Appuntamento con l’artista, la residenza ideato da Paolo Palmieri e Maria Antonietta Collu per gli spazi di Palmieri Contemporary, giunge alla sua sesta tappa. Il 6 dicembre inaugura la mostra conclusiva della residenza che ha visto come protagoniste Ermanno Brosio e Reto Pulfer. La curatela quest’anno porta la firma di Antonio Grulli, curatore indipendente attualmente alla guida della curatela del progetto Luci d’Artista a Torino.
Come le scorse edizioni, a conclusione della mostra sarà presentata una pubblicazione – curata da Antonio Grulli – che raccoglie le conversazioni, tra tutte le figure coinvolte nel progetto, affiancate dagli scatti di Marcello Campora.
Segue il testo di Antonio Grulli di presentazione del progetto.
Cachi, ombrelloni, tende e farinata —
Con Ermanno Brosio e Reto Pulfer ho storie di conoscenza molto diverse. Ho incontrato Ermanno solo pochi anni fa, quando si stava formando nell’Atelier del pittore Marco Cingolani all’Accademia di Brera, una delle grandi fucine della nuova arte oggi in Italia. Faceva parte di un gruppetto di giovani artisti molto talentuosi che stanno rapidamente facendosi strada. Con Reto invece ci siamo conosciuti intorno al 2008, quando frequentavo Londra: avevamo alcuni cari amici in comune e uscivamo insieme, ci siamo poi persi di vista e ritrovati solo di recente.
Le loro opere dialogano alla perfezione. La base di questo dialogo è l’utilizzo del tessuto come materiale fondante del loro lavoro e come metafora e membrana del nostro vivere nel mondo, ma il modo in cui poi ciascuno di loro lo declina non potrebbe essere più differente. Per Ermanno il punto di partenza è l’abito, in particolare i vestiti che recupera e riutilizza nelle sue opere; per Reto invece il tessuto è habitat e modo di abitare il mondo, spesso poi allontanandosene per sfociare nel disegno e nella ricerca sonora. Descrivendoli in questo modo si potrebbe pensare a due scultori o artisti che praticano per lo più l’installazione o la performance, ma per me Ermanno e Reto sono in realtà due pittori, sebbene talvolta si dedichino a altri linguaggi.
Ermanno parte appunto da abiti trovati per realizzare le sue tele, e il risultato è sorprendente perché riesce a essere sempre estremamente pittorico. In primis i tessuti vengono generalmente intelaiati, e già questa prima scelta marca uno scarto da un passato in cui l’utilizzo di questi materiali è collegato a un distacco dal “quadro”. Ma ancora più sorprendente è il controllo che Ermanno esercita sui materiali e il modo estremamente ordinato in cui in cui li trasforma in “tela” e in composizioni così rigorose e ponderate da far percepire il tutto allo spettatore come un vero e proprio dipinto, evitando l’effetto collage o il sapore etnico/folk. Il modo in cui i tessuti vengono ritagliati in pezze e i loro abbinamenti vanno a comporre precise campiture di colori e forme in continuo slittamento tra il piano astratto della composizione cromatica e quello figurativo che emerge nel momento in cui riconosciamo le parti di abiti utilizzate e riusciamo a nominarle (giacca, colletto, manica, ecc.).
Questa tecnica si ritrova nelle opere presentate qui, in cui Ermanno ha riutilizzato tessuti provenienti da materiali tipici delle località balneari, come ombrelloni e tende ormai dismessi, oggetti che vivono a cavallo tra abito e architettura temporanea e che ci permettono di sopravvivere d’estate all’aperto. Sono tele fortemente “astratte”, quasi animate da un ritmo musicale o sintattico, su cui in alcuni casi vengono aggiunte parole e frasi.
Reto ha un approccio primordiale alla pittura. Con i tessuti generalmente crea delle sorte di rifugi o tende precarie, ambienti da vivere che talvolta diventano set per le sue performance, e sono al tempo stesso la superficie su cui va a portare la sua pittura. Il suo modo di dipingere è minimale, e spesso slitta nella pratica della tintura. Il risultato finale è ottenuto in gran parte dall’accostamento di più o meno ampi “lenzuoli” di differenti colori cuciti insieme in maniera informale. Su queste superfici si inseriscono segni minimi, fragili: linee, macchie, interventi realizzati con pigmenti spesso preparati da Reto utilizzando materiali anomali e di natura organica. La sua pittura tende allo stato della musica, e sembra quasi riesca a toccarla: muoversi all’interno di uno dei suoi ambienti dà la sensazione di essere immersi in una sinfonia di rumori e micro-suoni. O forse il suo è un modo di dipingere che tende allo stato della cucina: un gesto organico e naturale che ricorda la preparazione di elementi semplici e primordiali, necessari alla vita, in cui l’approvvigionamento è parte del cucinare e al tempo stesso un modo per corrispondere al mondo, per permettergli di vivere. Questi rifugi psichedelici e hippie, in cui i nastri e i cavi che li sostengono hanno un ruolo fondamentale diventano talvolta set per performance sonore o sessioni di cucina: rituali in cui il supporto tessile si smaterializza per diventare stato d’animo e sentimento attraversato dalla luce, o forse al contrario per riportarci alla consistenza e alla pesantezza delle prime caverne in cui i segni iniziavano ad affollarsi e accompagnare la vita fisica e spirituale dell’uomo.
Antonio Grulli
Ermanno Brosio (Rivoli, Italia, 1995) dipinge tramite i vestiti, elementi scelti e prediletti dall’artista, che destrutturati, ricuciti insieme, assemblati a pittura e ad altri materiali misti, vanno a stratificare composizioni frammentate che trovano un’inedita sintonia. La tela rimane spesso alla base dei lavori, rimarcando un legame molto forte con il supporto del pittore per eccellenza. I tessuti sono sempre ricavati da indumenti vissuti, una volta aderenti al corpo di qualcuno come ora aderenti al telaio dopo essere stati smantellati, tesi o lasciati cadere morbidi su loro stessi dall’artista.Brosio incarna la figura di unificatore tramite l’uso delle cuciture, riflettore il cui intento è quello di riattivare le identità degli indumenti, dando loro nuovi spazi in cui dispiegarsi.
Reto Pulfer (Berna, Svizzera, 1981) vive e lavora a Uckermark, Germania. Crea installazioni immersive utilizzando tessuti, piante, disegni, pitture e una varietà di oggetti trovati. La sua pratica artistica esplora diverse condizioni di mutabilità, combinando elementi tessili, pittorici, botanici e materiali naturali per dare vita a installazioni e performance. Spesso ispirato dall’ambiente circostante di Uckermark, Pulfer utilizza materiali disponibili a portata di mano per esaminare le relazioni tra l’umanità, la natura e il cosmo. Attraverso una modalità tangibile, sensoriale e immersiva di connettersi con il mondo naturale, Pulfer osserva le connessioni intime e poetiche tra storia, biologia e materialità.
APPUNTAMENTO CON L’ARTISTA #6
Ermanno Brosio | Reto Pulfer
OPENING venerdì 6 Dicembre 2024 dalle ore 18.00
Via Milano 47 – 17015
Celle Ligure (SV) Italia