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Il regno dei sogni: Kathryn Andrews e Alex Israel

Testo di Carmen Stolfi Viale del Tramonto fu a lungo criticato per aver raffigurato cinicamente l’industria del cinema e le sua modalità di produzione di fantasmi, spettri di coloro che un tempo erano divi e personalità illustri dello star system Hollywoodiano, oggi relitti abbandonati a se stessi. Come ci si sente a essere stati famosi a […]

Vedute d’installazione Gagosian Gallery Roma Alex Israel e Kathryn Andrews,   2014 Photo: Matteo D’Eletto © Courtesy degli artisti e Gagosian Gallery
Vedute d’installazione Gagosian Gallery Roma Alex Israel e Kathryn Andrews, 2014 Photo: Matteo D’Eletto © Courtesy degli artisti e Gagosian Gallery

Testo di Carmen Stolfi

Viale del Tramonto fu a lungo criticato per aver raffigurato cinicamente l’industria del cinema e le sua modalità di produzione di fantasmi, spettri di coloro che un tempo erano divi e personalità illustri dello star system Hollywoodiano, oggi relitti abbandonati a se stessi. Come ci si sente a essere stati famosi a Los Angeles ? E come si vive oggi nel semi-anonimato?

Esposti come opere d’arte nella mostra di Alex Israel e Kathryn Andrews inaugurata alla Gagosian Gallery di Roma, gli oggetti di scena cinematografici sembrano riflettere sulla condizione di sostanziale vanità e illusorietà che il mondo del cinema – e quello dell’arte – porta con sé: contesti fittizi costruiti su un valore simbolico, fluttuante, evocativo, che genera celebrità con la stessa facilità con cui le annienta.

Più o meno riconoscibili e nati per essere esibiti su set diversi da quello dell’arte contemporanea, i props sono stati noleggiati e selezionati dagli artisti tra le rimanenze abbandonate nei magazzini degli Studios di Cinecittà. Red Carpet (2013), Academy (2013) e Die Another Day (2013), rispettivamente un avanzo della celeberrima passerella delle star ancora imballato, una statuetta degli Oscar, e il famoso specchio dei camerini dei set cinematografici con incastonato un proiettile dal film omonimo di 007, introducono il visitatore nello spazio espositivo. Come nei titoli di testa di un film, le opere fungono da preludio ai lavori nella Sala Ovale e dichiarano le intenzioni dei due artisti di lavorare con il potere evocativo delle immagini che i memorabilia sono in grado produrre.

Alex e Kathryn, entrambi artisti losangelini di nascita e d’adozione, lavorano sull’immaginario e sulla storia culturale del loro territorio. Israel, per esempio, con il suo programma As it LAys  ha voluto omaggiare la Città degli Angeli intervistando quelle personalità che hanno contribuito a rendere Hollywood the land of dreams, di cui tuttavia il recente fenomeno del Bling Ring ne ha rappresentato la conseguenza negativa. Lo sfondo di Early Sunday Morning (2013) richiama infatti i fondali dell’austero studio televisivo in cui si svolgono le brevi interviste a personaggi demodé e nostalgici di un fastoso passato da divi, come Marilyn Manson, Melanie Griffith, Phyllis Diller.

Le superfici specchiate in acciaio dei ready-made di Andrews, come Full Set (2012) e Tall Bike (2013), se da un lato ricordano totem luccicanti simbolo di sfarzo e ricchezza, dall’altro quello stesso bagliore si traduce in distorsione ottica che riflette una fisicità alterata dello spettatore, suggerendo in un certo senso una presa di coscienza dei limiti dell’industria mediatica e delle chimere dello show business.

Il parallelo tra le industrie del cinema di Los Angeles e di Roma rivela una più profonda considerazione sul ruolo della cultura in Italia, e in particolare della Capitale. Soprannominata la Hollywood sul Tevere durante gli anni del boom economico, qui l’industria cinematografica rappresentava una delle forze motrici della crescita del Paese, settore fiorente e attrattivo anche per gli investimenti dall’estero; oggi invece sempre più decadente e in balia della crisi economica, di trattative e diversificazioni che ne rendono il futuro ancora incerto: “era quello un luogo strano, una di quelle costruzioni solenni che inorgoglivano un tempo i magnati del cinema, […] aveva l’aria di una di quelle vecchie gentildonne decadenti cariche di antichi veli sdruciti e di cianfrusaglie fuori moda, che vivono isolate dal mondo fra i fantasmi di un passato fastoso[1].

[1] Citazione dal film Viale Del Tramonto di Billy Wilder, A Paramount Picture (1950)

Vedute d’installazione Gagosian Gallery Roma Alex Israel e Kathryn Andrews,   2014 Photo: Matteo D’Eletto © Courtesy degli artisti e Gagosian Gallery
Vedute d’installazione Gagosian Gallery Roma Alex Israel e Kathryn Andrews, 2014 Photo: Matteo D’Eletto © Courtesy degli artisti e Gagosian Gallery