ATPreplica #32 | Buoncompleanno Bruno

Una dedica a quattro libri di Bruno Munari: Arte come mestiere, Alfabetiere, Design e comunicazione visiva contributo a una metodologia didattica e Zoo.
1 Gennaio 2021

In questo secondo episodio dedicato al progetto Buoncompleanno Bruno,  REPLICA approfondisce altri quattro volumi di  Bruno Munari presenti in archivio: Arte come mestiere, Alfabetiere, Design e comunicazione visiva contributo a una metodologia didattica e Zoo.
Questa eterogenea selezione dei volumi vuole essere uno strumento bibliografico utile per avvicinarsi al pensiero di Munari.

Alfabetiere, Bruno Munari

Arte come mestiere
Prima edizione 1966 Universale Laterza, Roma 

«Molte persone mi conoscono per ‘quello delle macchine inutili’» è con questa frase che si apre un classico di Bruno Munari: Arte come mestiere
Pubblicato per la prima volta nel 1966 da Universale Laterza, il volume è stato ristampato innumerevoli volte, confermandone la sua importanza.
Si tratta di una raccolta di scritti e riflessioni dell’autore, alcune di questi molto tecnici, in modo simile agli scritti che si trovano in Da cosa nasce cose (1981), alcuni più teorici ed estetici, non a caso si può affermare che si tratta del suo primo compendio di idee metodologiche. inoltre è il suo unico suo libro teorico che è stato tradotto in inglese. 

Tra gli scritti più’ celebri contenuti in questo volume ricordiamo: L’arancia i piselli e la rosa, in cui Munari stabilisce un parallelo tra gli oggetti progettati dal desing e quelli prodotti naturalmente. 

Per Munari la natura e le sue forme hanno sempre rappresentato un esempio da cui partire, un esempio a cui guardare. 

In Arte come mestiere, come ci racconta Pierpaolo Antonello in Le forme naturali di Bruno Munari: « Munari discute ad esempio uno dei principi cardine del design industriale e dell’architettura moderna, un principio che viene fatto risalire solitamente alla scuola tedesca di design e architettura degli anni ‘20 e ‘30, il Bauhaus: “la forma segue la funzione”. Pur conoscendo benissimo i principi del Bauhaus, Munari non cita Walter Gropius, lo storico fondatore dell’istituto tedesco, ma il biologo francese Jean-Baptiste Lamarck, il quale aveva discusso del rapporto fra forma e funzione in natura tra fine ‘700 e inizio ’800. La natura obbedisce allo stesso principio: la forma dipende dalla funzione dell’elemento naturale in questione. Allo stesso modo, il designer deve pensare prima alla funzione dell’oggetto da ideare e poi alla sua forma che deve essere conseguente e coerente rispetto all’uso che di questo oggetto si farà. La natura è flessibile, si adatta alle circostanze e ai materiali, e riesce a produrre una varietà infinita di forme, partendo da pochi elementi semplici. Ma mentre la natura procede in maniera evolutiva e aleatoria per prove ed errori, il designer contrae il tempo, accelera un processo che è caratterizzato da tempi geologici, non solo perché la sua intelligenza è frutto di questa stessa evoluzione, ma anche perché la natura si presta immediatamente a essere copiata. »

Arte come mestiere, Bruno Munari

Alfabetiere
Prima edizione 1960, Einaudi, Torino 

Destinato ad un pubblico di bambini anche l’Alfabetizzare di Bruno Munari merita un posto nel podio delle sue edizioni più interessanti. 
Pubblicato per la prima volta nel 1960 dalla Einaudi, riproposto nel 1972 nella collana Tanti Bambini, nel 1998 è infine Corraini a ristamparlo arrivando alla nona ristampa nel 2014. 

Il libro è un giocoso manuale che introduce i bambini all’alfabeto e dunque alla scritture e lettura. Lettere e filastrocche riempiono le pagine del libro e nella prima pagina, troviamo anche una premessa di Munari rivolta ai genitori: «Cari genitori, questo libro prescolastico è intitolato alfabetiere e non abecedario perché le lettere che contiene non sono disposte secondo un metodo tradizionale: a,b,c…, ma secondo le difficoltà che presentano per essere imparate dal bambini. […] nel caso di questo alfabetiere il bambino può intervenire continuando a incollare nelle pagine le lettere dell’alfabeto che avrà prima scelto e ritagliato da vecchie riviste, così come io ho cominciato a modo di esempio. Sarà per lui come andare a caccia di insetti tra l’erba di un prato facendo attenzione di non confondere formiche con cavallette. »

Design e comunicazione visiva, Bruno Munari
Design e comunicazione visiva, Bruno Munari

Design e comunicazione visiva contributo a una metodologia didattica
1968, Editore Laterza, Bari

«Noto che un bravo stampatore quando prende in mano un bel libro nuovo lo guarda davanti e dietro, apre la copertina accompagnando la piega con la mano, osserva i caratteri tipografici, come sono disposti e di che tipo sono e se sono originali o di una fonderia secondaria, osserva e critica la carta, la legatura, il dorso del libro se è tondo o quadro, come comincia il testo (a che altezza, come sono i margini, come va a capo, come è disposta la numerazione e tante altre cose.» (Bruno Munari, Design e comunicazione visiva contributo a una metodologia didattica)

In questo libro, un manuale sull’insegnamento del Visual Design, Bruno Munari spiega come conoscere le immagini e come allargare la possibilità  di creare nuovi contatti visivi con la realtà , come vedere e capire di più. La metodologia didattica dichiarata in questo libro è stata divulgata anche attroverso una corrispondenza intrapresa con il quotidiano milanese Il Giorno a cui Munari inviò le descrizioni delle lezioni tenute al Carpenter Center for the Visual Arts di Cambridge.

Zoo, Bruno Munari
Zoo, Bruno Munari

Zoo
2017, Corraini Edizioni, Mantova

«Il pappagallo è nato in un giorno con l’arcobaleno».
«Quando piove, gli uccelli cercano riparo sotto l’elefante».
«I fenicotteri che sanno di essere splendidi e strani, giocano alla simmetria».
«Se gli orsi giocassero a baseball, gli orsi polari farebbero gli arbitri».
«Il porcospino si perde in mezzo all’erba». (Bruno Munari, Zoo

Zoo è un libro per bambini realizzato da Bruno Munari nel 1963 e ristampato da Corraini nel 2017, dedicato allo spazio avventuroso in cui è possibile osservare animali provenienti da tutto il mondo. 

Al contrario di molti altri suoi libri in cui l’utilizzo di carte e texture diverse diviene il materiale con cui creare ambientazioni e paesaggi, qui le illustrazioni e il testo giocano con gli elementi della storia, in particolare cartelli e indicazioni che invitano a passeggiare tra le pagine. In questo modo l’invito a voltare pagina è generato da una commistione di segni e parole che descrivono sorprendentemente ogni scena della storia. 

Ogni doppia pagina presenta un animale con poche parole, quelle più calzanti, che coinvolgono il lettore fino a guardarlo con occhi diversi.

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