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Anime | Intervista con Giulia Piscitelli

Anime. Un titolo che quasi intimidisce tanti sono i rimandi che, fin dal significato etimologico, implica. La personale di Giulia Piscitelli – ospitata fino al 8 settembre al Centro per l’arte contemporanea, Casa Masaccio, a cura di Rita Selvaggio – abbraccia molteplici livelli sia iconografici che simbolici. Le ‘anime’ a cui fa riferimento l’artista sono […]

Casa Masaccio, Anime, Giulia Piscitelli, installation view, ph OKNOstudio

Anime. Un titolo che quasi intimidisce tanti sono i rimandi che, fin dal significato etimologico, implica. La personale di Giulia Piscitelli – ospitata fino al 8 settembre al Centro per l’arte contemporanea, Casa Masaccio, a cura di Rita Selvaggio – abbraccia molteplici livelli sia iconografici che simbolici.
Le ‘anime’ a cui fa riferimento l’artista sono soprattutto quelle della ‘maternità’: della Madre di Dio Pelagonitissa, della Madonna Nera del Santuario di Montevergini, o ancora della Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano e molte altre.

Accanto a questi aulici riferimenti, l’artista associa delle mappe di differenti regioni d’Italia. Da questo connubio nascono delle opere che raccontano di ‘viaggi’ intimi e interiori, che però nascono “dal bisogno di muoversi senza che il corpo facesse parte del viaggio”.
Nell’intervista che segue l’artista ci racconta la genesi di questa serie di opere, perché ha scelto di utilizzare l’oro; le motivazioni celate in un opera molto ‘forte’, Ex voto suscepto (2019) che consiste in una siringa d’oro, la riproduzione di un ex voto, l’offerta di una promessa ricevuta.

Tra le opere in mostra anche una fa riferimento a Masaccio, La Madonna col Bambino in Sant’Anna Metterza (2016) realizzata con foglia d’oro su tessuto trattato con candeggina e riprodotta nelle stesse identiche misure dell’opera datata 1424 del maestro nativo di San Giovanni Valdarno.

Giulia Piscitelli, Planeta (2018), fabric Kevlar, nylon, 220 x 180 (x 2) cm, Courtesy l’artista e Galleria Fonti (Napoli) ph OKNOstudio
Casa Masaccio, Anime, Giulia Piscitelli, installation view,ph OKNO studio

Segue l’intervista con l’artista Giulia Piscitelli

Elena Bordignon: Se indaghiamo il senso etimologico della parola anima, troviamo molti significati. I termini con cui l’anima è designata appaiono quasi universalmente collegati con l’idea della respirazione;dal latino, animus, anima. Animatrice del corpo e, in qualche modo, distinta da esso, l’anima è da sempre una cosa sfuggente, impalpabile. Mi racconti perché hai scelto proprio questo titolo per la mostra? Perché utilizzi il plurale?

Giulia Piscitelli: In scultura, se si vuol realizzare un tutto tondo in creta, il primo passaggio da fare è costruire l’anima in ferro che ha la funzione di reggere la massa d’argilla utile al nostro scopo. Più si avvicina la forma dell’anima all’idea del progetto primario, più corrispondenza avrà con l’opera definitiva. L’anima, in qualche modo, ti determina la strada, aiutandoti nei passaggi successivi.
Nel caso in cui, il tutto tondo in creta, servisse per realizzare un calco negativo in gesso e in seguito realizzare una fusione in bronzo della scultura, tecnicamente l’anima verrà distrutta, non sarà più utile.
Il titolo della mostra è un viaggio interiore, anche se non vedi l’anima, è attraverso di lei che tutto si sostiene. Perché plurale? Perché non si è mai soli.
Una postilla, la norma dice: armatura in ferro, ma io ho sempre detto anima.

EB: Hai associato il concetto di ‘anima’ e ‘maternità’ con una simbologia molto meno ‘elevata’, anzi decisamente mondana come la cartografia: disciplina che governa le carte geografiche, gli atlanti, la topografia ecc. Mi racconti come nasce il connubio tra elementi lontani che troviamo nelle tue opere?

