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La Tenda Verde (Das Grüne Zelt) — Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia

[nemus_slider id=”60421″] — [note: pensieri che si articolano su tre punti di vista differenti, come tre chiavi di lettura. Recto e verso non si contrappongono, ma, piuttosto, si autosostengono perché necessari l’uno all’altro: vengono riassunti nell’estrazione. Tra un punto di vista e l’altro c’è una pausa, per un rapido azzeramento dei pensieri. In chiusura un […]

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[note: pensieri che si articolano su tre punti di vista differenti, come tre chiavi di lettura. Recto e verso non si contrappongono, ma, piuttosto, si autosostengono perché necessari l’uno all’altro: vengono riassunti nell’estrazione. Tra un punto di vista e l’altro c’è una pausa, per un rapido azzeramento dei pensieri. In chiusura un quesito finale, libero ma non velleitario.]

Primo punto di vista: La quercia è cresciuta

Recto
In Flash Art n. 6 di gennaio-febbraio 1968 apparve la prima corrispondenza su Beuys, a cura di Piero Gilardi. Recitava così:
“Un vero personaggio tedesco lo abbiamo trovato in Joseph Beuys. La sua casa è strana per un senso di vuoto e una atmosfera rarefatta incredibile in Germania; tutti gli oggetti sembrano mummificati e infeltriti; lui stesso ha una età indefinibile e porta un panciotto e una lobbia che a quanto pare non si toglie mai, nemmeno per andare a letto; ma poi, fermandomi a chiacchierare, scopro una vitalità pigra ma calorosa in tutte le cose: dal pavimento di vero cuoio imbottito al vassoio pieno di pezzi di cioccolata in mezzo alla tavola. Lui ci mostra le foto dei suoi innumerevoli happening; quasi sempre c’è di mezzo del burro steso in parallelepipedi sul pavimento, disintegrato a mozzi, steso a occludere la funzione di una sedia; Icaro impressionato chiede alla moglie di Beuys se usa ancora il burro per far da mangiare”.
Questa citazione è un dato di fatto.

Verso
Ad oggi sono l’ennesima persona (e in questo momento, pur breve, sarò anche l’ultima) a scrivere su Joseph Beuys.
Anche questa mia attestazione è solo un dato di fatto.

Estrazione
Pur essendo soltanto dati di fatto, mi piace vedere in essi una metafora che copre quasi mezzo secolo: ovvero un albero, e non a caso una quercia, di cui il recto è il seme e il verso una delle tante, tantissime foglie. Il personaggio Joseph Beuys appare cioè allo spettatore, ora come allora, nella sua atipicità artistica e nella sua intensità produttiva: muove dal concetto ampliato di arte per andare a ricomprendere (o forse scoprire, a beneficio degli occhi dei più) ecologia e politica, portandole a braccetto in quanto aspetti inscindibili di una coscienza sociale, la sua scultura sociale.

Pausa

Joseph Beuys,   Difesa della natura,   1984,   stampa offset,   ed. Lucrezia De Domizio,   Pescara,   60 × 82 cm,   foto: Buby Durini. Courtesy collezione privata,   Milano
Joseph Beuys, Difesa della natura, 1984, stampa offset, ed. Lucrezia De Domizio, Pescara, 60 × 82 cm, foto: Buby Durini. Courtesy collezione privata, Milano

Secondo punto di vista: Tante scintille nel buio

Recto
L’inarrestabile uomo Beuys è un motore pensante e al tempo stesso un volano che scarica a terra idee, progetti, associazioni, organizzazioni e meta-partiti.
In quindici anni dà i natali a una serie di azioni e movimenti che, nonostante i limiti intrinseci del carattere pionieristico e la difficoltà di validazione da parte dell’intero spaccato sociale, scuotono le prime coscienze e raccolgono consensi per accelerare lo sviluppo di idee e temi oggi saldamente attuali.
Nel 1967, a seguito dei discorsi da ring dell’Accademia di Dusseldorf, fonda il Partito degli Studenti Tedeschi, come un meta-partito educativo in favore degli studenti stessi; nel 1971, sulle linee di Rudolf Steiner, sostiene gli ideali di libertà intellettuale, uguaglianza davanti alla legge e fratellanza economica, fondando l’Organizzazione per la democrazia diretta attraverso il referendum popolare; nel 1974 si spinge fino alla creazione della Libera Università Internazionale, nota come FIU, per promuovere l’attenzione alla creatività e agli studi interdisciplinari, con lo scopo di proporre una nuova scuola libera, dotata di status legale e aperta a chiunque; nel 1979-80 si candida con i Verdi per le elezioni europee, partecipa agli incontri per la fondazione del Partito dei Verdi in Germania e poi con lo stesso si propone come candidato per le elezioni nazionali.

