The Infinite Mix: Contemporary Sound and Image | Hayward Gallery in association with The Vinyl Factory
180 the Strand
9 Sept 2016 – 4 Dec 2016
Ten immersive audio visual installations, including holographic illusions, multi-screen installations and 3D projections, installed into the brutalist building on London’s Strand, allow us to explore diverse and kaleidoscopic imageries: from the adventures of the Japanese dancer called Bom Bom, who travel to Jamaica to partecipate in the local dancehall music scene, to John Giorno rhythmic and humorous monologue and to Elizabeth Price’s dynamic fusion of image, text and music, we are transported into a vivid pop atmosphere. These artworks are created by acclaimed international artists, including Martin Creed (UK), Jeremy Deller (UK) and Cecilia Bengolea (Argentina), Stan Douglas (Canada), Cyprien Gaillard (France), Ugo Rondinone (Switzerland) are being shown in the UK for the first time.
Difficile trovare una mostra focalizzata su un solo medium, in questo caso il video, così ben fatta: dagli aspetti tecnici a quelli teorici. Una playlist perfetta e a tratti commovente (vedi Ugo Rondinone e Kahlil Joseph). Una collettiva che magari non rimarrà nella storia dell’arte, ma che riporta le immagini in movimento alla loro origine, al piacere anche popolare dello spettacolo e del trucco magico.
La mostra del 2016 che invece rimarrà nella storia sarà la Biennale di Berlino curata da DIS. Ma questo è scontato.
In One’s Own Time
An exhibition proposed by Constantin Thun, Emalin
San Giuseppe delle Scalze, Napoli
10 – 17 July 2016
Emalin is pleased to announce in one’s own time, a group show proposed by Constantin Thun with works by Adelhyd van Bender, Andre? Cadere, I.N. Cape, Rob Chavasse, Leidy Churchman, Cosimo Fanzago, Heike-Karin Fo?ll, Sofia Ginevra Gianni, Jack Goldstein, Delia Gonzalez, Isabel Lewis, Maria Loboda, Matmos, Shahryar Nashat, Walter Pichler, Augustas Serapinas, Hannah Weinberger, Richard Wentworth, Holger Wu?st, Cerith Wyn Evans, and a library by BeckBooks.
Anche se avremmo potuto dire Ed Atkins al Castello di Rivoli – ma sicuramente qualcun altro l’avrà già fatto – siamo contenti di segnalare questo progetto di Emalin per molte ragioni. Ne scegliamo una: in tempi in cui tutto è so generational sorprende vedere una mostra che include artisti emergenti mantenendo profondità storica.
