Luogo d’incontro e di approfondimento culturale, Dimora Artica è uno spazio attivo dal 2013, nato con l’obiettivo di indagare il rapporto tra attualità dell’arte e simboli ed archetipi del linguaggio mitico. Situata in una corte dei primi del ‘900, a Milano nella zona Turro (NoLo), la sede di Dimora Artica ospita mostre di giovani artisti, alternando nuove proposte ad autori affermati e unendo scultura, pittura, installazione, videoarte.
Diretta da Andrea Lacarpia con il supporto di diversi curatori ed artisti, Dimora Artica è una realtà no-profit che oltre alle mostre nella propria sede ha realizzato diversi progetti esterni, collaborando con altre realtà associative e gallerie. Da aprile 2016 Dimora Artica collabora con Galleria Arrivada, dalla quale riceve un fondamentale supporto.
Tania Fiaccadori —
Simboli rituali arcaici si ripropongono oggi sui profili online o nello street fashion: quello mitico è un immaginario che cortocircuita facilmente coi gesti profani dell’hip hop, nati settari e ora di massa, non più limitati ai ghetti d’America e riproposti uguali dalla Korean wave. Dalla gestualità delle statue indù al saluto segreto massonico, il gesto è una forma rituale fondamentale e viene rielaborato, contaminato con i nuovi metodi di diffusione dell’immagine. Allo stesso modo i simulacri del passato, gli oggetti di culto, le rappresentazioni del divino, dell’invisibile sono ripresi e riletti alla luce della moltiplicazione di massa, del gadget o dell’immagine digitale. Centrale nel lavoro è la continua ibridazione di simboli occidentali ed orientali, che passano dal fashion design (e dalla sua massificazione) all’underground e alle sue sottoculture. Eppure sono simboli che perpetrano una appartenenza fatta più di ritualità che di credo: il costume contemporaneo produce in serie le sue divise rituali, in una lotteria che oscilla fra originalità e omologazione, ma forse anche la presenza del fake o del “taroccato” aggiunge qualcosa in più ai vecchi simboli, li porta dove non sarebbero mai arrivati.
Fondamentale è anche il concetto di immagini persistenti, che si sono radicate nel nostro subconscio, soprattutto nel periodo dell’infanzia, e fondamentale è il modo sotterraneo in cui continuano a lavorare, per riproporsi inaspettatamente, con un inevitabile shock. Oggetti utilizzati tanto tempo fa, insignificanti, che stranamente diventano metafore universali; e così fanno anche alcune immagini (come alcune scene di un film Disney), che si radicano, come fossero diventate qualcosa di ancestrale. Le reminiscenze di un passato pagano si trovano ancora nascoste in alcune ritualità segrete, che passano ancora di bocca in bocca fra le generazioni, ma di cui si è dimenticata l’origine. La ricerca si inserisce a metà fra questi resti del passato e un nuovo immaginario visivo, che passa per i videogame underground, le chat virtuali e altre realtà digitali obsolete, l’immaginario internet aware, quello street fashion e quello musicale.
Tania Fiaccadori (Reggio Emilia, 1990) ha frequentato l’Accademia di Brera e l’Akademie der Bildenden Künste a Monaco di Baviera. Recentemente ha esposto a PATHOS München (Monaco); CURRENT (Milano); NESXT (Torino). La mostra di Tania Fioccadori a Dimora Artica è in programma per gennaio 2018.