ATP DIARY

Alla ricerca del proprio spazio | Andrea Bowers – Fondazione Furla | GAM Milano


Un messaggio forte e chiaro, senza le ambiguità e le (spesso oscure) complessità tipiche dell’arte contemporanea. Quella ospitata alla GAM – Galleria d’Arte di Milano, è una mostra che arriva subito al punto, senza esitazioni. Moving in Space Without Asking Permission, la prima mostra personale dell’artista attivista americana Andrea Bowers – a cura di Bruna […]

FURLA SERIES – ANDREA BOWERS. MOVING IN SPACE WITHOUT ASKING PERMISSION, 2022. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla

Un messaggio forte e chiaro, senza le ambiguità e le (spesso oscure) complessità tipiche dell’arte contemporanea. Quella ospitata alla GAM – Galleria d’Arte di Milano, è una mostra che arriva subito al punto, senza esitazioni. Moving in Space Without Asking Permission, la prima mostra personale dell’artista attivista americana Andrea Bowers – a cura di Bruna Roccasalva e IV edizione della Furla Series, promossa da Fondazione Furla (fino al 18/12/22) – fin dal titolo professa le sue ambizioni. Alla domanda su come interpreta il titolo, l’artista ha dichiarato – in una conferenza avvenuta a Milano – che la frase “moving in space without asking permission” è emersa durante la performance che ha scelto di ambientare alla GAM, impresa che le ha richiesto oltre 5 ore di riprese, che poi sono diventate il video in mostra. L’opera a cui si riferisce è In the Ballroom – Overcoming the Myth of Masculine Force (2022): un video che documenta una lezione di “autocoscienza combattente femminista” tenuta dalla filosofa e attivista Alessandra Chiricosta a un gruppo di allieve negli spazi della GAM. 

Bowers ha raccontato che durante le riprese è emersa spesso la frase, “Moving in space without asking permission”, “frase che mi è piaciuta subito. Mi ha fatto riflettere su quanto l’atteggiamento patriarcale abbia influenzato la mia vita e quella delle donne in generale. La cosa che mi ha infastidito maggiormente, da quanto ne ho preso consapevolezza, è il limitare i movimenti della donna nello spazio.” Continua l’artista, per spiegare la genesi del video: “Ho utilizzato lo spazio del museo per raccontare questa costrizione che alla fine, parte proprio da una sala da ballo. Ho cercato di suggerire quello che succedeva nell’800. Le donne ballavano sempre con abiti molte stretti che limitavano i movimenti o costringevano il loro corpo a non compiere certe azioni.”

Il video, girato all’interno della sontuosa sala da ballo di Villa Reale, segue l’ intensa e coinvolgente lezione di Alessandra Chiricosta: lei suggerisce, intima, invita, a volte, urla, le movenze, i gesti mutuati dalle arti marziali – disciplina che pratica e studia da molti anni – alle sue allieve, per renderle consapevoli non solo del proprio corpo, ma anche dai gesti che possono sia difenderlo che liberarlo da tutte quelle movenze che il patriarcato ci ha inflitto. Piroette, cadute, giravolte e piegamenti: le allieve vestite con sfarzosi abiti ottocenteschi, anziché limitare i propri gesti ‘assecondando’ la rigidità degli abiti, sembrano volerne tendere le stoffe e le cuciture, quasi per volersene liberare.

FURLA SERIES – ANDREA BOWERS. MOVING IN SPACE WITHOUT ASKING PERMISSION, 2022. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla

Quest’opera racconta, con immagini di ricercata bellezza, quelli che sono i temi tanto cari all’artista, sviscerati in trent’anni di lavoro: la lotta per la parità di genere e l’emancipazione della donna. Di fatto già dalla prima opera che ci accoglie in mostra – la scritta al neon Another Kind of Strength (2022) – siamo posti nell’epicentro del messaggio ‘forte e chiaro’ su cui l’artista ci invita a riflettere: un’altro tipo di forza. Scopriamo che Another Kind of Strength ha un sottotitolo: (after Alessandra Chiricosta’s book “Un altro genere di forza. Costruzione sociale e filosofica della debolezza del corpo femminile e del mito della forza virile”, 2019). Con la sua attitudine a immergersi nella storia passata e contemporanea del paese che la ospita, Bowers scopre nel libro di Chiricosta delle affinità e contingenze con le proprie riflessioni. Rendendole omaggio, questa scritta – ma potremmo anche definirlo un vero e proprio slogan – ci suggerisce di concepire un diverso genere di forza che non è l’opposto della debolezza femminile (cliché che da sempre ci incasella), ma, appunto, è un diverso modo di affrontare, vivere e gestire la forza femminile.
In questo interessante libro, l’autrice smantella la dicotomia dell’uomo forte in opposizione alla donna debole, definita spesso per tutto ciò che non è o non è stata: non è forte, non ha pieni diritti politici, non è in grado di essere razionale.
Bower, dunque, con una semplice scritta è come se ci rendesse consapevoli di cosa le donne sono e possono essere, evidenziando la possibilità di altri modi in cui la forza può essere espressa, superando il nesso tra “genere” e “forza”. 

