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Aljoscha e le sue nuove forme di vita | Fondazione Made in Cloister di Napoli

Testo di Noemi Stabile — L’artista ucraino Aljoscha arriva in Italia alla Fondazione Made in Cloister di Napoli con il suo incredibile apparato di nuove forme di vita: la mostra dal titolo Composing Bioethical Choices. Nonostante il bioismo non sia un concetto del tutto conosciuto in Italia e sia linguisticamente un neologismo, l’artista non solo […]

Aljoscha – Composing Bioethical Choices – Fondazione Made in Cloister, Napoli – Ph Francesco Squeglia

Testo di Noemi Stabile

L’artista ucraino Aljoscha arriva in Italia alla Fondazione Made in Cloister di Napoli con il suo incredibile apparato di nuove forme di vita: la mostra dal titolo Composing Bioethical Choices. Nonostante il bioismo non sia un concetto del tutto conosciuto in Italia e sia linguisticamente un neologismo, l’artista non solo ce ne dà un esempio ma addirittura ne amplia il significato. 
Basta entrare nel meraviglioso chiostro cinquecentesco nel bel mezzo di Napoli e Aljoscha, col suo fare silenzioso e operoso, ci metterà al cospetto di nuove forme di vita. È complesso spiegare con poche parole quale sia il suo intento ma per prima cosa si può dire che il bioismo si basa sull’idea di estendere la vita agli esseri non viventi e quindi costruire nuove forme di vita. Aljoscha però fa molto di più affiancando queste nuove vite ad altre vite ancora, sovrapponendole e per questo ne amplia il significato. Ciò risulta più chiaro se andiamo oltre con lo sguardo e osserviamo la cornice in cui si estendono le sue particolari installazioni: biblioteche, centri psichiatrici, scuole, chiese, chiostri. Tutti luoghi pieni di vita, di una vita talvolta meno usuale di quella che siamo abituati a vivere e in cui il tempo scorre più lentamente o, addirittura, sembra quasi fermo. Il chiostro di Made in Cloister ne è il perfetto esempio; un luogo in cui la vita che ci è passata, fa ancora tanto rumore da farsi percepire. 
Aljoscha oltre a occuparsi di bioismo, si occupa anche di biofuturismo (forme di vita del futuro) e abolizionismo bioetico, concetto molto complesso che ha l’obiettivo di modificare tutti quei comportamenti che sono contrari alla vita e alla sua continuazione.

Aljoscha – Composing Bioethical Choices – Fondazione Made in Cloister, Napoli – Ph Francesco Squeglia

È per questo che l’artista si è espresso più volte contrario alla guerra in Ucraina e anche in modi molto provocatori che pongono di certo la natura, e la sua insita vita, contro i simboli che gli uomini di malvagi e folli intenti costruiscono o risemantizzano. 
Nonostante sia difficile entrare in confidenza con questi nuovi termini, di sicuro possiamo dire che lateralmente già hanno a che fare con ciò di cui tutt’oggi ci preoccupiamo: robot, IA… ma non solo. Guardare i materiali rimodellati da Aljoscha fluttuare nel chiostro, fa ritornare alla mente il folklore. Quello napoletano fatto di particolari forme di vita, non sempre visibili all’occhio umano, e che spesso danno vita a cose morte o prive di vita, ma anche a quello di altre culture come quello giapponese che potrebbe sembrare lontanissimo da noi ma che è, invece, particolarmente significativo. 
Nel folklore giapponese esistono delle forme di vita che somigliano molto a quelle di Aljoscha e vengono chiamate “mushi”. 
È su queste che la fumettista Yuki Urushibara scrive e disegna “Mushishi”, una bellissima storia che vi consiglio di leggere in cui questi “esseri” hanno la capacità di donare le proprie caratteristiche all’elemento a cui si aggrappano, proprio come le forme di vita dell’artista hanno la capacità di dare nuova vita a corpi non animati o non più. 
È insomma indubbio che c’è ancora altra vita che possiamo conoscere attraverso l’arte e che Aljoscha è di certo uno di quegli artisti che fa da tramite tra l’oggi e il domani. 

Fino al 29.04.23 alla Fondazione Made in Cloister di Napoli, Piazza Enrico De Nicola, 48.

Aljoscha – Composing Bioethical Choices – Fondazione Made in Cloister, Napoli – Ph Francesco Squeglia
Aljoscha – Composing Bioethical Choices – Fondazione Made in Cloister, Napoli – Ph Francesco Squeglia