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Urs Fischer e le poche regolette necessarie

L’immagine ‘guida’ della doppia mostra di Urs Fischer – a Palazzo Belgioioso e nella galleria in via Ventura, le due sedi di Massimo De Carlo – la dice lunga sui suoi contenuti. Presentata come “un’infinita antologia di mutazioni, sempre in bilico tra famigliare e l’ignoto”, la mostra raccoglie un repertorio iconografico visionario dove il conosciuto, […]

Urs Fischer,   Battito di Ciglia - Installation view at Galleria Massimo De Carlo,   Palazzo Belgioioso - Courtesy Galleria Massimo De Carlo,   Milan,   London,   Hong Kong.jpg
Urs Fischer, Battito di Ciglia – Installation view at Galleria Massimo De Carlo, Palazzo Belgioioso – Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milan, London, Hong Kong

L’immagine ‘guida’ della doppia mostra di Urs Fischer – a Palazzo Belgioioso e nella galleria in via Ventura, le due sedi di Massimo De Carlo – la dice lunga sui suoi contenuti. Presentata come “un’infinita antologia di mutazioni, sempre in bilico tra famigliare e l’ignoto”, la mostra raccoglie un repertorio iconografico visionario dove il conosciuto, il banale, il noto, incontra il suo opposto: l’imprevedibile, lo sconosciuto e, più in generale, il ‘fantastico’. Non scelgo questa parola a caso. Il suo significato abbraccia una moltitudine di spunti che, nel caso della ricerca di Fischer, sembrano decisamente calzanti: phantastikos… apparizione, finzione, immaginato, non vero, astruso.
L’apertura interpretativa in questa mostra si fa talmente allargata che percorrerla anche per un breve tratto diventa scivoloso e insidioso. Per tornare all’immagine del tale che – per ammazzare il tempo? – compie cerchi di fumo, ci immedesimiamo come interpreti-fumatori per compiere i nostri leciti tentativi e riuscire in quella non facile attività.
Dallo stupore (più per la rarefazione delle opere che non per le stesse) provato nelle due sale di Palazzo Belgioioso, dove un paio di occhioni ci fissano vuoti e per nulla inquietanti, non incutono disagio, tutt’altro divertono (tipico scatto da selfi), passiamo all’apice dell’onirico tedio nelle sale di via Ventura dove piccoli oggettini di bronzo colorato sembrano simulare i classici oggettini di pessimo gusto che troviamo negli stereotipati salotti della zia di provincia.
Ma non è forse questo l’astuto gioco del grande Urs Fischer? Non è lui che ci trascina nell’insofferenza per il misurato, il pulito, il retto ‘oggetto’ d’arte?
Con questa mostra, gettandoci in pasto al visibile (occhi = metafora del visivo, dell’osservare, dell’essere visti e del vedere, del mostrarsi, del mostrare ecc), ribaltando la scala di ciò che solitamente sta sopra plinti, mensole e dentro a cornici, esibendo un mondo intimo (personale) e quasi intimista (appannaggio di chi cerca di esprimere i moti dell’animo umano, i sentimenti e le emozioni in tutte le loro delicate e sottili sfumature…) l’artista ci stordisce ancora un volta.
Mischiando normalità e stravaganza – dal gattino dorato che suona il pianoforte, alla lumaca sopra un casco specchiante, dal cavallo azzurro piangente al fuocherello imperituro, dall’incontro amoroso di una pera e una mela (cita un’opera di alcuni anni fa) alla fine disperata di un principe azzurro incastrato dentro una lattina – ma anche icone oniriche con scenette ironiche e divertenti. Giocoso e amaro al tempo stesso, l’abilità di questo ragazzotto, già blasonato con mostre in musei tra i più importanti al mondo, sta nella sua bravura di rasentare l’ovvio senza caderci dentro inesorabilmente. Si ferma sempre un attimo prima, è astuto nell’accaparrarsi la nostra attenzione, coccolarla con un misto di personale e collettivo, viziarla con un po’ di tenerezza e un pizzico di provocazione, … per poi darci il colpo di grazia ammiccando ( Battito di Ciglia è il titolo, giusto?) con un immaginario tanto piacione quanto irriverente.
Insomma, l’artista svizzero ha imparato quelle poche regolette necessarie per essere un “grande” artista (e con grande intendo: riconosciuto, quotato, affermato ecc.) che commette pochi errori che, se fatti, rientrano, giustificati e silenti, nel suo genio.

Urs Fischer,   Battito di Ciglia - Installation view at Galleria Massimo De Carlo,   via Ventura - Courtesy Galleria Massimo De Carlo,   Milan,   London,   Hong Kong.jpg
Urs Fischer, Battito di Ciglia – Installation view at Galleria Massimo De Carlo, via Ventura – Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milan, London, Hong Kong
Urs Fischer,   Battito di Ciglia - Installation view at Galleria Massimo De Carlo,   via Ventura - Courtesy Galleria Massimo De Carlo,   Milan,   London,   Hong Kong
Urs Fischer, Battito di Ciglia – Installation view at Galleria Massimo De Carlo, via Ventura – Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milan, London, Hong Kong
Urs Fischer,   Battito di Ciglia - Installation view at Galleria Massimo De Carlo,   via Ventura - Courtesy Galleria Massimo De Carlo,   Milan,   London,   Hong Kong
Urs Fischer, Battito di Ciglia – Installation view at Galleria Massimo De Carlo, via Ventura – Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milan, London, Hong Kong
Urs Fischer,   Battito di Ciglia - Installation view at Galleria Massimo De Carlo,   via Ventura - Courtesy Galleria Massimo De Carlo,   Milan,   London,   Hong Kong
Urs Fischer, Battito di Ciglia – Installation view at Galleria Massimo De Carlo, via Ventura – Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milan, London, Hong Kong