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L’esperienza multisciplinare dell’arte di Anthea Hamilton. Fondazione Memmo, Roma

La mostra romana, curata da Alessio Antoniolli e intitolata Soft you, presenta una esposizione più discreta e contenuta, una mostra che, per volontà dell’artista, è un mash-up della sua produzione.

È una proposta particolare quella offerta dalla Fondazione Memmo che ospita la prima mostra istituzionale a Roma dedicata ad Anthea Hamilton (1978), artista britannica nota per le sue installazioni coinvolgenti e immersive dal forte impatto visivo ed emotivo.
Anthea Hamilton nella sua ricerca artistica fonde insieme arte, architettura, scultura, artigianato producendo installazioni e sculture che escono fuori dagli schemi, dalla prevedibilità, coinvolgendo il pubblico, modificando gli spazi.

La mostra romana, curata da Alessio Antoniolli eintitolata Soft you, presenta una esposizione più discreta e contenuta, una mostra che, per volontà dell’artista, è un mash-up della sua produzione. Mescolando design, artigianato, moda e fotografia in un linguaggio molto personale, fa della contaminazione una caratteristica della sua ricerca artistica che nel tempo è diventata anche una sua cifra stilistica. 
La sua è un’arte giocosa, ma anche spiazzante, in cui le discipline si intrecciano, utilizza motivi visivi e culturali diversi, attinge dal presente e dal passato, esplorando antiche tradizioni e riportandole in  una pratica artistica complessa. 
Il titolo della mostra fa riferimento al monologo dell’ultimo atto dell’Otello di Shakespeare, opera con la quale l’artista ha un legame profondo, avendo diretto nel 2024 lo stage-performance Othello: A Play, in collaborazione con il centro artistico De Singel di Anversa. 
I numerosi fotogrammi (scattati da Tanguy Poujol) che punteggiano le sale sono tratti da questa performance, stampati su carta cotone, dalla definizione volutamente non perfetta, con un effetto ricercato dall’artista per comunicare un maggior effetto emotivo, quasi pittorico. 
Si cammina tra paraventi di alluminio (Metal Screen, 2025) che per il gioco delle superfici riflettenti modificano la percezione dello spazio, sculture che si fondono con il design come Leg Chair (2025), manichini avvolti da corde shibari, (Shibari Chefs) in un rimando ad antiche pratiche che con fluidità l’artista ripropone nel contemporaneo.

Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Mulaioli
Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Mulaioli

I suoi lavori sono spesso frutto di collaborazioni, scambi di tecniche e competenze. Come Shibari desk (2025), uno scrittoio che campeggia nella prima sala realizzato in collaborazione con Alice Rivalta, frutto di un lungo e paziente lavoro. La superficie è ricoperta con la tecnica Rankaku, antico metodo giapponese di intarsio che utilizza i gusci frantumati di uova di quaglia. 
Con Ezra-Lloyd Jackson, designer giamaicano di fragranze, ha messo a punto l’essenza che pervade discretamente le sale della mostra, accompagnando il visitatore in una esperienza che coinvolge tutti i sensi. 
La serie Calzedonia (Hot Legs), (2025), installazione site specific che definisce la terza sala, ripropone un motivo ricorrente nei suoi primi lavori, le legs appunto. Il titolo richiama ironicamente una nota catena di negozi che si trova in via del Corso sulla quale si affaccia proprio Palazzo Ruspoli. Realizzate con materiali diversi, velluto, denim stampato, legno, pastelli, vernice, plexiglass, definiscono lo spazio della sala, le sagome si impongono con leggerezza, diventano un fregio, sullo sfondo una leggera colorazione delle pareti che, quasi in trasparenza, traccia il motivo a mattoni protagonista di molte sue installazioni passate, qui riproposto con toni delicati a richiamare le antiche mura romane.

Un omaggio a Roma, passando per l’Otello, attraverso un mix di tradizioni, culture, immagini e profumi, rendono questa mostra un percorso interessante, fruibile da ogni tipo di pubblico grazie ai giovani operatori che con competenza e disponibilità accompagnano e raccontano l’artista e i suoi lavori a chi lo desidera, secondo una pratica ormai consolidata nelle iniziative della Fondazione Memmo.

La mostra rimarrà aperta fino al 2 novembre 2025. 

Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Mulaioli
Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Mulaioli
Anthea Hamilton, Soft You, Installation view, Fondazione Memmo, Roma © Daniele Mulaioli