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Biennale de l’Image en Mouvement: lascia Ginevra e approda a Torino

Testo di Daniele Licata — Si intitola The Sound of Screens Imploding e fin dal titolo lascia trapelare la vocazione alla fluidità, all’esplorazione, all’interrogazione dei linguaggi e dei mezzi del contemporaneo. È la Biennale de l’Image en Mouvement e per la prima volta in oltre trent’anni lascia la storica sede di Ginevra per trasferirsi in […]

BIENNALE DELL’IMMAGINE IN MOVIMENTO. The Sound of Screens Imploding. Installation view at OGR – Torino, Ph. Giorgio Perottino, Getty Images for OGR

Testo di Daniele Licata —

Si intitola The Sound of Screens Imploding e fin dal titolo lascia trapelare la vocazione alla fluidità, all’esplorazione, all’interrogazione dei linguaggi e dei mezzi del contemporaneo. È la Biennale de l’Image en Mouvement e per la prima volta in oltre trent’anni lascia la storica sede di Ginevra per trasferirsi in Italia, a Torino, a sua volta territorio particolarmente ricettivo nei confronti delle sperimentazioni. Grazie a un’inedita e articolata collaborazione con il Centre d’Art Contemporain Genève, le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino accolgono dunque la sfida di ospitare l’edizione 2018 della Biennale, riconfigurata per i suggestivi spazi delle ex officine di Corso Castelfidardo, sotto la guida (e la curatela) di Andrea Lissoni e Andrea Bellini.
Dal 21 giugno al 29 settembre 2019 le opere di otto artisti internazionali saranno esposte all’interno di un allestimento scenografico, impattante, realizzato peraltro grazie al supporto di uno di loro, Andreas Angelidakis, già architetto della Biennale di Berlino 2014 e di Documenta 2017.

Nicola Ricciardi, direttore artistico di OGR, in sede di conferenza stampa definisce la Biennale “una bellissima fatica”, e soprattutto la possibilità, per l’ente, di ingaggiare l’ennesima sfida con lo spazio espositivo, che nei mesi passati ha soprattutto dialogato con il tema della performance (vedi In Concert di Ari Benjamin Meyers, Carousel di Pablo Bronstein, e ancora prima il totalizzante, commovente Tino Seghal).
“L’evento racchiude in sé alcuni aspetti fondanti per le Officine Grandi Riparazioni”, sottolinea Ricciardi, “che sono state motivo e motore di questa partnership: l’idea di movimento, che è alla base di tutta la nostra programmazione artistica, ma anche e soprattutto la possibilità di confrontarsi con il medium del video. Continuamente mossi dal desiderio di reinterpretare, riadattare e allo stesso tempo di enfatizzare lo spazio architettonico, esploriamo questo nuovo mezzo espressivo in tutte le sue declinazioni”. Orgoglioso – e con le idee chiare – è anche Fulvio Gianaria, presidente dell’istituzione: “OGR ambisce a diventare ponte verso la città e l’Europa: Torino ha bisogno di internazionalità e le opere presentate alla Biennale forniscono una peculiare visione critica del reale in tal senso”.

BIENNALE DELL’IMMAGINE IN MOVIMENTO. The Sound of Screens Imploding. Installation view at OGR – Torino, Ph. Giorgio Perottino, Getty Images for OGR

