Testo di Martina Matteucci
Si è concluso da poco l’intervento di riqualificazione ed allestimento di tredici appartamenti della Torre Velasca, progetto di ristrutturazione portato avanti con un attento piano di recupero che rispetta l’edificio originale costruito dal gruppo di architetti BBPR.
Tower Tales: Design, Art & Sound in Torre Velasca è una rassegna promossa ed organizzata da Urban Up- Unipol Projects Cities e nasce con l’intento di rilanciare l’apertura dell’edificio attraverso una serie di appuntamenti esclusivi legati alla cultura. Uno di questi è Art Tales, un progetto in collaborazione con Converso_Offsite che indaga l’espressione artistica d’avanguardia nell’era contemporanea. Per l’occasione vengono aperti anche gli spazi dell’edificio al piano terra all’interno dei quali si trova ora allestita fino a fine Marzo la personale di Alexander May, fondatore e direttore dello spazio milanese no profit Converso.
La pratica dell’artista ruota intorno al linguaggio e in particolare indaga gli elementi formali e gestuali che compongono la comunicazione. Poiché il primato che è in noi è quello del vedere, quando si parla di comunicazione oggi si intende per lo più l’ “immagine”, ovvero quell’unità simbolica che rimanda ad una molteplicità di significati. May si concentra sull’elemento formale del segno linguistico per poi distanziarsene e creare alfabeti incomprensibili la cui decodifica si trova nel rapporto tra l’opera e lo spettatore.
Nella formulazione di questo incontro, l’artista pensa ad opere di grandi dimensioni che prendono vita a partire da una ricerca di immagini su Internet che raffigurano timbri per marchiatura a fuoco di bestiame e successivamente le stampa su pannelli in alluminio. Dopo aver dissolto le stampe con una soluzione acida, applica al supporto degli stencil che riportano lettere e segni di punteggiatura realizzati con pittura a olio che vengono in seguito alterati direttamente con le mani.
La ricerca e la sovrapposizione di lessici diversi danno vita a immagini che si allontanano dal loro significato originale. May analizza la sintassi della comunicazione, la destruttura per dar vita ad un nuovo linguaggio, un nuovo protocollo di rappresentazione basato su strutture formali esistenti. Non c’è un messaggio ma la ricerca di una nuova forma di trasmissione. L’artista si distanzia dai modelli tradizionali di fare pittura per avvicinarsi a un effetto più tattile nella composizione dei segni, una manipolazione quasi istintuale che porta l’immagine da un piano astratto a un piano concreto e umano. La traccia lasciata non cerca una traduzione ma una via di espressione libera da interpretazioni prestabilite.
Questo rapporto aperto verso l’altro si moltiplica nella relazione con la Torre (di cui ritroviamo forse un accenno in un olio su alluminio esposto), con lo spazio limitrofo e con lo spettatore.
La mostra infatti è sempre visibile poiché i due siti espositivi adiacenti che ospitano le opere sono delimitati da grandi pareti vetrate che permettono di godere del lavoro di May a qualsiasi ora del giorno e della notte. Lo spazio circostante crea nuovi livelli semantici che si rapportano con le opere all’interno in un continuo procrearsi di significati.
Alexander May
Naked in the morning
A cura di Converso_Offsite
Torre Velasca
Fino al 25 Marzo 2019