ATP DIARY

I (never) explain #34 – Benni Bosetto

SCARAMAZZI La rappresentazione del “Battesimo di Cristo” di Tintoretto, i veli delle contemplatrici, la tunica, l’acqua pura e nera: le lacrime corrosive, oleose, rosse, trasparenti di statue o dipinti rappresentanti la Madonna, che per miracolo piangono; una ragazza molto magra con un vestitino a fiori seduta a terra sputa sul pavimento; le fontane barocche e […]

Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma.
Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma.

SCARAMAZZI

La rappresentazione del “Battesimo di Cristo” di Tintoretto, i veli delle contemplatrici, la tunica, l’acqua pura e nera: le lacrime corrosive, oleose, rosse, trasparenti di statue o dipinti rappresentanti la Madonna, che per miracolo piangono; una ragazza molto magra con un vestitino a fiori seduta a terra sputa sul pavimento; le fontane barocche e l’acqua che sgorga da orifizi di corpi in pietra, bocche, animali, putti, uomini e donne nudi.

25 Luglio 2018: un gruppo di ricercatori italiani scopre un lago salato su Marte; poi il video di un astronauta nello spazio dimostra come l’uomo può bere ed urinare senza gravità.

Mortado, il freak che si esibiva nella prima metà del XX secolo al Dreamland Circus side show di Coney Island; lo chiamavano “la fontana umana”, faceva zampillare acqua da mani e piedi come un santo.
La “fontana delle Tette” di Treviso; “Venere e cupido” di Lorenzo Lotto e tutta la tradizione iconografica dei puer Mingers, ovvero i piccoli (o Putti) urinatori: c’è l’acqua dell’eterna giovinezza, quella che, se bevuta, placherà per sempre la sete; le lacrime della Maddalena per pulire i piedi di Gesù; l’acqua del Nilo che si trasforma in sangue e l’acqua del Levitico, impura, dove strisciano gli animali abominevoli.

Questi sono una parte dei riferimenti che sono stati fonte primaria per lo sviluppo della performance che ho realizzato alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino durante l’evento “Dancing is what we make of falling” a cura di Valentina Lacinio e Samuele Piazza.

Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma
Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma

Ho collaborato con due performer, Arie de Fijter e Ksenia Perek, che sono stati scelti accuratamente. In loro ho da subito trovato una forte somiglianza con alcuni personaggi dei miei disegni, anche se non avevamo mai lavorato insieme, conoscevo molto bene la loro pratica e sapevo che sarebbero stati perfetti per questo tipo di ricerca.

Ho deciso di collaborare con loro a distanza, tra Amsterdam e Milano. Ovviamente i motivi erano principalmente pratici, ma ho trovato interessante sperimentare un tipo di opera performativa che, pur dovendo avere una base molto solida, mantenesse la leggerezza dell’improvvisazione e che quindi creasse una sensazione di sconcerto collettivo. Quindi, nei due mesi anteriori alla data dello spettacolo abbiamo deciso di non vederci mai.

Ho cominciato quotidianamente a inviare loro del materiale che potesse in qualche modo nutrirli: video, immagini, testi e suoni, ma era importante che non ricevessero regole o istruzioni coreografiche da me, nè volevamo entrambi un periodo di prova e di allenamento prima dell’evento, così da mantenere la reazione genuina e funzionale.

Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma
Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma

La ricerca giocava sull’opposizione puro/impuro, delicato/violento, elegante/volgare, rifacendosi in particolar modo alle fontane pubbliche costruite in epoca barocca, e in generale ad un’iconologia legata a quel periodo.

Infatti il titolo si riferiva al concetto e significato del termine barocco che nella lingua portoghese stava ad indicare un tipo di perla irregolare chiamata “scaramazza” che probabilmente deriva dalla parola scarabazza ovvero “persona o cosa sgradevole e impura”.

Quello che mi interessava era la relazione tra i contenuti della mia ricerca e la reazione istintiva dei movimenti dei performer e delle loro azioni in scena.

Le fonti sono state quindi filtrate e assimilate mediante un lento processo di mimesi e sintesi da parte dei performer, per la creazione di un linguaggio visivo puramente soggettivo, allontanato e liberato dai contenuti originari.

Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma
Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma
Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma
Benni Bosetto, Scaramazzi, 2018, perfomance at OGR, Turin, Photo credit Domenico Conte, Courtesy l’artista e ADA, Roma

Ha collaborato Irene Sofia Comi

Per leggere gli altri interventi di I (never) explain

I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.