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I (never) explain #61 – Stefano Comensoli_Nicolò Colciago

Visioni di un oltre _ Quiete nella tempesta Il vento è una filosofia, porta dentro di sé storie ed energie che si mescolano e modellano le superfici che tocca. Così come le emozioni, intangibili ed effimere, sono in grado di modificare ogni istante delle nostre vite. Su questi pensieri stavamo costruendo Lì dove nascono le […]

Italy. Milano. Otto Zoo Gallery. 2020. “Lì dove nascono le forme del vento” exhibition by Stefano Comensoli and Nicolò Colciago – Courtesy Otto Zoo. Ph. Luca Vianello

Visioni di un oltre _ Quiete nella tempesta

Il vento è una filosofia, porta dentro di sé storie ed energie che si mescolano e modellano le superfici che tocca. Così come le emozioni, intangibili ed effimere, sono in grado di modificare ogni istante delle nostre vite.

Su questi pensieri stavamo costruendo Lì dove nascono le forme del vento, la mostra personale che stavamo preparando per la galleria Otto Zoo di Milano (visitabile su appuntamento fino al 14 marzo), e la materia in cui abbiamo trovato una delle forme di questa filosofia, sono i pavimenti di linoleum o meglio, il ribaltamento della superficie stessa.

Con gli occhi e i pensieri carichi di queste sensazioni ci siamo mossi nei luoghi che ci appartengono. La nostra ricerca si sviluppa attraversando paesaggi urbani, periferici o abbandonati. I cantieri, di costruzione o di demolizione, fanno parte di questi luoghi, perché restano nascosti fino a che il lavoro al loro interno non è finito. Un cuore pulsante di materia che prende forma.

Ricercando il vento abbiamo avuto la possibilità di sprofondare e vivere una fase di demolizione dell’area industriale dell’Ex-Alfa Romeo di Arese.

Questo è l’inizio della storia che ha portato a Visioni di un oltre: i cantieri si innescano con un’azione di sottrazione, rinnovano e creano togliendo, svuotando e poi restituendo. Nella complessità architettonica degli elementi strutturali, si trovano una gamma infinita di materiali e forme che per noi sono come parole, anche se non tutte ci risuonano.

Ci stavamo muovendo per il cantiere (con autorizzazione e giubbetto!) seguendo le scie di alcuni tubi e il pavimento di linoleum ci ha colpiti: non c’è mai modo di sapere subito se la scelta è quella giusta, devi capire qual è il potenziale inespresso e racchiuso negli oggetti, fidarti del tuo istinto e dell’allenamento a cui hai sottoposto la tua sensibilità e il tuo occhio. Quando ti ritrovi in montagne di materiale potenzialmente perfetto, devi saper riconoscere la cosa giusta e lasciare lì il resto. Questo è quello che è successo con il linoleum, c’era qualcosa che sapevamo avrebbe funzionato (per noi) ma ancora non sapevamo in che modo ci avrebbe parlato e si sarebbe rivelato.

Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Visioni di un oltre – Quiete nella tempesta, 2020, flooring (linoleum), 160,5x117x4 cm. Courtesy Otto Zoo. Ph. Luca Vianello
Detail Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Visioni di un oltre – Quiete nella tempesta, 2020, flooring (linoleum), 160,5x117x4 cm. Courtesy Otto Zoo. Ph. Luca Vianello

E questo è il momento più intenso di ogni storia: i pirati trovano un tesoro che però ha un codice, una lingua segreta che deve essere capita per accedere alla forma finale. E come sempre, la risposta è la cosa più vicina: dialogare con la materia che preleviamo e usiamo vuol dire usare le stesse tecniche che le sono proprie, quelle dei cantieri e di chi vi lavora.

Come dicevamo, la demolizione agisce per sottrazione, e così abbiamo fatto anche noi: il linoleum  era sporco e la maggior parte della superficie non rivelava quello che il nostro istinto aveva sentito e intravisto. Sotto, da qualche parte, c’era quello che stavamo cercando e allora abbiamo iniziato a ripulire, non tutto, il giusto, e della sua natura abbiamo cercato di vedere il punto di tensione, ovvero il retro che era rimasto nascosto e incollato al cemento per tutta la sua esistenza. Lì, tra quelle linee di colla e i residui, abbiamo sentito risuonare la parole che stavamo cercando. La storia prendeva forma, il vento trovava casa e anche le sue emozioni, o almeno parte di esse.

A questo punto inizia la nostra parte del dialogo, la nostra voce esce nell’unione dei diversi frammenti di linoleum, lavorati con la tecnica dell’intarsio: scelte di accostamenti ricercate e non casuali, linee che si tuffano le une nelle altre e che continuano oltre i confini e le sfumature delle piastrelle. Quella è stata la nostra “nota” personale.

Il dialogo con la materia impone sincerità, se una delle due parti prevale sull’altra si crea confusione, mentre se si lavora delicatamente sull’equilibrio, allora si spalancano le porte per l’immaginazione e la sensibilità di chi la guarda, ci passa accanto e la vive. Le Visioni di un oltre sono anche questo: la ricerca di una visione altra, di un paesaggio inaspettato, visto o sognato, che improvvisamente ci si palesa davanti e noi, sprofondiamo dentro. Il resto lo lasciamo alla poesia.

Image from the book Stavo andando dove sono by Stefano Comensoli_Nicolò Colciago e Annika Pettini – Courtesy spazienne. Ph. the artists
Stefano Comensoli_Nicolò Colciago – cantiere portrait

È bellissimo lasciar entrare il mondo. Con i suoi rumori, sapori, lingue. Il mondo parla, diffonde un gran vociare, e lasciarlo entrare scalda, confonde, sicuramente alleggerisce. Piano piano ci si scopre capaci di cose semplici, di risultati e sorrisi che arrivano senza pretese. A tratti si danza, a tratti si ama. Anche il brutto resta dolce, i terrori e gli errori sono così reali, da sembrar leggeri. Se li posi sul selciato, non sono capaci di inseguirti. Stanno lì e tu puoi allontanarti.Il tempo scivola via senza inganno. È un atleta sui tetti della vita che salta e rimbalza, senza smettere di ridere.
E poi c’è il mondo che portiamo dentro, il più profondo e completo. Dove esiste già tutto e tutto ti aspetta. Sempre. Solo che si parla una lingua diversa, in quel modo, si respira qualcosa che non è ossigeno ma è potenza che devasta i polmoni. Stare di là è difficile, tornare da là è faticoso, essere là è totale.
L’impasto stesso delle tue budella, il sangue tetro che ti scorre nelle vene, la materia dei sogni che collezioni ogni notte.
Tutto è lì.
Ma prima, devi fare silenzio. Tanto silenzio.
Chiudi porte, finestre, cuori, pensieri, stomaco. Dentro c’è già tutto.
Respira la tua densità e libera il resto nello spazio immenso che porti custodito in fondo.
Che storia mi racconti?

(estratto da Accompagnamenti di Annika Pettini, dicembre 2019)

Detail Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Visioni di un oltre – Quiete nella tempesta, 2020, flooring (linoleum), 160,5x117x4 cm. Courtesy Otto Zoo. Ph. Luca Vianello
Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Visioni di un oltre – Quiete nella tempesta, 2020, flooring (linoleum), 160,5x117x4 cm. Courtesy Otto Zoo. Ph. Luca Vianello

Ha collaborato Irene Sofia Comi

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I (never) explain è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere a una selezione di artisti  di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare.
Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro o serie, dalla sua origine al processo creativo, dall’estetica al concetto.