La mostra di Alessandro è ricchissima di opere: tele, disegni, collages, sculture. Una vera messe di lavori che seguono un filo partendo dall’Italia – il titolo della mostra è Giulietta degli Spiriti – con suggestioni dei film felliniani, soprattutto La strada, con i due personaggi Gelsomina e Zampanò, ritratti in alcune delle tele e mescolati agli elementi cari ad Alessandro: in parte grotteschi in parte romantici. A queste rappresentazioni di un mondo di radici culturali si sovrappongono elementi e composizioni che risentono invece della nuova vita dell’artista: psichedelia west-coast, paesaggi abitati da chitarre, vastissimi orizzonti, tramonti sul pacifico….
Nella serie dei disegni a matita Alessandro ritorna alle radici, non solo anagrafiche, ma a quelle culturali della grande pittura europea. Durante l’opening, Alessandro mi ha raccontato che era da tanto che non disegnava con la matita e con il riprenderla in mano, si è divertito molto. Il risultato, ottimo direi, è delicato, leggero, incisivo.
Discorso a parte, invece, meritano le sculture. Alessandro, sviluppando quella che una sua personale ricerca, ha creato delle piccole sculture, leggere e quasi precarie. Guardandole da vicino si nota una sorta di effetto “cartone”. Le varie parti che le compongono sono tenute assieme da stoffe e stracci, oppure da fettucce colorate che sdrammatizzano la messa in scena di queste piccole figure ripiegate su se stesse, “trafitte da raggi di sole ed è subito sera”…
Alcune appaiono accennate in un teatrino essenziale, piccole scenografie per eroi tragicomici.
A completare la mostra 30 collages bellissimi, venduti a gruppi di 10, che Alessandro ha realizzato con scampoli di altre realizzazioni: grande grazia, leggerezza, capacità di raccontare un mondo. Un suo mondo…per quanto grottesco, pazzo, fuorviante. A volte lacero e lacerante, è un mondo che ci appartiene o, per lo meno, appartiene a me..