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Matteo Negri | I contain multitudes

Il 1 Marzo 2021 inaugura la prima personale di Matteo Negri presso lo show-room Andante a Hong Kong. La mostra ha per titolo  “I contain multitudes” e raccoglie una selezione di nove lavori inediti, scelti tra sculture e dipinti degli ultimi cicli dell’artista sviluppati tra il 2017 e il 2020. In occasione di questa apertura pubblichiamo […]

Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk

Il 1 Marzo 2021 inaugura la prima personale di Matteo Negri presso lo show-room Andante a Hong Kong. La mostra ha per titolo  “I contain multitudes” e raccoglie una selezione di nove lavori inediti, scelti tra sculture e dipinti degli ultimi cicli dell’artista sviluppati tra il 2017 e il 2020. 
In occasione di questa apertura pubblichiamo un testo di Lorenzo Madaro scritto per il catalogo che accompagna la mostra. 


«I processi creativi non sopportano di non cambiare mai», la ricerca di Matteo Negri 

Testo di Lorenzo Madaro —

Progettualità e rigore, ma anche apertura al rapporto dialettico con lo spazio e a un utilizzo del colore che prima che essere cromaticamente rilevante in termini visuali, è il risultato di ricerche specifiche dedicate alla percezione e al rapporto biunivoco con gli astanti, con chi osserva l’opera stessa: se si dovesse sintetizzare il lavoro di Matteo Negri, questi potrebbero essere i punti cardinali del suo operare, sempre più teso a un sistematico impegno capace di coniugare forma e materia, minimalismo ed energia cromatica. Dalla bidimensionalità alla tridimensionalità, Negri nelle sue opere porta avanti un pensiero estremamente rigoroso, che lo ha spinto in questi ultimi anni a cambiare periodicamente pelle senza mai allontanarsi da alcune specificità che gli appartengono per propensioni culturali ed esistenziali. Si estende così un vero e proprio viaggio che in tempi recenti è approdato a un doppio ciclo: da un lato quello delle Lego, che prendono in considerazione i celebri mattoncini con cui milioni di bambini (e non solo) hanno giocato almeno una volta nella vita per costruire architetture fantastiche, automobili e aerei ripescandoli da immaginari dalle larghe maglie di ogni possibile geografia; dall’altro il ciclo di lavori bidimensionali realizzati affiancando porzioni cromatiche, affiancate, geometrie possibili che – insieme – creano architetture di luce, in cui si riverberano forme e ambienti, sguardi, passaggi e paesaggi. C’è, nel lavoro di Negri, una sollecitazione costante verso alcune prerogative che appartengono da sempre al fare artistico dell’avanguardia: la persistenza verso la negazione di ogni tipologia di narrazione e quindi di racconto per immagini; e il desiderio di far vivere geometrie suprematiste entro contesti che, a un contatto con esse, si riverberano, moltiplicandosi. 

Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk
Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk

Lo fa sperimentando materiali, affiancandoli tra loro, ripescando forme già appartenenti a un confine percettivo domestico per poi ripensarle, assemblandole tra loro. Il suo è un minimalismo di nuova generazione, che consapevole delle esperienze ormai storicizzate dei pionieri comprende un punto nevralgico indispensabile: oggi si lavora sulle sfumature, l’artista è invitato a indagare dettagli apparentemente impercettibili e a concepire opere in grado di setacciare con continuità un discorso in progress. Il discorso di Matteo Negri s’inserisce pertanto nell’alveo di un’arte che intende cancellare ogni riferimento sociale e cronachistico caro a molta arte dei nostri giorni; l’artista infatti preferisce un’arte legata a una dimensione umanistica (non letteraria), forsanche antropologica, che sviluppa un rapporto biunivoco tra chi osserva e l’epidermide stessa dell’opera d’arte. Specchiandosi in quello che è uno schermo, il pubblico non si vede ma si percepisce, sollecitando una riflessione ulteriore sulla propria percezione di se stesso e di ciò che è attorno. Questo livello processuale nell’opera di Negri non deve però farci allontanare dalla ricerca formale che gli appartiene per definizione e che lo spinge a una costante riduzione di forme in grado di trasmettere un’idea di disciplina grazie agli strati di pellicole adesive che lo caratterizzano.

«La matematica è stata il mio apprendistato alla rivoluzione, perché mi ha insegnato a diffidare di verità assolute e autorità indiscutibili. Democrazia e matematica, da un punto di vista politico, si somigliano: come tutti i processi creativi non sopportano di non cambiare mai», sostiene la scrittrice Chiara Valerio nel suo ultimo romanzo, La matematica è politica (Einaudi, Torino 2020).  Anche i processi creativi di Matteo Negri non sopportano di non cambiare mai, rivelando però una coerenza persistente che apre la strada a nuovi assemblaggi di forme, nuove rivoluzioni rigorose di strutture e e schermi possibili in cui rintracciare un ordine assoluto, di cui abbiamo bisogno.

Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk
Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk
Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk
Matteo Negri- I CONTAIN MULTITUDES- 2021 Andante, Hong Kong, credit T.Luk