Verso
Da una tavola rotonda del 1983, successiva all’insuccesso politico nazionale, i compagni di partito riportano le seguenti opinioni su Beuys:
Rainer Bartel: “[…] Beuys voleva candidarsi a Dusseldorf, quindi voleva che noi supportassimo le sue idee durante le elezioni. Ma non possiamo farlo, perché le sue idee ci rimangono oscure! Negli ultimi due anni e mezzo siamo venuti a conoscenza del suo punto di vista tramite la stampa, la radio e la televisione”.
Replica il giornalista Hubert Winkels: “Ma nessuno conosce Beuys!”.
Riprende quindi il politico: “Questo è il punto. Beuys è diventato un simbolo, ma i contenuti che rappresenta non ci sono familiari. Prima rappresentava più un’etichetta che un politico”.
Più avanti nella conversazione emerge anche da Bernd Bruns: “Quello che succede è che Beuys, l’artista pazzo, viene identificato con Beuys, il politico pazzo!”.

Estrazione
Le parole dei politicanti non riescono a contenere la portata delle azioni dell’uomo Beuys: ne traspare a prima vista una comprensibile impreparazione sul tema artistico, ma, approfondendo la querelle, si rileva purtroppo una distanza marcata tra la concezione della vecchia politica e il sogno di una nuova polis greca; il denaro e la cultura, il potere e la res publica; l’etichetta e la coscienza.

Pausa

Protestaktion vor der türkischen Botschaft,   1982,   20 x 25 cm. Courtesy Archiv Grünes Gedächtnis
Protestaktion vor der türkischen Botschaft, 1982, 20 x 25 cm. Courtesy Archiv Grünes Gedächtnis

Terzo punto di vista: La nuova coscienza collettiva?

Recto
Il Parco Arte Vivente – centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate, inaugura il 4 novembre La Tenda Verde (Das Grüne Zelt). Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia, mostra curata da Marco Scotini.
Dopo Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell’arte italiana (2015) ed ecologEast. Arte e natura al di là del Muro (2016), La Tenda Verde è la conclusione di un ciclo di mostre con le quali il PAV ricostruisce il rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica nell’Europa degli anni ‘70.

Verso
In mostra saranno presenti opere e fotografie, progetti e scritti, oltre che documentazione del percorso evolutivo non solo artistico di un Beuys profondamente cambiato dopo le vicende del secondo conflitto mondiale: le opere presenti non diverranno le esclusive protagoniste dell’esposizione, ma ad accompagnare il visitatore sarà anche un ampio contesto documentativo per i filoni di arte-politica-ecologia che in Joseph Beuys trovano chiara espressione e forte vicinanza al nostro tempo.

Estrazione
Accedendo al PAV si passerà tramite una rievocazione della Tenda Verde sorta nella mattina del 28 settembre del 1980 nella Gustaf-Gründgens-Platz di Düsseldorf: era infatti apparso un tendone verde, all’interno del quale si portava avanti la campagna elettorale del partito; dall’immersione in medias res si ripercorrono poi le tappe fondamentali dell’impegno di Beuys, testimoniate da icone come l’immagine dell’artista di fronte a una rosa mentre dibatte nei cento giorni di documenta 5, le bags con il programma del partito, il manifesto L’invincibile e le 7000 querce.

Pausa

Quesito finale
“Ovunque in futuro si dovranno innalzare tende verdi su tutto il pianeta! Dovranno essere le incubatrici di una nuova società”.
Che ne abbiamo fatto dell’invito di Joseph Beuys?
La mostra aprirà dal 05 novembre 2016 al 19 marzo 2017.

Das Grüne Zelt der Grünen Düsseldorf,   1980,   13 x 18,  5 cm cad. Courtesy Archiv Grünes Gedächtnis
Das Grüne Zelt der Grünen Düsseldorf, 1980, 13 x 18, 5 cm cad. Courtesy Archiv Grünes Gedächtnis
Difesa della Natura (clavicembalo),   1981,   stampa offset,   foto: B. Durini,   ed. Lucrezia De Domizio,   Pescara e Yvon Lambert,   Paris,   99,  5 x 67,  5 cm. Courtesy Collezione Palli
Difesa della Natura (clavicembalo), 1981, stampa offset, foto: B. Durini, ed. Lucrezia De Domizio, Pescara e Yvon Lambert, Paris, 99, 5 x 67, 5 cm. Courtesy Collezione Palli
Emanuele-Cerutti-Collezione-Maramotti-2024