La Biennale dell’Immagine in Movimento di Ginevra è l’unica biennale al mondo che presenta solo ed esclusivamente opere inedite, commissionate e prodotte nel contesto della mostra. Lo specifica puntuale Andrea Lissoni, curatore nonché direttore del Centre d’Art Contemporain de Genéve che torna a Torino dopo le esperienze come co-direttore del Castello di Rivoli e direttore di Artissima (a tal proposito, rivela che la prima a suggerirgli di far “migrare” l’evento a Torino fu proprio l’attuale direttrice della fiera, Ilaria Bonacossa).
“Quando André Iten la fondò nel 1985, la biennale si chiamava International Video Week, ed era uno dei primi eventi del suo genere in Europa. Nel momento in cui ho assunto la posizione di direttore del Centro ho immaginato una nuova versione, proiettandomi verso il desiderio di sostenere una nuova generazione di artisti. L’originalità del formato della Biennale dell’Immagine in Movimento risiede nel fatto che presenta esclusivamente opere commissionate e prodotte dall’Istituzione, distinguendosi così dalle consuetudini delle grandi Biennali internazionali: la commissione diretta genera un dialogo ampio, serrato, e scongiura il formato “cul-de-sac” di tanti eventi analoghi sparsi in giro per il mondo”.
Un approccio che negli anni ha portato evidenti frutti, sia sul versante artistico (nel 2014 la kermesse impone sulla scena internazionale il talento di Ed Atkins), sia sul fronte della curatela: Bellini ricorda la significativa edizione del 2016, curata da tre donne (Caroline Bourgeois, Cecilia Alemani, Elvira Dyangani Ose) e capace, in tempi non sospetti, di anticipare con sensibilità le sfumature dark della società post-#MeToo.

BIENNALE DELL’IMMAGINE IN MOVIMENTO. The Sound of Screens Imploding. Installation view at OGR – Torino, Ph. Giorgio Perottino, Getty Images for OGR

Alle OGR Bellini cura il progetto al fianco di Andrea Lissoni, Senior Curator presso la Tate Modern di Londra, per il quale la Biennale rappresenta soprattutto un interessante terrirorio d’indagine: “come possiamo portare avanti un discorso critico rispetto alle opere e al mondo che ci circonda? Solo dirigendoci verso mete non convenzionali. Attualmente gli artisti lavorano poco sugli schermi; in compenso, ritornano più volte sul lavoro condotto in precedenza, quasi come fosse una singolare operazione di refresh. Al tempo stesso, articolano interessanti sfide con gli spazi che vivono e che li circondano. A Torino lo domanda è: si può entrare nello schermo? Lo si può attraversare? Quale differenza sussiste tra questi luoghi e quelli che attraversiamo nello spazio del reale?”.

La risposta a questi interrogativi risiede nelle pratiche degli otto artisti selezionati per The Sound of Screens Imploding: Lawrence Abu Hamdan (Amman, Giordania, 1985), Andreas Angelidakis (Atene, 1968), Korakrit Arunanondchai (Bangkok, Thailandia, 1986), Meriem Bennani (Rabat, Marocco, 1988), Ian Cheng (Los Angeles, 1984), Elysia Crampton (Barstow, Stati Uniti, 1985), Tamara Henderson (Sackville, Canada, 1982) e Kahlil Joseph (Seattle, 1981). Talenti crossdisciplinari, volutamente ricercati in geografie disparate e distanti, i protagonisti della Biennale affrontano il tema dell’’immagine in movimento” con approcci diversificati: gli schermi, implodendo, rivelano un sentiero di riverberi e raggi laser, superfici specchianti e dorate, narrazioni documentaristiche e contenuti da downloadare. Alla vigilia del terzo compleanno (Nicola Ricciardi annuncia per l’autunno i progetti site-specific di Monica Bonvicini, Massimo Restiffi e Molly Herdnon) le OGR ci consegnano un prezioso documento sulla contemporaneità, imperdibile in un periodo come quello estivo in cui le mostre assumono i desolanti contorni del riempitivo.

BIENNALE DELL’IMMAGINE IN MOVIMENTO. The Sound of Screens Imploding. Installation view at OGR – Torino, Ph. Giorgio Perottino, Getty Images for OGR
Andrea Bellini, Fulvio Gianaria, Andrea Lissoni e Nicola Ricciardi durante la presentazione della Biennale dell’immagine in movimento, OGR – Torino, Ph. Giorgio Perottino, Getty Images for OGR