremo su chi avrà bisogno di dormire e riposare.

Il centro, situato in Trentino ma di progettualità e fruizione internazionale, lavora da anni alle narrazioni sottese agli immaginari artistici, politici e territoriali, ridisegnando di volta in volta arcipelaghi e pangee abitati da vaste forme di biodiversità. Lo fa con la formazione e la free school of performance, con le rassegne, con i festival e gli artisti e le artiste che ogni anno portano nuovi confronti a stretto contatto con le professioniste, i curatori e le curatrici di Fies. 

Ogni attività all’interno del centro è dedicata a differenti segmenti della comunità: locale, nazionale, internazionale, per studenti, ricercatori, artisti, e pubblici eterogenei. 

Con XL, la programmazione esplosa che Centrale Fies ha intrapreso sul finire del primo lockdown, le residenze artistiche si intervallano alla programmazione della galleria digitale IBTWN, a webinar di comunicazione politica e territoriale di Trentino Brand New, e a nuovi format video per la divulgazione della performance art pensati per i più piccoli. 

“Abbiamo potenziato le attività di ricerca e residenza artistica” – spiega  Barbara Boninsegna direttrice artistica di Centrale Fies – in questi mesi in cui le tournee delle produzioni internazionali di Centrale Fies vivono una battuta d’arresto. Se da un lato musei, teatri e gallerie non possono aprire al pubblico, dall’altra artiste, artisti, curatori e curatrici e progettisti culturali stanno trasformando nuovamente questo tempo in profondità, intensificando ricerca e lavoro a misura di questo nuovo presente. A Fies, assieme al team, ci siamo prese cura di progetti che da fuori potrebbero sembrare laterali, ma che invece sono sempre di più il vero core di questo centro di ricerca sul performativo. 

Centrale Fies – Live Works vol 8 – Thais di Marco – photo credits Roberta Segata
Centrale Fies – Live Works – HARILAY RABENJAMINA – photo credits Roberta Segata
Centrale Fies_Live Works – Thais Di Marco – photo credits Roberta Segata

La programmazione invernale vede compiersi –live- la seconda sessione della Free School of Performance di Live Works con 2 alunni che hanno inaugurato due lunghe residenze: l’artista brasiliana Thais Di Marco e il malgascio Harilay Rabenjamina. Thais Di Marco è coreografa, regista teatrale, insegnante e attivista: la sua ricerca intreccia arti visive, performance, critical thinking a tematiche politiche, sociali con un focus sui femminismi intersezionali. Harilay Rabenjamina riflette, attraverso la musica e il video, sull’esperienza e su come la si possa rappresentare. 

Il lavoro dei due artisti è stato seguito nelle forme teoriche e di curatela da Barbara Boninsegna e Simone Frangi, e condiviso successivamente con Mackda Magada Ghebremariam Tesfau’ e Justin Randolph Thompson, due sguardi che si intrecceranno al lavoro di Centrale Fies, più specificatamente all’interno di un nuovo progetto legato ai concetti di decolonizzazione e che verrà presentato a febbraio 2021, assieme a Razzismo Brutta Storia e Black History Month Florence, due tra le più importanti iniziative culturali italiane legate a queste tematiche. 

In questi giorni è visibile on-line l’archivio della galleria digitale INBTWN, dove è possibile visionare “pointing a new planet”, l’opera video in animazione 3D di IOCOSE che si ispira alla retorica messianica di Elon Musk; “Ascoltare Attraverso”, un progetto di Elena Biserna e Anna Raimondo incentrato sul passaggio tra dimensione fisica e digitale per riflettere insieme sulle gerarchie e relazioni di potere; “What Shall We Do Next? (Sequence #2)” (2014) di Julien Prévieux, che riassume gli ultimi 10 anni della sua ricerca su gestualità e nuove tecnologie  -video  vincitore del premio Marcel Duchamp-; “Bondone” di cui è protagonista l’artista e performer post-mediale Mara Oscar Cassiani. Il progetto, in anteprima per Centrale Fies, ibrida le tradizioni trentine e i folclori della rete, attingendo da un panorama culturale che spazia dalle comunità snowboard ai video game fantasy, per attivare un’indagine su immaginari collettivi, riti, e retaggi del dionisiaco nel contemporaneo in una prospettiva di genere. 

