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Wynne Greenwood – Fanta Spazio, Milano

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Fino al 29 maggio Fanta ospiterà una personale dell’artista Wynne Greenwood. In mostra una serie di video in cui Greenwood si esibisce con la sua band Tracy + the Plastics. La sua pratica, che fonde la performance con un’imitazione ironica delle icone del mondo della musica – pop e meno pop – richiama un atteggiamento condiviso da artisti più giovani e italiani: Beatrice Marchi, che ha realizzato proprio da Fanta la sua ultima mostra dedicata all’immaginario erotico femminile (chiedendo a 38 artiste di realizzare disegni attingendo dalle proprie fantasie sessuali) e si è da poco esibita a Parigi in una performance musicale, e Roberto Fassone, il cui lavoro comprende anche esibizioni che mixano video, musica e playback di canzoni pescate tra i più svariati generi musicali.

Wynne Greenwood comincia a esibirsi nel lontano 1999 con la sua band femminile composta da tre elementi. Nei video presentati in mostra ci si accorge subito di qualcosa che nelle performance live doveva essere ancora più evidente: le tre componenti della band sono effettivamente la stessa persona. Se nei live Wynne si esibiva davanti a monitor e video proiezioni in cui Nikki e Cola suonavano i loro strumenti, i video visibili da Fanta filtrano ulteriormente la realtà dell’esibizione, presentando all’interno dello schermo gli schermi in cui compaiono le musiciste e la cantante, tutte e tre in forma di immagine.

Ma le esibizioni di Wynne Greenwood non sono semplici live: le tre ragazze litigano, parlano, sbuffano, commentano, rimangono in silenzio per lungo tempo, si annoiano e, come in una serie tv, interpretano un ruolo che man mano si delinea e le caratterizza. Non è difficile, osservando i video, dimenticarsi di stare osservando la stessa persona. L’operazione schizofrenica di Greewood propone una riflessione sull’autoritratto e sulle varie sfaccettature della personalità femminile e artistica, offrendo tre personaggi che pur presentando personalità precise sfuggono stereotipi e giocano con il déjà-vu, grazie alla qualità svagata e ostentatamente pigra della “sceneggiatura” e della recitazione. Il progetto di Greenwood non riuscirebbe a risultare così intelligente, spiritoso e brillante se non si basasse su una qualità musicale più che discreta: i brani electro-punk sono tutti realizzati dall’artista stessa, che può contare anche su una voce e una presenza molto adatte al suo obiettivo.

L’idea della band è nata nel 1999 ed è durata fino al 2006, anno in cui il gruppo si è sciolto. La mostra presenta per la prima volta in Italia l’archivio completo di Tracy + the plastics, per cui l’artista ha riperformato e rifilmato tutte le performance che, nella maggior parte dei casi, non erano documentate perché venivano realizzate fuori dagli spazi istituzionali in giro per gli Stati Uniti: università, spazi alternativi, locali. Un’operazione che in un certo senso falsifica la nozione di archivio e porta a un ulteriore livello il gioco di Greenwood su role-playing e interpretazione: l’artista interpreta un insieme di live realizzati in realtà anni prima come vere performance, in cui cantava accompagnata da una band di costituita da lei stessa moltiplicata per tre e quindi realizzando non un vero proprio “live” in diretta, ma proiettando scene realizzate precedentemente e quindi architettate e organizzate perché potesse interagire con il video simulando una chiacchierata reale. Un viaggio a frammenti, dunque, (19 i video in sala, ognuno con diversa durata e differenti situazioni e location) nella frammentazione della personalità, del tempo e del ruolo dell’artista.

Wynne Greenwood at FANTA Spazio,    Milan 2016 - Installation view
Wynne Greenwood at FANTA Spazio, Milan 2016 – Installation view
Wynne Greenwood at FANTA Spazio,    Milan 2016 - Installation view
Wynne Greenwood at FANTA Spazio, Milan 2016 – Installation view