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UNIDEE – Università delle Idee presso Cittadellarte | Intervista con Cecilia Guida

UNIDEE – Università delle Idee  è una piattaforma articolata caratterizzata da un programma educativo costituito da moduli seminariali residenziali a Cittadellarte e presso le sedi di partner accademici internazionali, e da residenze artistiche. Ricerca interdisciplinare, condivisione di conoscenze ed esperienze, sono le basi del programma per tracciare relazioni tra saperi e pratiche che intercorrono tra […]

Ph. © UNIDEE 2015 – Open studios long term Artists in Residence. Public  presentation­ 28 Oct 2015
Ph. © UNIDEE 2015 – Open studios long term Artists in Residence. Public presentation­ 28 Oct 2015

UNIDEE – Università delle Idee  è una piattaforma articolata caratterizzata da un programma educativo costituito da moduli seminariali residenziali a Cittadellarte e presso le sedi di partner accademici internazionali, e da residenze artistiche. Ricerca interdisciplinare, condivisione di conoscenze ed esperienze, sono le basi del programma per tracciare relazioni tra saperi e pratiche che intercorrono tra arte e sfera pubblica. Per il secondo anno, UNIDEE è  diretto da Cecilia Guida e propone un programma formativo per artisti, curatori, studenti e ricercatori italiani e internazionali mediante moduli settimanali residenziali che ruotano intorno ai temi della relazione tra arte e sfera pubblica. Le settimane residenziali inizieranno in aprile, e il ciclo si concluderà a fine novembre 2016. (http://www.cittadellarte.it/ unidee/).

Per ulteriori informazioni e per scoprire i mentori di questa edizione: 

Mentori 2016 – UNIDEE Universita? delle Idee presso Cittadellarte, Biella

Sinossi 2016 – UNIDEE Universita? delle Idee presso Cittadellarte, Biella

Statement – UNIDEE Universita? delle Idee presso Cittadellarte, Biella

Seguono alcune domande a Cecilia Guida per capire ulteriormente i punti forti dell’Università delle Idee: i temi affrontati, le particolarità del programma, le relazioni tra arte e politica,

ATP: È il secondo anno che dirigi UNIDEE. Dopo l’esperienza dell’anno scorso, quali sono le “esigenze” che, a tuo parere, è bene mettere a fuoco nell’ambito della formazione? Cosa distingue UNIDEE da altri ambiti di formazione d’arte?

Cecilia Guida: Penso che oggi sia importante la consapevolezza dell’esistenza di momenti formativi autogestiti oltre e a prescindere dai curricula e dai tempi indicati dalle istituzioni, la ricerca individuale di spazi altri in cui fare esperienza di modelli pedagogici critici e alternativi, e l’approccio laboratoriale che favorisce la circolarità delle conoscenze e la condivisione del giudicare, del progettare, del capire all’interno del gruppo.

La particolarità del programma educativo UNIDEE sta nel mettere al centro la processualità. È su questa fase del pensiero e dell’agire creativo che indaghiamo particolarmente, aprendola e rendendola spazio dialogico condiviso di gioco, confronto e sperimentazione. I moduli residenziali tematici, infatti, non prevedono una formalizzazione alla fine della settimana, l’esperienza è essa stessa il valore formativo che stiamo cercando di privilegiare. Al centro stanno le relazioni in una modalità laboratoriale che richiede la fatica di mettere in discussione il proprio campo di interesse e ricerca. L’approccio didattico è quello “demopratico” dell’esercizio responsabile del potere, dei modi di circolazione e distribuzione delle conoscenze all’interno del gruppo, che si esprime per esempio nel doppio dialogo tra il mentore e l’ospite e tra il mentore e i partecipanti dove la condivisione orizzontale e circolare dei saperi è volta alla creazione di un terreno e di un linguaggio comuni. L’esercizio al dialogo, la collaborazione, l’imprevedibilità del gesto performativo permettono di sviluppare l’attitudine al fare, di valorizzare l’errore, di mettere a confronto punti di vista differenti, favorendo la capacità di localizzare i problemi, scendere nello specifico, porre domande, con-fondere i significati e gli usi, e creare nuove aperture di senso.

ATP:  Quali sono le particolarità del programma del corso di quest’anno?

CG: Rispetto allo scorso anno (in cui abbiamo lanciato il nuovo formato dopo quindici anni di esperienza residenziale), il 2016 si caratterizza per un’attenzione più puntuale al contesto peculiare non solo di Cittadellarte e della sua mission (dal manifesto Progetto Arte di Michelangelo Pistoletto del 1994), ma anche della città di Biella attraverso diversi moduli settimanali che, se pur in un tempo breve, entrano nel merito di questioni teoriche e territoriali prese come caso di studio, utili alla creazione e alla condivisione di strumenti e pratiche di ricerca.