Con INBTWN la curatrice Claudia D’Alonzo sviluppa una riflessione sul rapporto tra corpi e tecnologie. La rassegna si concentra su una condizione di mezzo data dalla compenetrazione e interazione tra realtà fisica e virtuale.

Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre,Centrale Fies ha portato nelle scuole del territorio una rinnovata versione di Enfant Terrible, il progetto annuale che propone lo studio teorico della performance art storica all’intero dell’intero ciclo delle scuole primario. I laboratori si stanno svolgendo in questi giorni sia in lingua italiana che tedesca e sono condotti ed elaborati dall’artista Hannes Egger con la mediatrice culturale Valeria Marchi. Il progetto si concentra su nuovi dispositivi di ausilio all’apprendimento di un’arte poco conosciuta dai bambini, ma fondante per l’arte contemporanea che conosciamo e vediamo nei musei.  

Mara Cassiani
PERFORM! Hannes e Valeria
PERFORM! josef e Grete

Come naturale prosecuzione di Enfant Terrible, da fine dicembre e per tutto il mese di gennaio 2021, Centrale Fies presenta Perform! Una serie di video-lezioni in doppia lingua italiano/tedesco, di avvicinamento e conoscenza della performance art storica per i più piccoli. Il progetto raggiungerà per la prima volta i bambini e le bambine nelle loro case. Sette mini lezioni su sette artisti e artiste che hanno fatto la storia della performance art reinterpretati da due giovanissimi studenti di 10 anni, Grete e Josef Sommadossi Loner. 

Le lezioni avranno una parte teorica e una pratica da sperimentare a casa con amici e familiari, in un gioco di re-enacment performativo. Queste pillole di divulgazione del contemporaneo saranno compendiate dalle parole del curatore Denis Isaia, che introduce i periodi storici e gli artisti protagonisti delle sette puntate, disegnando un contesto puntuale dedicato a genitori e insegnanti.  

Proprio in questi giorni è in corso la 5° edizione di TRENTINO BRAND NEW a cura di Virginia Sommadossi e Elisa Di Liberato, che per quest’anno particolare prende la forma di webinar. Il workshop intensivo che indaga differenti forme di formazione non convenzionale, diventato un must della programmazione invernale di Centrale Fies, potenzierà ancora di più il suo approccio interspecie, transettoriale, politico, immaginifico per formare un team di pensatori e pensatrici seriali volti a sbloccare la visione costruita sui cliché dei luoghi in cui viviamo. Il workshop si interroga su come la comunicazione turistica possa contenere un sogno politico, e se l’immagine di un evento politico può diventare comunicazione turistica. Attraverso un processo di hacking territoriale 20 ragazze e ragazzi selezionati, sperimentano tecniche e modalità legate alla comunicazione assieme a mentor del calibro di Fabrizio Luisi (maghi guerrieri, guaritori: le figure archetipiche della politica Italiana 2020, Mondadori), Mafe De Baggis (#Luminol. La realtà rivelata dai media digitali, 2019, Hoepli), Vanni Attili (Civita, 2020, Quodlibet), Serena Olcuire (ricercatrice e docente Roma3), Mali Weil, Davide Agazzi, Claudia D’alonzo e Mara Cassiani, Florinda Saieva e Stefano Ceci.

Partecipanti, professionisti e sperimentazione si articolano in un percorso comune destinato a evolversi giorno dopo giorno, sessione dopo sessione. In veste di docenti: esperti di design thinking, performer, curatori, esperti di social media e di comunicazione politica, esperti di turismo, di identità visiva e comunicazione, ricercatori e docenti di architettura e paesaggio, tutti insieme per lavorare con i partecipanti ad ampliare e approfondire le riflessioni culturali sul territorio, analizzarne il presente, in continuo cambiamento, sperimentare mezzi, strumenti e impatti fuori dai registri consolidati, configurando nuove possibilità di comunicazione. Di anno in anno, il lab rilancia e potenzia metodo, efficacia e dispositivi con nuovi assetti che non si limitano ad annodare mentori/docenti e giovani iscritti, ma intensificano l’attività attraverso figure professionali mai viste in uno stesso workshop. 

PERFORM! josef e Grete
Perform! Josef