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Zimoun | 605 prepared dc-motors, cardboard boxes

[nemus_slider id=”61898″] La cantautrice e performer Björk una volta affermò che nel suo paese quando c’è bisogno di riconciliarsi con sé stessi e il mondo, non è necessario andare in chiesa ma basta uscire dal centro abitato e perdersi nell’incantevole e variegata tundra islandese. Se vi capitasse, quindi, di fare un giro in questo splendido […]

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La cantautrice e performer Björk una volta affermò che nel suo paese quando c’è bisogno di riconciliarsi con sé stessi e il mondo, non è necessario andare in chiesa ma basta uscire dal centro abitato e perdersi nell’incantevole e variegata tundra islandese. Se vi capitasse, quindi, di fare un giro in questo splendido quanto misterioso luogo vi consiglio di raggiungere un qualsiasi luogo in prossimità di Eyjafjallajökull o del primo sbuffo visibile di vapore e sedervi per terra. In quel momento capirete che cosa intendeva la cantante. Ascoltare ciò che si vede e percepirlo in ogni singola particella del proprio corpo.
Questo ho provato quando ho messo piede nella Palazzina dei Giardini Ducali di Modena per l’inaugurazione della prima personale in un museo italiano dell’artista svizzero Zimoun. Autodidatta, affascinato sin dalla tenera età da rumori e suoni e dalla possibilità di integrarli con altre opere visive, la sua ricerca è da sempre incentrata sulla continua tensione tra la scoperta delle possibilità motorie e sonore di oggetti semplici e quotidiani e l’insorgere dei nuovi media e della tecnologia. Pioniere internazionale della sound art grazie alla sua ricerca sulle potenzialità espressive del suono in relazione allo spazio, Zimoun incentra il suo lavoro anche sull’analisi delle possibilità visive ed estetiche di opere meccaniche create ad hoc.
La mostra modenese 605 prepared dc-motors, cardboard boxes è caratterizzata da cinque installazioni per le quali l’artista ha utilizzato materiali semplici come scatole di cartone, sfere di cotone, cavi di metallo e legno che attraverso sistemi automatici generano movimento e suoni. L’intenzione dell’artista è quella di creare combinazioni selezionate di strutture animate che si evolvono senza sosta, casualmente o per effetto di una reazione a catena, in uno spazio volutamente contenuto e controllato allo scopo di ottenere maggiore dinamicità. Le opere diventano, quindi, veri e propri organismi in una sorta di esplorazione astratta di una natura semplificata e regolata da codici binari. L’artista, se da una parte non interviene nei titoli delle opere che diventano meri elenchi dei materiali utilizzati, dall’altra diventa creatore indiscusso, abile artigiano, ingegnoso architetto e preciso direttore d’orchestra per aggiungere il tocco vitale che trasforma gli oggetti in strutture viventi.

Zimoun,   100 prepared dc-motors,   cardboard boxes 60x20x20cm. Credits Paolo Terzi
Zimoun, 100 prepared dc-motors, cardboard boxes 60x20x20cm. Credits Paolo Terzi

Gli spunti per i suoi progetti sono molteplici e spaziano dalla natura alla meccanica, dall’architettura alla filosofia ma sempre con un’attenzione scrupolosa a mostrare quello che semplicemente è anche se l’impiego dei materiali è inconsueto e radicale. In questo processo le opere rimangono astratte come un codice che sottende a qualcosa e si aprono ad una miriade di interpretazioni che variano a seconda di chi le guarda. Da una matrice predefinita si raggiunge quindi un sistema più articolato e caotico in una continua esplorazione della complessità basata su iniziali sistemi semplici. Le cinque sale della palazzina diventano per il visitatore un percorso di attraversamento e scoperta di queste architetture sonore che, come veri e propri palazzi, possono essere conosciute e interpretate. A sua volta, il tempo diventa lo strumento per raccogliere l’evoluzione dell’opera, coglierne la frequenza e verificarne micro e macro-eventi. La sensazione sarà quella di essere di fronte ad un organismo con le sue regole, definito da caratteristiche precise e che, tutto sommato, ha una sua vita scandita appunto da un respiro meccanico che possiamo cogliere in tutta la veridicità del qui ed ora. La creatività e le installazioni innovative di questo artista sono sicuramente una ventata d’aria fresca nel campo della sperimentazione artistica internazionale. Si pensi, per esempio, che parallelamente ai progetti artistici Zimoun porta avanti dal 2003 insieme al graphic designer Marc Beekhuis il progetto Leerraum, una label per promuovere l’incontro tra personalità che lavorano in campi simili e sviluppano concetti e approcci all’arte affini anche attraverso una piattaforma curatoriale multimediale e un archivio di materiali per progetti da sviluppare.
La mostra, a cura di Filippo Aldovini, organizzata e prodotta da Galleria civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con Associazione Lemniscata e fuse*, sarà aperta fino al 5 marzo 2017.

Zimoun,   130 prepared dc-motors,   wire isolated,   cardboard boxes 30x30x5cm. Credits Paolo Terzi
Zimoun, 130 prepared dc-motors, wire isolated, cardboard boxes 30x30x5cm. Credits Paolo Terzi
Zimoun,   149 prepared dc-motors,   cotton balls,   cardboard boxes 60x60x60cm. Credits Paolo Terzi
Zimoun, 149 prepared dc-motors, cotton balls, cardboard boxes 60x60x60cm. Credits Paolo Terzi