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Nicolas Party e la precarietà delle superfici

[nemus_slider id=”73851″] — Tradizioni, tecniche, soggetti eterogenei si intrecciano nella bella mostra personale di Nicolas Party, in corso fino al 31 marzo alla galleria kaufmann repetto di Milano. Con il titolo Pietra dura, l’artista svela il materiale con cui si è messo alla prova in questo ciclo di opere. Ai più classici temi della pittura […]

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Tradizioni, tecniche, soggetti eterogenei si intrecciano nella bella mostra personale di Nicolas Party, in corso fino al 31 marzo alla galleria kaufmann repetto di Milano. Con il titolo Pietra dura, l’artista svela il materiale con cui si è messo alla prova in questo ciclo di opere. Ai più classici temi della pittura di genere – ritratti, nature morte e paesaggi, da sempre utilizzati dall’artista svizzero – si affianca una nuova iconografica che attinge al teatro noh giapponese, all’agiografia di San Sebastiano, ad un immaginario che ricorda vagamente la pittura murale pompeiana. Ne è un esempio l’opera intarsiata “Two birds”, due uccelli minuziosamente rappresentati. Ma il catalogo di figure di Party si ampia abbracciando anche surreali composizioni di oggetti, quali vasi molto semplici in cui agli elementi strutturali dei contenitori – manici, beccucci, coperchi – si sovrappongono ombre  impossibili e contraddittorie.

Nell’unico ritratto esposto, l’espressione del volto serio passa in secondo piano rispetto alla rigida e perfetta trama di righe verticali verdi e nere. Alla naturalezza e morbidezza che richiederebbe un corpo umano – “Nude” – l’artista impone invece dure linee spezzate, ombre gelide e rotondità costruite con un compasso. Anche dove si confronta con elementi naturali, come della frutta o un albero, l’aspetto geometrico – dunque misurato e perfetto – vince sull’imperfezione delle forme, le loro irregolarità e asimmetrie.

Nicolas Party “Pietra Dura” at kaufmann repetto, Milan, 2018 - Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti
Nicolas Party “Pietra Dura” at kaufmann repetto, Milan, 2018 – Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti

Guardando l’iconografia di Party, azzarderei un paragone che forse tanto audace non è. La sua ricerca mi ricorda uno dei pittori più enigmatici e singolari di tutta la pittura francese post-impressionista, Paul Cézanne. Come lui, anche Party sembra lasciare in secondo piano i soggetti, per mettersi alla prova con campiture cromatiche, la forza del colore, il confronto tra forme. Come Cézanne, i soggetti dell’artista contemporaneo si riducono a poche tipologie: paesaggi, nature morte e ritratti. Per le nature morte Party utilizza per lo più frutti o contenitori, spesso ridotti a volumi sferici e cilindrici. 

Nell’ampia serie in mostra intitolata ‘Untitled’, l’artista si cimenta con le maschere del teatro noh, le omote: sono maschere dalle espressioni statiche che però, grazie a sapienti linee e forme, esprimono un’ampia gamma di sentimenti, passioni e brame. La scelta di queste maschere non poteva che essere più coerente. Una sfera rappresenta una mela, un cilindro una brocca, la linea curva all’ingiù rappresenta la tristezza, mentre una diversa serie studiata di tratti esprime felicità o dolore. La sintesi formale va di pari passo con la calibrata ricerca cromatica che domina le opere, accentuata in questa occasione dalle venature dei differenti marmi utilizzati.

Alla solennità e atemporalità di questo materiale, l’artista oppone la precarietà dei pannelli di legni che “incorniciano” le opere, delle specie di portali dalle fattezze rinascimentali, neo-classiche ma anche orientalizzanti, elementi – palesemente ingannevoli – che si caratterizzano non solo per la loro caducità – evidente il loro esser costruiti con il compensato, un materiale tra i più usati nelle scenografie teatrali o negli allestimenti fieristici. Alla sacralità del marmo, dunque, Party accosta la ‘grossolanità’ del compensato; alla preziosità delle superfici dure, la ‘fragilità’ della ‘pelle’ ingannevole che simula legni pregiati, decorazioni marmoree, venature millenarie…

Intarsiando culture, simbologie, tecniche e lontane temporalità, Party inscena una sua visione della realtà fatta di un’iconografia classica, ma raccontata con una sensibilità contemporanea.

Nicolas Party, Untitled 2018, Marble - Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti
Nicolas Party, Untitled 2018, Marble – Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti
Nicolas Party, Two Birds, 2018, Marble - Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti
Nicolas Party, Two Birds, 2018, Marble – Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti
Nicolas Party, Portrait, 2018, Marble - Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti
Nicolas Party, Portrait, 2018, Marble – Courtesy: the artist and kaufmann repetto, Milan/New York. Photo: Andrea Rossetti