Art Unlimited 2011: puro mercato?

16 Giugno 2011
Jason Rhoades, David Zwirner, New York, Hauser & Wirth, Zu?rich
Robert Ku?mirowski, Johnen Galerie, Berlin
Vera Lutter, Gagosian Gallery, New York
Mona Hatoum, Galleria Continua, San Gimignano (Siena), White Cube, London
Jennifer Allora and Guillermo Calzadilla, Galerie Chantal Crousel, Paris
Etienne Chambaud, Sies+Ho?ke, Du?sseldorf
Daniel Buren, Galleria Continua, San Gimignano (Siena)
Cathy Wilkes, The Modern Institute, Toby Webster Ltd., Glasgow
Carl Andre, Alfonso Artiaco, Napoli
Allen Ruppersberg, Greene Naftali, New York, Galerie Micheline Szwajcer, Antwerpen
Fred Sandback, David Zwirner, New_York, Annemarie Verna Galerie, Zu?rich
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Tanti vanno ad Art Basel solo per vedere Art Statements o Art Unlimited: per scoprire giovani talenti o per vedere opere dal respiro museale. Ovvio, altri vanno per comprare, altre per capire ‘come butta’, altri perchè ci vanno tutti e non vogliono essere da meno. Da sempre ci si chiede: puro mercato? “Non ha molto senso, penso, farsi questa domanda” spiega Massimo De Carlo. “Devo solo fare una constatazione. Da oltre sei anni, forse anche di più, tanti visitatori che prima di venire ad Art Basel vedono la Biennale di Venezia, sono dell’opinione che senza dubbio è ‘migliore’ la fiera. Penso che una vera differenza, in realtà, tra le due grandi manifestazioni non ci sia. Sono del parere che la questione ruoti attorno alla qualità delle opere, caratteristica che spesso manca a Venezia. Da sempre l’occhio è più istintivo dell’intelletto, e sicuramente afferra quello che dell’arte è l’aspetto avvincente, la ‘bellezza’. A Basilea, per una questione di investimenti, o semplicemente per l’altissima qualità e professionalità delle gallerie, l’occhio è più soddisfatto rispetto all’intelletto. Questi sono i motivi che la rendono un’esperienza completa, fatta di tante componenti, non ultimo, certo, anche il mercato.”
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