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Al río / To the River di Zoe Leonard — La natura al servizio della politica di confine

Testo di Virginia Singer — Uno spazio bianco, pacato, fa da sfondo ad una successione di sale con un allestimento minimale. L’occupazione dello spazio espositivo e la comunicazione sono ridotti al minimo. Delle foto bianco e nere, tutte della stessa...

Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth
Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth

Testo di Virginia Singer

Uno spazio bianco, pacato, fa da sfondo ad una successione di sale con un allestimento minimale. L’occupazione dello spazio espositivo e la comunicazione sono ridotti al minimo. Delle foto bianco e nere, tutte della stessa dimensione e poste alla medesima altezza, appese senza cornice, sono gli unici elementi che lo animano.
È in questo contesto che si dispiega ai visitatori Al río / To the River di Zoe Leonard, in mostra al MAM – Musée d’Art Moderne de Paris fino al 29 gennaio 2023.
Nata da una collaborazione tra il Mudam Luxembourg, il Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean, il Musée d’Art Moderne de Paris e il Museum of Contemporary Art Australia, l’esposizione – la prima personale della fotografa nella capitale francese – presenta un corpus di 253 fotografie realizzate dall’artista a partire dal 2016.

Zoe Leonard (New York, 1961) ha proposto, a partire dalla fine degli anni ’80, fotografie, sculture e installazioni nate delle sue osservazioni della vita quotidiana unite all’ambizione di mettere in questione le politiche sociali dietro la produzione e la diffusione delle immagini.
La serie di fotografie in mostra, tutte dal medesimo titolo (Al rio/to the river), è il risultato di un progetto a cui l’artista ha dedicato quasi quattro anni, durante i quali ha eletto come soggetto esclusivo delle sue fotografie il territorio che circonda il Rio Grande, nome ufficiale del fiume negli Stati Uniti, o, come viene chiamato in Messico, il Rio Bravo. Il risultato è un insieme di immagini che spaziano tra il documentaristico, il fotoreportage e un diario personale dei mesi passati ad osservare il fiume.
Riguardo alla decisione di dedicare così tanto tempo all’osservazione di questo corso d’acqua, l’artista ha commentato: “La natura mutevole di un fiume – che esonda periodicamente, cambia rotta e ritaglia nuovi canali – è in contrasto con il compito politico che gli è stato imposto”.
Con una lunghezza di 2.000 chilometri, infatti, il fiume è utilizzato per delimitare il confine internazionale tra i due stati, costituendo dunque un esempio di sfruttamento di una risorsa naturale a scopo geopolitico.
Osservato dalle città di confine di Ciudad Juárez, Messico e El Paso, Texas, l’esposizione affianca foto degli habitat naturali ad altri artificiali che circondano le sue sponde. Grande attenzione è stata riservata all’accumulo di infrastrutture destinate al controllo e alla limitazione del passaggio di individui e di merci. Tra le immagini esposte, ad esempio, compaiono anche alcune trattedalle videocamere di sorveglianza digitale.
Ciò che risulta particolarmente d’impatto è la dicotomia tra le immagini di una natura libera, sospesa, a tratti arcaica e quelle di infrastrutture di controllo, contenimento e demarcazione come muri, strade e canali. Nelle sale si alternano foto in cui il fiume e il paesaggio naturale fanno da protagonisti assoluti ad altre, in stridente contrasto, dove gran parte della composizione è occupata da elementi in cemento, muri di calcestruzzo e filo spinato.
Natura selvaggia e agricoltura, dai ritmi più lenti, si scontrano quindi con le immagini dell’industria, dello scambio di merci e persone e del sistema doganale di sorveglianza.
In alcuni casi, le due tematiche si sovrappongono, come nella serie, sapientemente allestita, nella quale un elicottero di sorveglianza sorvola il tratto di cielo sopra un bosco vicino alla riva del fiume o la sequenza, scattata dal confine messicano, nella quale un uomo e il suo cavallo attraversano una porzione della riva sulla quale svetta un cavalcavia per lo scorrimento veloce delle automobili.

Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth
Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth
Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth

La tensione tra mondo naturale e ambienti costruiti dall’uomo sono d’altronde tematiche ricorrenti nella pratica di Leonard: le sue opere, hanno spesso messo in questione tematiche sociali come migrazione e sfollamento, genere e sessualità, lutto e perdita.
Le foto proposte, oltre ad essere l’esito di un’osservazione acuta e precisa di questo specifico contesto naturale, politico e sociale, hanno anche lo scopo di attirare l’attenzione sull’atto fisico e corporeo di guardare.
La successione di istantanee dello stesso soggetto e i tagli non accademici di molte fotografie, scattate a pochi attimi di distanza, evidenziano la percezione dello scorrere del tempo e amplificano la sensazione di partecipare in prima persona agli avvenimenti catturati nelle immagini. Le opere in mostra consentono al visitatore di immergersi e ricevere l’impressione di fare parte della scena, osservandola dallo stesso punto di vista dell’artista.
Interessante la scelta di sviluppare tutte le foto in bianco e nero, avvolte da un’aura di sospensione simile a quella di un quadro metafisico. Unica cesura, colpo d’occhio, sono una coppia di fotografie a colori di fiori di alcune piante grasse, velato appello di speranza all’interno di un contesto dove la tensione politica e sociale è sovrana.
Centro nevralgico dell’esposizione è la sala con una serie di primi piani dell’acqua del fiume, così risonanti. Contemplare l’atmosfera atemporale evocata dai primi piani del flusso d’acqua fa dimenticare per un attimo del contesto sociopolitico raccontato durante l’esposizione.
Si susseguono poi altre foto: potente è l’immagine della targa che segnala il confine ufficiale tra USA e Messico, dietro alla quale lo sguardo si perde seguendo il corso d’acqua del fiume.
Il percorso si conclude con una nota più lirica: particolarmente risonanti sono le sequenze di foto dove protagonisti sono gli stormi di uccelli che si liberano in volo su un campo coltivato, un possibile rimando lontano al celeberrimo fermoimmagine della pellicola di Alfred Hitchcock o altre, dove il Rio è catturato nel suo carattere più sublime.
Il risultato è una mostra eloquente seppur nella sua semplicità di allestimento e comunicazione.
L’estetica delle fotografie, infine, è inscindibile dall’ importanza sociale del progetto: con i suoi scatti, infatti, l’artista è riuscita a evocare le cronache di un territorio difficile, logorato dalle tensioni che caratterizzano la relazione dei due paesi che lo condividono.

Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth
Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth
Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth
Zoe Leonard Al río / To the River, 2016-2022, stampe alla gelatina d’argento, stampe a C, stampe a getto d’inchiostro. Courtesy of: Zoe Leonard, Galerie Gisela Capitain e Hauser & Wirth