GP: Le mappe, gli atlanti geografici e storici, mi hanno sempre affascinato. Diversi miei lavori sono derivati dalle legende degli atlanti. Quadrati, puntini, triangoli, schiavi, colori. Il tempo e la forma dinanzi ai miei occhi.
I lavori delle mappe presenti in mostra fanno parte di una pratica iniziata circa quattro anni fa.
Tutto nasce dal bisogno di muoversi senza che il corpo facesse parte del viaggio. L’oggettività storica della mappa e l’aureola, il simbolo iconografico del divino,  connesse tra loro, realizzavano in pieno la mia visione. Ed è così che associo ad esempio le aureole della Madre di Dio Pelagonitissa  del XIV sec. in Kosovo, sulla zona di Palermo, o anche la Madonna Nera sul Golfo di Napoli.

Casa Masaccio, Anime, Giulia Piscitelli, installation view 1° piano, ph. OKNOstudio
Giulia Piscitelli, Ex Voto Suscepto (2019), Bagno galvanico in oro 24 kt su ottone, acciaio, 15,6x 2,6×1,3 com, Ed 1 di 3, Courtesy l’Artista e Galleria Fonti (Napoli) ph. OKNOstudio

EB: L’oro, materiale da sempre pregno di significati e valori, si trova in molte opere. Perché questa scelta?

GP: Le ragioni sono molteplici. Nel caso delle mappe, uso la foglia oro per riprodurre l’aureola, ma lo spettatore che non conosce la storia di questo lavoro, in quei cerchi può immaginare dei soli, delle postazioni, un’astrazione. Avevo bisogno di creare dei campi di giallo-sole che con il pigmento non avrei mai ottenuto, perché una proprietà di questa tecnica, derivata dalla sottile foglia, è quella di evidenziare ogni cosa che ci sia al di sotto di essa, pertanto vengono ben evidenziate le piegature o i vari segni con la loro storia eseguiti dai precedenti possessori delle mappe.
Per Ex Voto Suscepto (2019) invece l’oro che non si corrode nel tempo, allude al desiderio di eternità.

EB: Ḕ un’opera molto forte per più di una ragione. Mi racconti come nasce? Perché è da considerare come un ex voto?

GP: Ex Voto Suscepto è una copia conforme all’originale. E’ un ex voto, ma non mio. Non so chi l’abbia realizzato e perché, e cosa abbia avuto o chiesto in cambio di questo dono. Mi ha colpito molto, e ho interpretato in quell’oggetto, una siringa dove per lo stantuffo era stata utilizzata una vite, un legame tra la separazione e la congiunzione. Di fatto l’ago di una siringa può sia estrarre che consegnare. Feci quell’ex voto mio e l’ho fatto riprodurre dall’orefice CHREO di Daniela Montella.
Il dono di fede lo si può trovare nella Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli.

EB: Nel percorso espositivo sono presenti degli esempi della tua serie intitolata “Pittura muta”. A cosa allude il “tacere” in questo caso?

GP: Il silenzio ha un suono, il suono della nostra anima. Esistono anime che nel silenzio sono estremamente rumorose.
Pittura Muta si realizza attraverso i quadri degli altri. Altri sconosciuti. Sono pitture su tela di piccole dimensioni, databili tra il 1930 e il 1970. Produzioni di paesaggi, nature dette morte, ritratti per interni familiari. La pittura viene annullata e resa muta nel colore con uno strato di foglia argento, restituendo il segno, la materia recondita. Compare lo scheletro, senza cornice, nudo.
La pittura si trasforma da superficie assorbente muta a superficie riflettente. In uno specchio, riflesso della nostra anima e della nostra immaginazione. Muta.
Nella lingua italiana la parola muta ha due significati: persona che non è in grado di esprimersi con la voce, e in biologia cambiamento della pelle.

Giulia Piscitelli, Anima mia (2019), Foglia oro su pelle, sedia legno con rotelle, 82 x 44 x 52 cm, Courtesy l’Artista e Galleria Fonti (Napoli), ph OKNOstudio
Giulia Piscitelli, Untitled (poltrone), 2008, mixed media, 84 x 180 x 150 cm, Courtesy AGIVERONA Collection, (Verona) ph. OKNOstudio
Giulia Piscitelli, Disarmo (2019) DVD video, audio, (HD 1920 x 1080) 02’36”, Loop, Courtesy l’Artista e Galleria Fonti (Napoli), ph OKNOstudio