Dei quindici moduli residenziali in programma, due sperimenteranno una formula di più lunga durata (di due settimane invece di una) e itinerante, tenendosi entrambi per la prima parte a Cittadellarte e per la seconda in uno spazio e in una città a essa vicini, rispettivamente per vocazione e per fase di transizione. Il primo è The Encounter. Reclaiming the potentiality of affection a cura di Adrian Paci, che nella seconda settimana si sposterà ad Art House, casa e spazio d’incontri, workshop e mostre dell’artista nella sua città d’origine, Scutari. Il secondo è Carving out the spaces for our commoned life: a training ground a cura di STEALTH.unlimited (Ana Džoki? e Marc Neelen), dove i partecipanti da Cittadellarte si sposteranno nello spazio di “City in the Making” a Rotterdam.

Ph. © UNIDEE 2015 ­ Changing nothing so that everything is different. A weekly  residential module led by Silvia Franceschini – 11 May/ 15 May 2015
Ph. © UNIDEE 2015 ­ Changing nothing so that everything is different. A weekly residential module led by Silvia Franceschini – 11 May/ 15 May 2015

ATP: In merito ai tre macro-temi che caratterizzano l’edizione del 2016 – la ricerca, il dono e l’alterazione –, mi spieghi perché li avete scelti? Quali sono le figure professionali importanti che avete invitato a tenere i corsi?

CG: I temi scelti costituiscono una presa di posizione e un’attenzione verso determinati approcci critici, processi e forme di azione che interessano l’arte e la sfera pubblica. Credo che non si possa prescindere da una messa in questione della ricerca artistica per la costruzione di pratiche responsabili che marcano e trasformano i territori, contrastando la tendenza alla “produzione in serie” di progetti tematici. Il concetto di alterazione, che contiene sia l’azione che fa diventare una cosa “altra” da sé, sia il suo risultato, ovvero il mutamento, la modifica, il cambiamento, estende ulteriormente il discorso sul metodo, sulle forme e sulle modalità per l’attivazione di processi trasformativi. Lavorare sul dono significa mettere in luce il carattere simbolico di scambio e gratuità, così come di impegno e debito allo stesso tempo di molte delle pratiche di cui ci occupiamo.

Per dare corpo a queste tre aree semantiche con una pluralità di linguaggi e punti di vista, abbiamo invitato mentori del panorama artistico-curatoriale internazionale che riteniamo originali e sperimentali per le loro riflessioni teoriche e progettualità. Questi sono: Expodium (Nikos Doulos & Bart Witte); Jason Waite con Adelita Husny-Bey; Lara Almarcegui con il geologo Marco Giardino; Cesare Pietroiusti con Aldo Spinelli; Martino Gamper con Visible (Matteo Lucchetti e Judith Wielander); Giusy Checola con la redazione giornalistica “Italia che cambia” e il movimento “Transition Town Biella”; Maddalena Marciano con Cittadellarte Fashion B.E.S.T.; Attila Faravelli ed Enrico Malatesta con Nicola Ratti; Luigi Coppola con Daniel Blanga Gubbay; Antoni Muntadas con Alessandra Messali; Daria Filardo con Fatma Bucak; Adrian Paci con Edi Muka e Tea Çuni; Aria Spinelli con Nuria Güell, STEALTH.unlimited con Piet Vollard ed Erick Jutten, e Olafur Eliasson che terrà una master class in conversazione con Michelangelo Pistoletto.

ATP: Relazione arte/politica: un legame-conflitto sempre vivo ma spesso tralasciato dagli artisti in quanto tematica difficile e facilmente travisabile. Come pensate di trattare questo binomio?

CG: La relazione è sicuramente presente nel programma, l’intenzione però è di problematizzarla criticamente, senza renderla tematica. Le questioni che abbiamo scelto di condividere riguardano metodi, pratiche e processi artistici che sono “politici” in quanto hanno effetti reali nei territori in cui hanno luogo. Nella scelta dei due moduli itineranti, i due luoghi “City in the Making” and Art House sono in modo molto diverso due pratiche politiche, che creano proposte e alternative. Politica è anche la scelta di ribaltare il paradigma educativo, laddove l’attenzione è al processo e non al risultato, sperimentando l’orizzontalità della conoscenza tra mentori e partecipanti, pur instaurando collaborazioni con Accademie di belle arti e Università italiane e internazionali.

ATP: Chi sono gli “artivatori”?

CG: L’intento del programma UNIDEE è quello di moltiplicare gli “artivatori” nelle diverse sfere del sociale. Gli “artivatori” sono quelle persone che attivano azioni e processi responsabili usando l’arte come metodologia, pratica e linguaggio. I processi riguardano la trasformazione urbana e l’emancipazione sociale dei territori in cui vivono e delle attività professionali che svolgono.

Ph. © UNIDEE 2015­ Terrain Vague. A weeklyresidentialmodule led by Raumlabor.  Performance ­ 28 Sep/ 2 Oct 2015
Ph. © UNIDEE 2015­ Terrain Vague. A weeklyresidentialmodule led by Raumlabor. Performance ­ 28 Sep/ 2 Oct 2015
Ph. © UNIDEE 2015 ­ Open studios long term Artists in Residence. Performance­  2 8Oct 2015
Ph. © UNIDEE 2015 ­ Open studios long term Artists in Residence. Performance­ 2 8Oct 2015