For his new show at Sant’Andrea de Scaphis, Urs Fischer presents Bliss, a single large-scale sculpture. Almost three meters tall it depicts the bust of a woman whose face is turned towards the altar, occupying the center of the 8th century deconsecrated church.
Bliss is realised in plasticine, a sensitive material more malleable than clay and easy to imprint and manipulate. The work is destined to be progressively transformed by viewer interventions, as the public is free to remodel the white surface of the sculpture by shaping it and unveiling its psychedelic interior.
The ecstatic expression of the woman, with her closed eyes and mouth slightly open in a soft smile, conveys well being to whomever is looking at her, almost an invitation to participate. Her shoulders emerge from a low plasticine pedestal upon which visitors can climb, physically becoming part of the art work.
As in numerous past works, Fischer concentrates his attention on the creative and destructive process, and on the transformation of materials. Unlike his previous sculptures in clay or his wax portraits, destined to an inexorable destruction, Bliss presents itself as an open image which can be constantly redefined and regenerated. Each alteration marks a new phase – no intervention is definitive and each gesture is potentially reversible.
GBE
SANT’ANDREA DE SCAPHIS
Untill 11 November 2017
Per la nuova mostra a Sant’Andrea De Scaphis Urs Fisher presenta un unico lavoro di grandi dimensioni, Bliss. La scultura, alta quasi tre metri, rappresenta il mezzo busto di una donna con il volto rivolto verso l’altare, e occupa il centro della chiesa sconsacrata dell’VIII secolo.
Bliss è realizzata in plastilina, un materiale dalla consistenza sensibile, più malleabile dell’argilla e facile da imprimere e manipolare. L’opera è infatti destinata a trasformarsi progressivamente attraverso il contributo del pubblico, che, durante l’intera durata della mostra, è libero di intervenire e modellare la sua superficie bianca, apportandovi continue modifiche e lasciando così emergere i colori psichedelici all’interno.
L’espressione estatica della donna, con gli occhi chiusi e le labbra leggermente schiuse in un morbido sorriso, esprime benessere e sembra suggerire un invito a partecipare nei confronti di chi la guarda. Le spalle emergono da un alto basamento, sempre in plastilina, sul quale i visitatori possono salire, entrando fisicamente a far parte del lavoro.
Come in numerose opere precedenti, Fischer concentra la propria attenzione sul processo di creazione e distruzione, e sulla trasformazione dei materiali. Ma a differenza di lavori come le sculture in argilla o i ritratti di cera, destinati a un processo di disfacimento inesorabile, Bliss si presenta come un’immagine aperta, che può essere continuamente ridefinita e rigenerata. Ogni modifica segna un una nuova fase, nessun intervento è definitivo e ogni gesto è potenzialmente reversibile.
