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I (never) explain #56 – Matteo Fato

“Bisogna entrare in un voto, indossare un voto” ha scritto Gino Bonichi (Scipione); credo sia quanto di più vero possa essere detto del fare pittura.  Ho riflettuto molto su quale lavoro adesso avrebbe dovuto trovare una “spiegazione” attraverso queste parole che sto scrivendo; ho pensato molto perché probabilmente “non spiego mai” semplicemente un singolo dipinto; […]

Matteo Fato, Vestirsi di un voto (ritratto Simone Ciglia, Storico dell’arte, Pescara), 2019 – olio su lino, 103 x 127 cm – veduta dell’installazione, Monitor, Roma – Courtesy dell’Artista & Monitor, Roma – Lisbona – Pereto (AQ) – Photo Credits Giorgio Benni

“Bisogna entrare in un voto, indossare un voto” ha scritto Gino Bonichi (Scipione); credo sia quanto di più vero possa essere detto del fare pittura. 

Ho riflettuto molto su quale lavoro adesso avrebbe dovuto trovare una “spiegazione” attraverso queste parole che sto scrivendo; ho pensato molto perché probabilmente “non spiego mai” semplicemente un singolo dipinto; non spiego mai perché sarebbe noioso, dovrei raccontare tutta la mia vita.
Non spiego mai perché la pittura è fatta anche di parole che non sempre abbiamo il coraggio di pronunciare.   
Ma posso raccontare, questo posso farlo perché in pittura non posso. 

Negli ultimi anni (7 per la precisione) avevo deciso che era diventato necessario fare dei ritratti; ho iniziato nel 2012 facendo ritratti di personaggi storici che per qualche motivo sentivo vicini. Motivi che si sono rivelati degli incontri, delle ossessioni condivise; in pittura ho sempre avuto bisogno di sentirmi il più solo possibile, per questo dipingo di notte, per essere più solo: “per essere più libero, per essere più solido, per consumarmi”ha detto Giacometti e lo ringrazio per averlo detto, perché solo lui poteva capirlo e farcelo capire. 

Matteo Fato, Vestirsi di un voto (ritratto Simone Ciglia, Storico dell’arte, Pescara), 2019 – olio su lino, 103 x 127 cm – veduta dell’installazione, Monitor, Roma – Courtesy dell’Artista & Monitor, Roma – Lisbona – Pereto (AQ) – Photo Credits Giorgio Benni (details)

Fare ritratti pallidi o di altri tempi, mi ha aiutato a vivere nel mio tempo; e dai qui ho capito che il ritratto attuale poteva essere un modo per capire il mio tempo; da qui ho capito che il ritratto altro non era che la possibilità di afferrare il paesaggio del proprio tempo. Perché il ritratto è anche questo, è un paesaggio: un tramonto immobile, o “l’istante qualitativo” di un tramonto che non vuole smettere di esserlo. Ho capito inoltre che il ritratto “vivente” è anche un’occasione per perdonare il proprio tempo.

E’ vero anche che tutto è iniziato facendo ritratti; quando ero in accademia a Urbino, non facevo altro che quello (ma prima di rimettermi a farlo l’avevo dimenticato, come ci dimentichiamo a volte di respirare e poi quando lo ricordiamo diventa quasi difficile farlo); e fare ritratti mi aveva fatto capire che l’unica cosa cosa che posso fare della vita è dipingerla.
Avevo paura di usare il colore quando ho iniziato a dipingere, forse perché lo facevo senza sapere realmente che stavo dipingendo; senza assumermene la responsabilità, ma il ritratto ci regala una grande responsabilità: quella di ritrovare l’importanza delle persone nel mondo e nel tempo. 
Qualche mese prima che decidessi di iniziare a fare ritratti vegeti, ho incontrato Antonello da Messina e il suo  Ritratto d’ignoto marinaio; un dipinto che tutti conosciamo in fondo, ma che dal vivo offre una conoscenza diversa; è come presentarsi a una persona che non conoscerai mai e allo stesso tempo non dimenticherai mai; ma questo accade entrando in un orizzonte degli eventi, in un buco nero temporale che annulla tutto quello che conosci e ti ritrovi nello stesso momento del ritratto stesso, sentendo quasi il profumo del suo sorriso.

Matteo Fato, Vestirsi di un voto (ritratto Simone Ciglia, Storico dell’arte, Pescara), 2019 – olio su lino, 103 x 127 cm – veduta dell’installazione, Monitor, Roma – Courtesy dell’Artista & Monitor, Roma – Lisbona – Pereto (AQ) – Photo Credits Giorgio Benni (detail)

Ovviamente non sarò mai in grado di fare questo, ma così ho capito che era necessario assumersi la responsabilità del ritratto, per vivere l’incarico di questo tempo.
Adesso i ritratti sono esposti da Monitor a Roma e a Pereto (e potevano essere e esistere solo lì), divisi ma vicini dal loro intento (penso). 
Tutti questi ritratti in qualche modo mi hanno consumato, perché per conoscere devi farti da parte; ma ognuno di loro mi ha sussurrato una grande lezione, a cui il tempo forse darà una spiegazione. 
Fra tutti ho però deciso di mandarvi un ritratto in particolare; quello del curatore della mostra, Simone Ciglia; Simone è stato l’unico vivente dipinto “dal vero”.

Simone si veste sempre bene.

Simone è venuto in studio da me a Pescara e si è spogliato, per vestirsi di un voto. Simone ha spiegato il suo ritratto. 

Matteo Fato, solo show, Immagine è somiglianza (come il ritratto sia parte della pittura), a cura di Simone Ciglia, veduta dell’installazione, Monitor, Roma Courtesy dell’Artista & Monitor, Roma – Lisbona – Pereto (AQ) Photo Credits Giorgio Benni

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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.