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LECCE ART WEEK | Intervista con Valeria Raho e Jonatah Manno, co-fondatori di PIA

Dal dal 13 al 17 ottobre 2020 si è svolta la prima edizione di LECCE ART WEEK, promossa da PIA con Progetto, galleria diretta dall’artista americana Jamie Sneider. LECCE ART WEEK è stata presentata come una manifestazione che coinvolge spazi indipendenti, artisti, curatori, professionisti internazionali e studenti in formazione, ma che ha ambito coinvolgere anche studi […]

Sui tetti di Lecce per The Hidden Idume – ph Raffaella Quaranta, PIA2020
Solo show Dean da Progetto – ph Raffaella Quaranta, PIA2020

Dal dal 13 al 17 ottobre 2020 si è svolta la prima edizione di LECCE ART WEEK, promossa da PIA con Progetto, galleria diretta dall’artista americana Jamie Sneider.
LECCE ART WEEK è stata presentata come una manifestazione che coinvolge spazi indipendenti, artisti, curatori, professionisti internazionali e studenti in formazione, ma che ha ambito coinvolgere anche studi e botteghe artigianali, luoghi peculiari e poco conosciuti. 
LECCE ART WEEK è stata pensata come un dispositivo che intende dare visibilità ad una scena artistica spesso discontinua e poco coordinata, sotterranea, come recita ‘The hidden Idume’, serie di visite guidate nel programma dell’iniziativa, dal nome del mitologico fiume che scorre sotto la città. 
Dichiarano gli organizzatori: “Creare una turbolenza, spettinare il paesaggio e vederlo cambiare: LECCE ART WEEK è un progetto pilota che speriamo possa diventare un appuntamento fisso per la città e per le realtà attive nel campo della produzione contemporanea, non solo locali.”

Lorenzo Madaro ha intervistato Valeria Raho e Jonatah Manno, curatrice e artista visivo, co-fondatori di PIA. 

Lorenzo Madaro: Il programma che avete messo in piedi è assolutamente intenso e propone soprattutto uno sguardo sulle nuove pratiche indipendenti che si stanno sviluppando nel contesto salentino. Come si è articolata Lecce Art Week?

Valeria Raho / Jonatah Manno: LECCE ART WEEK ha fatto il suo debutto in una forma organica, generata da spinte interne al territorio che, con insistenza, chiedevano di manifestarsi. Una proposta inedita di iniziative corali che ha abbracciato tipologie di incontri e proposte differenti: dal laboratorio all’alba con gli artisti svedesi Nina Canell e Robin Watkins alla Baia delle Orte, vicino Otranto, ai portfolio review; dalla lecture con la curatrice Caterina Riva al viaggio poetico dei tour di The hidden Idume; dai talk alle mostre. Il programma di LECCE ART WEEK ha presentato al pubblico artisti affermati ed emergenti, spazi indipendenti dalla vocazione internazionale, piccoli musei, botteghe artigiane e luoghi simbolici della città. Nei mesi che hanno preceduto la presentazione del progetto, e riflettendo sul significato di ‘farci spazio’ sul territorio, abbiamo cercato di favorire l’incontro tra artisti professionisti e nuove leve: motivo per cui, grazie alla collaborazione con la galleria Progetto, abbiamo inaugurato questa prima edizione con il solo show di Michael Dean (’Kiss Emitting die odes’, fino al 31 dicembre) e l’abbiamo idealmente conclusa con A small messy turbulence. Si tratta del percorso espositivo che riunisce i lavori degli studenti del nostro corso di studi in arti visive. È stato realizzato d’intesa con la Soprintendenza Beni Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e grazie al supporto di ‘Attraverso il Castello’, che coordina l’accoglienza negli spazi del Castello Carlo V, dove sono state presentate le opere.

LM: Immagino che l’agenda degli appuntamenti sia stata indirizzata anche ai non addetti ai lavori. Che riscontri state avendo in tal senso? Come si coniugano divulgazione e ricerca?

VR / JM: Nonostante il momento delicato, abbiamo raccolto riscontri più che positivi. Ci ha sorpreso l’entusiasmo con cui la città ha risposto alle iniziative del programma: più di 250 ospiti hanno partecipato all’opening di A small messy turbulence e per ogni incontro abbiamo registrato il numero massimo di partecipanti. Con LECCE ART WEEK intendevamo presentare una scena senza essere settoriali. Attraverso azioni mirate, connettendo luoghi e progetti, abbiamo cercato di dare la muta all’idea che il contesto ha di sé. Per PIA ricerca e divulgazione sono due facce della stessa medaglia: tutta la nostra programmazione è frutto di studio e sperimentazione e, nel proporla a un pubblico, non siamo mai ricorsi a scorciatoie o semplificazioni contenutistiche. Siamo convinti che il contemporaneo si possa rendere culturalmente accessibile puntando sempre ad alti standard qualitativi. Come scuola, formando persone, formiamo anche il nostro territorio d’azione: è una scommessa e il nostro obiettivo. 

LM: Progetti per il prossimo futuro?

VR / JM: Stiamo lavorando alla terza edizione del nostro corso in arti visive e cultura contemporanea, in particolare sui temi del nuovo programma. Inoltre abbiamo diversi progetti in cantiere: non si tratta di iniziative volte esclusivamente agli interessi di PIA ma della comunità e di un territorio che sta riscoprendo le sue qualità ed energia, aperto e curioso alla cultura e alla creazione contemporanea. A breve li sveleremo.

Ws alle Orte con Nina canell e Watkins per LecceArtWeek – ph Raffaella Quaranta, PIA2020
Una tappa di The Hidden Idume_Caiulo storico negozio di Belle Arti della citta – ph Ra ffaella Quaranta – PIA2020
Caterina Riva visiting curator di PIA – ph Raffaella Quaranta – PIA2020