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Luca Loreti —
Ha lavorato con tspace (Milano) in occasione della mostra Exhibition of the year 2016, una collettiva con Alessandro Moroni e Lorenzo Kamerlengo a cura di Alberta Romano. Di seguito una sua breve intervista.
Su cosa si concentra la tua attuale ricerca artistica? Se dovessi scegliere due campi d’interesse che la rappresentino al meglio quali sarebbero?
La mia ricerca si concentra su tutto quello che mi ha formato come persona. Sono nato all’inizio degli anni ’90, dopo la caduta del muro di Berlino, durante l’ascesa di Berlusconi come politico; durante gli anni del game boy, dei pokemon, delle torri gemelle, dei blink 182; ho assistito all’avvento di internet, al movimento no global (o alla fine di esso) alla pornografia su internet, ai film sui supereroi, etc. L’opinione comune sostiene che la fine delle ideologie abbia trasformato la nostra in una generazione senza valori; io mi concentro su quelli che, in realta?, potrebbero essere questi valori, ovviamente, senza pretese di renderli universali. Al momento la tematica che mi interessa maggiormente e? il Sesso. Youporn e la pornografia su internet hanno cambiato il modo di fruire di un’immagine sessuale esplicita e io, in qualche modo, sono cresciuto con loro. Il mio lavoro in generale indaga questo rapporto, nonche? il rapporto con il piacere altrui.
Uno dei tuoi ultimi lavori e? Slap Snap, come e? nato e sopratutto in che modo si fa portavoce della tua ricerca?
Slap Snap e? l’ultima concretizzazione di una ricerca che porto avanti da anni. Si tratta di una campionatura di dettagli anatomici femminili, tratti da fumetti erotici e/o pornografici, che vengono successivamente ingigantiti e riprodotti al centro di grandi “quadri” di ferro. Tecnicamente si pongono a meta? tra una pittura e una scultura. Il ferro e? verniciato, ma il disegno e? realizzato facendo arrugginire la lastra. Credo che questa campionatura mi abbia permesso di ricostruire un rapporto piu? fisico con il lavoro e mi piacerebbe se lo spettatore riuscisse a fruire dell’opera come fruisce di un immagine erotica.
Come si e? evoluta la tua collaborazione con tspace e che progetto hai presentato per l’occasione?
Con t-space ci siamo conosciuti bevendo un te? insieme a /77, il collettivo di artisti con cui opero ormai da un anno. Successivamente e? nata l’idea della mostra Exhibition of the year 2016 e insieme ad Alessandro Moroni (cofondatore di /77), Lorenzo Kamerlengo e Alberta Romano abbiamo strutturato un dialogo partendo da un articolo del Loki Journal sulla scelta dei due colori dell’anno operata da Pantone. Io ho presentato un progetto che ha cercato di racchiudere tutte le mie ricerche piu? recenti, tuttavia la cosa che ho trovato piu? stimolante e? stato proprio il dialogo che si e? sviluppato tra tutti noi artisti, lo spazio e Alberta. Ognuno ha contribuito a creare una sfaccettatura leggermente diversa della stessa tematica, mi piace pensarla come una mostra organica con un lavoro collettivo realizzato tramite opere personali.
Lucia Cristiani (Milano, 1991) collabora con t-space per la sua personale che inaugurera? a settembre 2016, a cura di Gloria Paolini.
Lucia Cristiani si e? formata a Milano presso Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente lavora tra Milano e Sarajevo.
La sua ricerca si sviluppa dall’osservazione e dall’esperienza diretta di luoghi, ambienti e contesti che attraversa e che vive. Centrale l’idea di paesaggio inteso come politico, storico e personale. “I segni e le contraddizioni che sorgono nel paesaggio, le sue vicinanze e lontananze, parlano di cio? che ci appartiene. Osservare il paesaggio significa osservare noi stessi e cogliere quelle che sono le contraddizioni, le zavorre e le potenzialita? collettive.” Attivare una situazione poetica o evidenziare un dettaglio nel tutto, nel lavoro di Lucia Cristiani, e? una pratica molto frequente che sorge spontaneamente dall’osservazione di questi luoghi.
Momento fondamentale della sua ricerca, la personale Rosa decisivo a Placentia Arte (2015). “E? stato fondamentale in quell’occasione osservare il contesto che si sviluppava intorno a me, analizzarne i meccanismi, i limiti e potenzialita? per definire il mio ruolo di artista e gli intenti del mio lavoro.” In questa occasione tra le opere esposte la serie di stampe I-VII dove le grafiche pure dei caschi dei grandi piloti di Formula1 e MotoGp, nella loro funzione originale per la stampa ufficiale, diventano quadri astratti come fossero opere di Kandinsky. “La dinamica di gara metaforicamente rispecchia quello che e? il grande pericolo che gli artisti devono affrontare: non far prevalere alla loro ricerca un principio di affermazione.” Nel lavoro di Lucia Cristiani e? fondante il rapporto con lo spazio espositivo e cio? che e? al di fuori di esso. Con Exciting things are happening cinque piccoli ventilatori a led creano un’animazione luminosa in movimento che ci racconta che cose emozionanti stanno accadendo, oltre il ludico intrattenimento dell’opera, e ci invitano ad andare al di la? dei muri della galleria.
In questo momento Lucia Cristiani sta collaborando con t-space a un nuovo progetto di mostra personale dove verranno presentati lavori inediti che mirano a indagare due mondi radicalmente diversi, due letture differenti di realta? che convivono ormai da anni nella vita dell’artista: Milano e Sarajevo.
tspace e? un progetto portato avanti da un gruppo di giovani artisti e fotografi accompagnati da tre curatrici; uno spazio di lavoro e discussione che raccoglie, nei suoi 180 metri quadri, il potenziale di ricerca dello studio d’artista. t-space vuole essere luogo di stimolo per chiunque decida di entrarvi, sia come cliente sia come visitatore. T offre servizi pratici che spaziano dagli shooting alla post produzione di immagini, con consulenze su layout grafici e traduzione di testi, ma anche momenti di incontro con artisti e curatori, workshop e talk, sempre accompagnati da una tazza di te?. Quattro volte l’anno, seguendo il ciclo naturale delle stagioni, tspace ospita delle sperimentazioni espositive seguite dal gruppo curatoriale stabile e sempre aperto a collaborazioni esterne.