Testo di Irene Bagnara —
A poco più di un mese dall’apertura della 58esima Biennale di Arti Visive, abbiamo fatto una panoramica sulle proposte di otto gallerie (Part One – Part Two, domani). Quello che ne è emerge è un ritratto abbastanza accurato di tendenze più internazionali che locali: un generale ritorno alla pittura, un’attenzione alla fisicità del mezzo – sia esso colore, materiale ceramico o vitreo – e un marcato interesse per la figurazione, anche in relazione polemica e critica con il suo opposto logico, l’astrazione.
La ricerca inizia con l’operazione culturale di Daniele Capra, che ha chiesto a tre artisti affermati – Thomas Braida, Nemanja Cvijanović e Nebojša Despotović – di selezionare sei giovanissimi artisti formatisi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, al fine di mappare la produzione pittorica e scultorea di quella che, grazie all’Atelier F e al suo ideatore Carlo Di Raco, può a ragione definirsi “scuola veneziana”. Da questa sinergia e collettivizzazione della pratica artistica e curatoriale nasce Senza Tema, la mostra della Galleria Massimodeluca che raccoglie quindici lavori, perlopiù figurativi, fra tele e sculture. Il titolo del progetto è volutamente ambiguo e fa riferimento, da un lato, alla mancanza di un filo conduttore e, dall’altro, all’atteggiamento spavaldo e a tratti sfrontato di giovani artisti a cui è stata data totale libertà concettuale, iconografica e stilistica. L’allestimento si snoda fra le sottili metafore di Pretolani, le ricerche metodologiche sul paesaggio di Jingge Dong, gli accostamenti stranianti di Carolina Pozzi, le vedute surreali e ironiche di Cima, i ritratti di Margherita Mezzetti e i lavori scultorei e pittorici di Facchini, promuovendo un dialogo inaspettato fra contributi così eterogenei, che sfida le logiche narcisistiche e autoreferenziali tipiche del sistema dell’arte contemporaneo.
La Galleria Caterina Tognon continua l’indagine iniziata fin dalla sua apertura sui limiti e le possibilità espressive del vetro proponendo la monografica di Maria Grazia Rosin I Boreali. Lo spazio espositivo ospita due serie di lavori: i Boreali appunto, coppie di sospensioni luminose dalle sembianze fitomorfe e zoomorfe, rese misteriose, impalpabili e seducentemente fragili dal contrasto fra trasparenza, traslucidità e opacità del materiale, e Detergens (1992/2019), coloratissime bottiglie in pasta vitrea che parodiano le confezioni di detersivo, privandole della loro funzione specifica. Gli oggetti di Rosin, non contenendo nulla, si sottraggono alla logica del consumo e dell’utilità e hanno valenza semantica autonoma, al contempo estetica e simbolica.
NewFaustianWorld è il progetto presentato alla Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery, comprendente una pubblicazione, un film e una mostra collettiva. L’indagine parte dall’omonimo libro scritto dal curatore, Raffaele Quattrone, in cui quello che l’autore definisce “faustian factor” viene eletto a tratto distintivo dell’uomo contemporaneo. Con la rivalutazione positiva della figura di Faust fatta da Goethe, la trasgressione epistemica e identitaria del limite smette di essere una colpa o un peccato contro Dio, e acquisisce i tratti di una condizione naturale, di una mancanza costitutiva che necessita di essere colmata.
La mostra raccoglie i lavori di nove artisti accomunati da questo spirito faustiano, da questa sete implacabile che li ha spinti, negli anni, a perfezionare la propria tecnica fino a raggiungere un’identità stilistica forte e riconoscibile. Il superamento del limite è già di per sé evidente nella scelta operata da questi artisti del medium pittorico e della conseguente lentezza ad esso connaturata, in contrasto con l’immediatezza e precisione del video, della fotografia e della strumentazione digitale. L’iperrealismo onirico dei lavori di Jan Worst e Andrea Chiesi si interfaccia con le metafore del potere di Kepa Garraza e i microcosmi macroscopici di Alberto Di Fabio; la raffigurazione iconica e pop di Alessandro Moreschini si in(s)contra con l’intimità autentica di Mauro Pipani e fittizia e polemica di Terry Rodgers; le maioliche allegoriche di Cannavacciuolo dialogano con gli incubi emergenti di Joseph Tornero.
La ricerca sulla fisicità e duttilità del materiale scultoreo prosegue da Victoria Miro, con una collettiva che raccoglie i lavori in ceramica di Christian Holstad, Grayson Perry, Tal R e Betty Woodman. La mostra documenta i diversi approcci a questo medium, per sua natura plasmabile ma consistente, al fine di esplorarne le possibilità espressive in chiave sia figurativa che astratta. Le opere di Holstad sono il risultato di un lungo periodo trascorso a Faenza a lavorare fianco a fianco con artigiani ceramisti per carpirne i gesti e i segreti. Padelle, cornucopie e oggetti di uso domestico si inseriscono all’interno di un’economia di ricerca più ampia, che parte dall’analisi estetica e concettuale del “contenitore” per arrivare a indagare le dinamiche di consumo tipiche del post-capitalismo.
Perry sfrutta le proprietà estetiche e seducenti della ceramica per puntare l’attenzione sulla società contemporanea, evidenziandone le contraddizioni e i vizi. I lavori sono costellati da interrogativi universali quali la sessualità, il genere, la religione e il ruolo sociale. Nonostante la pratica artistica di Tal R comprenda una varietà di discipline e media espressivi come pittura, disegno, collage e design, la mostra si concentra unicamente sulle sue ceramiche per aprire un dialogo fra opere dichiaratamente figurative e rappresentazione astratta. Infine, Betty Woodman esplora il topos iconografico del vaso e la sua valenza semantica centrale per la storia dell’arte, proponendolo sia in forma tridimensionale che traslato su una superficie piana.
Senza Tema
Francesco Cima, Jingge Dong, Nicola Facchini, Margherita Mezzetti, Carolina Pozzi, Paolo Pretolani.
A cura di Daniele Capra con Thomas Braida, Nemanja Cvijanović e Nebojša Despotović.
Dal 9 febbraio al 23 marzo 2019
Galleria Massimodeluca
I Boreali
Maria Grazia Rosin.
A cura di Caterina Tognon e Maria Grazia Rosin
Dal 23 marzo al 1 maggio 2019
Galleria Caterina Tognon
NewFaustianWorld
A cura di Raffaele Quattrone
Dal 23 marzo 2019
Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery, Corte Petriana, San Polo 1448, 30125, Venezia (VE).
Christian Holstad, Grayson Perry, Tal R, Betty Woodman
Dal 26 gennaio al 18 aprile 2019
Galleria Victoria Miro