A questo messaggio, Bower ne suggerisce molti altri. Nella prima sala della mostra, ci accoglie l’installazione immersiva, Political Ribbons: costituita da centinaia di nastri di raso su cui sono state serigrafie degli slogan – Resisters, Sexism licks, My body is not your business, Dismantle patriarchy, Empower the women around you – che ricoprono interamente le pareti della stanza. L’ultimo dei nastri da parte dell’artista risale ad alcuni anni fa. Dal primo progetto di allestimento, Bower rivela che ha stampato oltre 60.000 nastri. Ispirandosi alla grafica politica dei primi del ‘900 e ai nastri utilizzati dalla Suffragiste nelle manifestazioni non violente, questi nastri, su invito dell’artista, dovrebbero essere ‘indossati’ come segni di solidarietà alla lotta per i diritti delle donne e la parità di genere.

FURLA SERIES – ANDREA BOWERS. MOVING IN SPACE WITHOUT ASKING PERMISSION, 2022. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla

Anche nell’installazione della sala seguente, Feminis Fans (2022) siamo investiti da una quantità di slogan: “Women are watching”, “Mother earth is coming for you”, “Pay me equally”, “Trust women”, “Women’s rights are human rights”, “Keep your laws off my body”. Frasi impresse in 153 ventagli da combattimento – gli stessi utilizzati nel video da Chiricosta e dalle sue allieve – installati a pavimento. Come per i nastri, anche in questo caso un oggetto considerato per consuetudine femminile diventa simbolo di autoaffermazione e strumento di protesta. Nella sala successiva l’insegna luminosa Fight Like a Girl (2021), realizzata con sagome di cartoni riciclati e luci led, ribadisce e rafforza quell’invito a credere in un altro genere di forza che apre la mostra. 

Dalle parole della curatrice: “Tutta la mostra ruota attorno al luogo che la ospita, ossia un museo di storia dell’arte dell’800. L’artista ci ha chiesto sin dall’inizio di fare delle ricerche sui materiali di archivio che riguardavano gli esordi dei movimenti femministi in Italia. Ha voluto portare questi materiali, che a volte sono diventati delle vere fonti si ispirazione per le sue opere, per dare un’immagine della donna diversa rispetto a quella rappresentata nelle opere presenti nella Galleria d’Arte Moderna e per dare un quadro più complesso di quel periodo. 

Chiude la mostra una serie di opere a parete, la più diretta e suggestiva, sia per la semplicità di come è trattato il soggetto – una donna con in mano un fucile – sia per il messaggio che contiene. Per queste opere su cartone riciclato, l’artista trae ispirazione dai materiali d’archivio che colleziona da tantissimo tempo e su cui interviene rendendoli contemporanei aggiungendo i suoi slogan. In merito l’artista racconta: “L’origine di questi lavori risale a quando ho iniziato a frequentare una serie di comunità che si occupavano di movimenti politici – era circa il 2011 – e ho iniziato ad osservare come gestivano il loro modo di vivere, la loro alimentazione, come avevano creato degli ambienti utopici. Ricordo che utilizzavano cartoni per esprimere e raccontare parte della loro storia attraverso degli slogan. Da allora ho pensato di riprenderne l’idea e produrli io stessa. Facendo riferimento a tutte le immagini che avevo raccolto negli anni dagli archivi storici, ho dato una scala diversa a queste immagini di donne che illustravano i vari manifesti femministi. Ho creato delle enormi superfici su cui riprodurre delle figure semplificate, con delle scritte. L’utilizzo del cartone mi piaceva perchè potevo scappare dal foglio di carta bianco, e così anche dal ‘bianco’ come metafora di donna bianca. Il cartone mi dava la possibilità di non rappresentare qualcosa di completamente stereotipato.”

FURLA SERIES – ANDREA BOWERS. MOVING IN SPACE WITHOUT ASKING PERMISSION, 2022. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla