![Marco Raparelli, The Others, 2013, inchiostro su carta, cm 21x29, Courtesy dell'artista e della Galleria Umberto di Marino, Napoli (detail)](http://atpdiary.com/wp-content/uploads/2019/01/Marco-Raparelli-The-Others-2013-inchiostro-su-carta-cm-21x29-Courtesy-dellartista-e-della-Galleria-Umberto-di-Marino-Napoli-.jpg)
Spesso il mio lavoro è focalizzato sull’attenzione della società circostante partendo dall’osservazione dell’uomo in tutti i suoi aspetti, vita quotidiana, tick, luoghi comuni, situazioni banali della vita di tutti i giorni, situazioni drammatiche o surreali. Nella mia produzione di immagini è presente il disegno e l’illustrazione, attraverso questo mezzo cerco una forma non realistica, filtrata da un mio personale modo di vedere le cose; si potrebbe parlare di un disegno non accademico che include errori. Molto spesso questi disegni sono supportati dalla scrittura che serve a rafforzare dei pensieri o a evocare possibili altre storie.
La scrittura diventa nei miei lavori parte integrante dell’aspetto formale e serve per costruire un rapporto comunicativo ed emozionale con lo spettatore, o, in altri casi, a spostare l’attenzione su differenti livelli di lettura.
I miei lavori rispondono ad un’urgenza comunicativa molto forte, dove l’opera non è silenziosa ma tenta un dialogo con chi guarda. Per questo motivo mi interessa parlare anche ad altre comunità, non solo quella artistica.
![Marco Raparelli, The Others, 2013, inchiostro su carta, cm 21x29, Courtesy dell'artista e della Galleria Umberto di Marino, Napoli](http://atpdiary.com/wp-content/uploads/2019/01/Marco-Raparelli-The-Others-2013-inchiostro-su-carta-cm-21x29-Courtesy-dellartista-e-della-Galleria-Umberto-di-Marino-Napoli-detail.jpg)
Questo disegno in particolare, rappresenta due personaggi, due esseri umani di colore e razza diversa, sono uguali e provengono dallo stesso ceppo, cioè quello umano, ma tra loro risuonano in modo diverso. Il messaggio è dichiaratamente antirazzista e allo stesso tempo accetta la condizione di imperfezione che è tipica della nostra natura. Molto spesso i miei lavori possono sembrare apparentemente ironici ma sono uno specchio del mondo reale, quello che appare scontato non lo è affatto e spesso dentro all’ironia si cela una malinconica drammaticità.
Il disegno che ho scelto di raccontare non è dei più recenti, ma in qualche modo lo ritengo rappresentativo del momento che stiamo attraversando in Italia, tra razzismo e demagogia politica, senza entrare troppo in una polemica politica che non mi appartiene: il mio lavoro non pretende di cambiare le coscienze o il mondo, io il mondo lo osservo, lo comprendo, lo accetto, ma con consapevolezza.
“La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto” (Charles Bukowski).
I (never) explain è una rubrica a cura di Irene Sofia Comi